Attualità

Brevi quanto parziali cenni sulle vicende amministrative relative alla realizzazione dell’Ospedale Civile di Agropoli

Dai primi atti alla storia recente: tra lavori e brusche frenate. La storia per la realizzazione dell'ospedale civile di Agropoli

Redazione Infocilento

24 Agosto 2025

Ospedale di Agropoli

Sin dalla nascita, la vita di ogni cittadino è subito messa in relazione con una pubblica amministrazione. Una pubblica amministrazione ne certifica la venuta al mondo, così come ne attesterà purtroppo la morte.

La storia recente dell’umanità, almeno nei periodi di pace fra una guerra e l’altra, è – in un certo senso – la storia della propria Pubblica Amministrazione.

Fra le prime cose che capita di osservare quando si ha la possibilità di lavorare o semplicemente viaggiare all’estero è il funzionamento dei cd. servizi pubblici quali, ad esempio, l’istruzione, la manutenzione ed il verde urbano, i trasporti e, ovviamente, la sanità.

Tralasciando le modalità di fruizione di tale ultimo servizio nei diversi Paesi del globo terrestre, è oramai sotto gli occhi di tutti che l’Italia ha un problema (anzi, molti e, purtroppo, noti) con il buon funzionamento dei servizi pubblici essenziali.

E non ha fatto eccezione la lunga vicenda riguardante la realizzazione dell’Ospedale Civile di Agropoli.

Ospedale di Agropoli: i primi atti

La prima deliberazione in tal senso risale al lontano 6 aprile 1957. Tuttavia, debbono trascorrere quasi quindici anni perché l’intuizione di fine anni ’50 possa iniziare a prendere una qual certa forma amministrativa.

Il primo strumento urbanistico comunale – cioé a dire il Programma di Fabbricazione, adottato nel 1968 e definitivamente approvato nel 1972 – non contemplava la Zona Ospedaliera, tant’è che – con separata delibera consiliare n. 95 del 22 dicembre 1971 – l’allora Amministrazione Comunale ebbe ad approvare il progetto per la realizzazione dell’Ospedale, anche al fine di richiederne, ad opera della legge n. 132 del 1968, l’inclusione ed il finanziamento nell’ambito del piano regionale per l’edilizia ospedaliera del 1972.

Pervero, la citata legge n. 132/68 si riferiva ad un piano regionale ospedaliero avente durata quinquennale e che le regioni avrebbero dovuto approvare con leggi proprie. Tuttavia, non è chiaro se la regione Campania abbia, nel quinquennio 1972/76, proceduto alla relativa approvazione del suddetto piano, tantomeno se avesse predisposto i necessari finanziamenti per la costruzione dell’Ospedale di Agropoli.

Compresa l’inadeguatezza generale del succitato P.d.F. – che, in via surrogatoria, si varò dopo la mancata adozione del P.R.G. curato ad inizi anni ‘60 dal Prof. Corrado Beguinot – il Comune si adoperò al fine di approvare il Piano Regolatore Generale, dando incarico al Prof. Luigi Kalby.

In tale proposta di Piano, verosimilmente dando continuità al precedente deliberato consiliare del 1971, venne prevista e confermata l’ubicazione della Zona Ospedaliera in località Marrota. Nondimeno, il cd. “Piano Kalby” non fu mai approvato.

In ogni caso – su istanza del Comune avanzata in forza della delibera di giunta municipale n. 205 del 7 giugno 1974 – il progetto per la realizzazione dell’Ospedale è stato incluso nei programmi di intervento straordinari della Cassa per il Mezzogiorno formulati prima del 6 marzo 1976.

L’entrata in vigore della legge 833 del ’78

Di poi, è entrata in vigore la fondamentale Legge n. 833 del 23 dicembre 1978 con la quale venne istituito il Servizio Sanitario Nazionale e, soprattutto, venne riorganizzata l’amministrazione sanitaria sui territori.

E’ in forza di tale normativa – vero e proprio spartiacque per la effettiva realizzazione dell’Ospedale – che vennero istituite le Unità Sanitarie Locali (cd. UU.SS.LL.), costituenti, ai sensi dell’art. 15, strutture operative dei comuni singoli o associati ed il cui organo esecutivo, in base all’art. 10, erano i comitati di gestione.

La succitata legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale diede, così, nuova linfa alla realizzazione dell’Ospedale di Agropoli.

Infatti – con successiva delibera consiliare n. 107 del 19 novembre 1979 – l’Amministrazione Comunale ebbe definitivamente a localizzare la zona Ospedaliera in località Marrota, dando impulso al necessario procedimento di variante urbanistica della suddetta area originariamente destinata dal vigente P.d.F. a verde agricolo.

Tale variante urbanistica si è, così, perfezionata ad opera della delibera di Giunta Regionale n. 4660 del 26 maggio 1980 e conseguente Decreto Presidenziale del 10 settembre 1980, n. 10261.

Sicché, con decreto del Sindaco di Agropoli del 19 marzo 1980, veniva disposta l’occupazione d’urgenza ai fini dell’immissione in possesso dei fondi interessati dalla realizzazione dell’opera.

A tali provvedimenti fecero immediatamente seguito ricorsi innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania, Sezione Distaccata di Salerno, sicché – soltanto una volta conclusesi tali vertenze – il Comune, in data 30 aprile 1981, poté materialmente immettersi nel possesso delle aree destinate alla realizzazione della Zona Ospedaliera.

L’avvio dei lavori e lo stop

Di lì a poco iniziò anche il primo lotto dei lavori il cui progettista fu l’ing. Matteo Guida che aveva progettato anche l’attuale Ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno in zona San Leonardo.

Tuttavia, realizzato lo scheletro generale dell’edificio, i lavori hanno subito notevoli rallentamenti, tant’è che già a partire dalla metà degli anni ’80 diversi giornali (fra i tanti, Cronaca Vera del 1986 con intervista al compianto Michele Nigro) si sono interessati alla vicenda.

In ragione di ciò, ed anche grazie alla preziosa attività del comitato di gestione della U.S.L. n. 60 di Agropoli, costituita in forza della Legge Regionale n. 57 del 9 giugno 1980 e della successiva Legge Regionale n. 10 del 21 febbraio 1981, la concreta possibilità di vedere realizzato l’Ospedale è rimasta viva per tutta la seconda metà degli anni Ottanta.

Nondimeno, con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 502/92 le UU.SS.LL. sono state accorpate nelle neocostituite Aziende Sanitarie Locali (AA.SS.LL.).

Tale trasformazione, lungi dall’essere meramente nominale, ha segnato il passo perché, come detto, le UU.SS.LL. erano articolazioni strutturali dei comuni, mentre le AA.SS.LL. sono enti pubblici autonomi, chiamati ad esercitare la funzione sanitaria in ottica “aziendalistica” e di risultato.

L’ASL SA/3, che ha ricompreso anche la disciolta U.S.L. n. 60 di Agropoli, è stata, così, definitivamente costituita in forza di Decreto del Presidente della Giunta Regionale della Campania n. 12272 del 22 dicembre 1994.

Di poi, con provvedimento del 10 giugno 1996, la Regione Campania (Giunta Rastrelli), in linea con l’allora vigente normativa di settore, ebbe a trasferire la proprietà del costruendo Ospedale all’Azienda Sanitaria Locale SA/3.

Fra nuove accelerazioni e brusche frenate, sono stati previsti nuovi finanziamenti per la struttura ospedaliera che è stata, infine, completata nel 2004.

Non v’è chi non veda come – dal concepimento (1957) alla nascita (2004) – la gestazione, più che “elefantiaca”, sia stata “geologica”. Non foss’altro perché ha effettivamente attraversato il prima e il dopo l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.

Ben si comprende come il notevole lasso di tempo intercorso costituisca una patologia tutta italiana.

La storia recente

Le successive vicende – riguardanti non più la realizzazione, bensì l’effettivo e concreto funzionamento dell’Ospedale – sono più vicine ai nostri giorni e, senza dubbio, note ai lettori.

Resta, però, un dato difficilmente confutabile.

Nonostante i lunghissimi anni trascorsi, la realizzazione della struttura è stata possibile grazie all’attività ed alla caparbietà che tutte le succitate articolazioni amministrative, vivificate da tante persone di buona volontà, hanno messo in campo nel pieno ed esclusivo interesse del comprensorio di appartenenza, superando dissidi, contrastanti interessi di sorta e non perdendo mai di mira l’obiettivo finale.

Una lezione anche per il futuro. Futuro che non può che essere il concreto e stabile funzionamento della realizzata struttura, ottenibile soltanto se (come per il passato) tutte le componenti si adopereranno con la stessa disinteressata ostinazione amministrativa.

Lo spunto per la redazione delle brevi quanto sicuramente incomplete notazioni di cui sopra ha preso l’abbrivio dal succitato articolo di stampa del 1986 pubblicato su “Cronaca Vera”, preziosamente fatto tenere dall’avv. Marco Nigro. I riferimenti relativi ad atti e provvedimenti amministrativi sono stati, invece, tratti, oltre che da siti internet di riferimento, da sentenze del TAR Salerno risalenti ai primi anni ’80. Francesco Botti

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