«Apprendiamo che il presidente uscente della Regione Campania Vincenzo De Luca sarà presente, il prossimo 31 luglio, per una nuova cerimonia di “consegna dei lavori” alla frana di Rizzico. Un copione stanco e ripetuto, fatto di promesse non mantenute, proclami mediatici e zero risultati concreti per i cittadini del Cilento. Un’intera area continua a essere penalizzata da anni di immobilismo e superficialità amministrativa». Lo dichiara Alessandro D’Angiolillo, presidente del Comitato FdI Cilento Centro – Cirielli Presidente, che sottolinea come il collegamento stradale tra Pisciotta e Ascea – talvolta indicato in maniera imprecisa da chi non conosce il territorio – sia ormai da tempo simbolo di una gestione fallimentare.
L’iter
«La vicenda – spiega D’Angiolillo – ha avuto inizio già nel 2021, con un primo annuncio relativo all’appalto. Poi a maggio 2022 si è parlato di una firma imminente del contratto. Ma nulla. A dicembre 2023 si è organizzata una cerimonia solenne con rappresentanti regionali per la “consegna dei lavori”. Nuovo annuncio a marzo 2024, e adesso, luglio 2025, un’altra passerella. Ma dei lavori concreti, nessuna traccia. Solo ipotesi: si parla di settembre 2025 come data d’inizio, ma nessuno può garantirlo».
L’affondo politico
D’Angiolillo affonda poi sul piano politico: «Per anni la Campania è stata governata dal Partito Democratico, che ha controllato non solo la Regione, ma anche le Province e gran parte dei Comuni del Cilento. E oggi, lentamente, stanno emergendo tutte le magagne di quel sistema. Ne è prova il recente sequestro di 2,7 milioni di euro disposto dalla magistratura nei confronti di un ex funzionario provinciale, coinvolto in un’inchiesta che ruota attorno al fenomeno delle strade fantasma, mai realizzate ma finanziate con fondi pubblici».
«È solo l’inizio – aggiunge – di ciò che rischia di venire alla luce. Per anni si è costruita una rete di potere basata su silenzi, favori e omissioni. Un sistema che ha coinvolto amministrazioni regionali, provinciali e comunali tutte targate PD, che non solo hanno disatteso le aspettative dei cittadini, ma in molti casi hanno voltato le spalle alla verità e alla giustizia».
Secondo D’Angiolillo, la vicenda delle strade mai completate e dei fondi svaniti rappresenta «una crepa importante nel muro dell’omertà politica che ha pervaso la gestione del territorio cilentano negli ultimi decenni».
«La giustizia – conclude – ha cominciato a muoversi. E mentre qualcuno continua a tagliare nastri su cantieri che non partono mai, i cittadini iniziano a farsi domande. A novembre si vota: è arrivato il momento di scegliere tra chi ha coperto, ritardato e insabbiato, e chi vuole costruire un Cilento moderno, sicuro e rispettato. Noi siamo da questa parte, quella della trasparenza e del cambiamento».