Il litorale cilentano si conferma un’eccellenza per la qualità ambientale e dei servizi, ottenendo dodici Bandiere Blunell’anno in corso. Tra le località premiate spicca il comune di Montecorice, in provincia di Salerno, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento della Foundation for Environmental Education (FEE) per le sue spiagge di Agnone/Capitello, San Nicola e Case del Conte/Baia Arena. La certificazione premia la pulizia del mare, la gestione sostenibile del territorio e la promozione turistica.
Il risotto “Mare Blu” dello chef Lorenzo Avitabile
Per celebrare questo traguardo, lo chef Lorenzo Avitabile, alla guida estiva del ristorante Taverna di Mare ad Agnone Cilento, ha ideato un piatto speciale: il risotto “Mare Blu”. Il piatto, preparato con riso Carnaroli, gambero rosso, totano, frutti di mare e seppie locali, è arricchito da una sfumatura di colore blu ottenuta da un colorante alimentare naturale. Come spiega lo chef Avitabile: “Con il risotto Mare Blu ho voluto rendere omaggio a un territorio straordinario che ci regala ogni giorno un mare pulito, pescato genuino e paesaggi mozzafiato. La Bandiera Blu è molto più di un riconoscimento: è il segno di un equilibrio tra natura e comunità. Questo piatto vuole raccontare, con gusto e rispetto, l’identità marina e sostenibile del Cilento”. Il piatto è diventato il simbolo dell’estate del ristorante.
Tra tradizione cilentana e ispirazione partenopea
Lo chef, originario di Pompei, dove gestisce anche il ristorante Taverna49, condivide la gestione di Taverna di Marecon il direttore di sala Giovanni Cestra, anch’egli di Pompei. La proposta gastronomica del ristorante si basa sulla classica cucina di mare cilentana, utilizzando pescato fresco e ingredienti a chilometro zero. Tra i protagonisti del menù ci sono alici, gamberi locali, seppie, tonno e pesce spada. Avitabile porta con sé anche il suo bagaglio culinario partenopeo, reinterpretandolo nel contesto cilentano. Ne sono un esempio gli gnocchi al nero di seppia con cozze e tarallo napoletano sbriciolato. “In alcuni piatti porto con me un tocco di napoletanità. È un modo per unire due territori meravigliosi, il Cilento e il Vesuviano, in un’unica visione gastronomica che prosegue anche a Taverna49” ha dichiarato lo chef.