Una grave emergenza idrica sta colpendo il capoluogo di Capaccio Paestum, riportando alla luce un problema che, secondo quanto dichiarato da recenti amministrazioni, era stato risolto. La situazione, che ha costretto l’attuale Amministrazione a ricorrere all’acquisto di acqua per tamponare la carenza, svela un bluff durato anni, evidenzia il consigliere di minoranza Carmine Caramante, durante i quali il problema non è mai stato affrontato in modo strutturale, nonostante la propaganda.
La peggiore crisi dal 2017
La situazione è aggravata dalla peggiore crisi idrica che si sia verificata dal 2017, come confermato dal presidente dell’ASIS, Mimmo De Maio. L’ASIS stessa non dispone di acqua in quantità sufficiente, il che causa continui disservizi e rende ancora più difficile la gestione dell’emergenza. L’acquisto di acqua, che costa 2000 euro al giorno, non è più una soluzione sostenibile a lungo termine, ritiene il consigliere.
Un progetto dal passato per il futuro
Per affrontare la crisi in modo definitivo, l’Amministrazione attuale, guidata dal sindaco Paolino, ha ripescato un progetto risalente al 2009. L’iniziativa, voluta dall’Amministrazione di allora (Marino 3) e in particolare dal consigliere Pinello Castaldo, è finalizzata alla costruzione di un nuovo tratto di rete idrica di collegamento con la piana e di una stazione di sollevamento, ricorda Caramante. Questo permetterebbe di attingere acqua dalla rete idrica della pianura per alimentare quella del capoluogo, risolvendo in modo strutturale e permanente la carenza idrica.
Un’iniziativa non più rinviabile
Il consigliere comunale di Capaccio Paestum, ha espresso il pieno sostegno a questa iniziativa, sottolineando l’importanza di avviare il progetto nel più breve tempo possibile. Caramante ha dichiarato: “Sosterremo e solleciteremo la messa in cantiere di questo progetto nel più breve tempo possibile come una priorità non più rimandabile”, evidenziando come la soluzione idrica per il capoluogo sia una necessità improrogabile.