Circa duemila persone hanno marciato per le strade di Agropoli, unendo le voci in una richiesta forte e chiara: la riapertura dell’ospedale cittadino e, soprattutto, il ripristino di un pronto soccorso pienamente operativo. La manifestazione, indetta dall’ex consigliera comunale Gisella Botticchio, ha visto una partecipazione massiccia e trasversale, segno di una problematica sentita dall’intera comunità.
Una protesta che unisce istituzioni e cittadini
Al corteo, che ha sfilato sotto la bandiera “Basta morti nel Cilento. Salviamo il pronto soccorso”, hanno preso parte non solo cittadini, ma anche una rappresentanza significativa delle istituzioni locali e nazionali. Tra i presenti figuravano i sindaci dei comuni limitrofi, il presidente del Parco Nazionale, Giuseppe Coccorullo, parlamentari come Franco Marine e Felicia Gaudiano, e consiglieri regionali, tra cui Michele Cammarano e Attilio Pierro. Anche i sindacati e le associazioni territoriali hanno risposto all’appello, sottolineando come la questione sanitaria sia una priorità condivisa.
La promotrice della protesta, Gisella Botticchio, non ha usato mezzi termini, denunciando la “mala sanità” e rivendicando un diritto fondamentale. “Vogliamo un pronto soccorso, non ci interessano i cento posti letto dormitorio,” ha dichiarato, respingendo l’argomentazione sulla mancanza di medici e accusando la politica di aver sempre tradito le promesse. Sulla stessa linea il sindaco di Agropoli, Roberto Mutalipassi, che ha ribadito la necessità di “essere qui” per continuare una battaglia mai interrotta per il presidio sanitario. Il consigliere regionale Pierro ha aggiunto che il pronto soccorso di Agropoli è essenziale non solo per la popolazione locale, ma anche per i numerosi turisti che affollano la zona, criticando l’abbandono del territorio da parte della politica regionale.