Nonostante le proteste dei cittadini e le richieste delle opposizioni, il pronto soccorso dell’ospedale di Agropoli non riaprirà per il momento. La conferma è arrivata durante un’accesa seduta del consiglio comunale, che ha visto la partecipazione dei vertici dell’Asl Salerno e di diversi sindaci del comprensorio. La discussione, che ha affrontato il futuro del presidio sanitario locale, si è svolta tra forti momenti di tensione e interruzioni da parte del pubblico.
La posizione dell’opposizione e il grido di allarme
I rappresentanti dell’opposizione hanno espresso duramente il loro dissenso. Il consigliere Gerardo Santosuosso ha dichiarato: “Siamo abbandonati a noi stessi. Dico al presidente De Luca che è responsabile dell’isolamento sanitario del nostro territorio.” Ha inoltre lanciato un appello all’unità politica, sottolineando che “la salute è più importante di chi gestisce la salute.” A fargli eco, il consigliere Pesce ha ribadito l’assoluta necessità di un pronto soccorso per un’area come quella di Agropoli, che vede una popolazione in forte crescita, soprattutto nel periodo estivo. Altri interventi hanno puntato il dito contro la gestione politica della situazione, con Massimo La Porta che ha proposto l’assunzione di medici extracomunitari e Michele Pizza che ha parlato di un fallimento della politica.
Le ragioni della chiusura secondo l’Asl
Il direttore generale dell’Asl Salerno, Gennaro Sosto, ha spiegato le motivazioni tecniche dietro la mancata riapertura, sottolineando che il pronto soccorso “da dieci anni a questa parte non è mai stato attivato, non per decisioni politiche ma per un motivo tecnico.” La carenza di personale medico è la ragione principale: dopo sette concorsi, l’azienda sanitaria conta ancora cinquanta medici mancanti. Sosto ha descritto la situazione come una “catastrofe sanitaria italiana che non dipende dal direttore dell’Asl Salerno.” Il direttore ha poi evidenziato l’importanza dell’attuale punto di primo soccorso e ha messo in guardia sul fatto che l’attivazione di un pronto soccorso, senza il personale necessario, lo renderebbe insostenibile.
Una promessa e le possibili soluzioni
Nonostante le difficoltà, il direttore Sosto ha lasciato uno spiraglio, offrendo una promessa alla comunità: “Sono disponibile a modificare l’atto aziendale e proporlo alla regione. Poi troviamo insieme il personale necessario altrimenti l’apertura non è possibile. Non posso fare altro oltre quello che ho proposto.”
A chiudere la discussione è intervenuto il consigliere regionale Franco Picarone, che ha spostato l’attenzione sul contesto nazionale, definendo la questione un problema di natura politica e legislativa. Secondo Picarone, la difficoltà nel reperire medici specializzati in emergenza è dovuta principalmente a “stipendi più bassi che all’estero.”
Alla fine la proposta, votata a maggioranza: mantenere lo status quo in attesa di nuove procedure concorsuali.