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Moriva oggi Paolo De Matteis, l’artista cilentano che incantò l’Europa

L'artista cilentano maestro del Barocco tra Napoli, Roma e l'Europa.

Redazione Infocilento

26 Luglio 2025

Oggi, 26 luglio, ricorre l’anniversario della scomparsa di Paolo De Matteis (1662-1728), celebre pittore italiano del XVII e XVIII secolo, la cui eredità artistica rimane di inestimabile valore. Nato a Piano Vetrale il 9 febbraio 1662, De Matteis si trasferì a Napoli in giovane età per intraprendere gli studi pittorici. Qui, ebbe l’opportunità di formarsi sotto maestri di spicco come Francesco Di Maria e Luca Giordano, emergendo come uno degli allievi più talentuosi, in particolare nelle raffigurazioni mitologiche.

Conosciuto anche come “Paoluccio della Madonnina“, il soprannome di De Matteis è oggetto di dibattito. Alcuni ritengono che derivasse dalla madre, Lucrezia Orrico, soprannominata “la Madonnina” per i suoi lineamenti gentili. Altri suggeriscono che il Papa Innocenzo XIII gli attribuì tale appellativo dopo aver ricevuto in dono un dipinto raffigurante la Madonna, sebbene manchino prove documentali a sostegno di questa teoria.

La vita e i viaggi del maestro

La carriera di De Matteis fu caratterizzata da una fervida attività e numerosi viaggi, che lo portarono a realizzare capolavori su commissione di importanti personalità, inclusi pontefici e sovrani.

Intorno al 1682, Paolo De Matteis si recò a Roma, dove fu introdotto al pittore Giovanni Maria Morandi dal marchese del Carpio, Gasparo de Haro y Guzmán. A Roma, entrò nell’Accademia di S. Luca, assimilando le influenze del barocco e i dettami di teorici come Giovan Pietro Bellori e il pittore Carlo Maratta.

Tornato a Napoli nel 1683, grazie all’ascesa del marchese del Carpio a viceré, De Matteis riprese gli studi con Luca Giordano. Nella città partenopea, dipinse affreschi preziosi per diverse chiese, tra cui le suggestive decorazioni della Cappella di Sant’Ignazio nella Chiesa del Gesù Nuovo. Dal 1686, De Matteis fu membro della congregazione dei pittori, legata alla Compagnia di Gesù. La sua produzione artistica di questo periodo include opere significative come “La Madonna col Bambino, s. Liborio e altri santi” a Napoli e “Adamo ed Eva piangono Abele” a Copenaghen.

Tra il 1690 e il 1692, realizzò ventidue tele per i gesuiti del collegio imperiale di Madrid, incarico probabilmente commissionato dal conte di Benavides. Tra il 1703 e il 1705, su invito del duca d’Estrées, si recò a Parigi con il suo allievo Giuseppe Mastroleo, operando sotto la protezione di Luigi XIV. Successivamente, lavorò in diverse regioni italiane, in Austria, Spagna e Inghilterra, formando numerosi allievi, tra cui Inácio de Oliveira, Bernardes Peresi e membri della famiglia Sarnelli.

Le opere di De Matteis sono oggi presenti in importanti città europee come Parigi, Genova, Napoli e Madrid, oltre che in molte località del meridione italiano, tra cui Salerno, Lecce, Cassino, Lucera e Gaeta. Un’opera particolarmente significativa, l’Assunzione della Vergine, si trova nella celebre abbazia benedettina di Cassino ed è sopravvissuta alle distruzioni della Seconda guerra mondiale, rappresentando un classico esempio di pittura seicentesca.

Il legame con il Cilento

De Matteis mantenne un legame profondo con la sua terra natale, il Cilento, una connessione evidente nelle sue tele che spesso incorporano panorami cilentani. In particolare, un dipinto del 1685 intitolato “Riposo durante la fuga in Egitto“, esposto in occasione della mostra “Paolo De Matteis, un Cilentano in Europa” nel 2013, mostra chiaramente lo sfondo di Gioi Cilento, con la raffigurazione della montagna su cui sorgeva il castello di Gioi.

Oggi, il ricordo di Paolo De Matteis è conservato anche a Guardia Sanframondi, dove si trovano pregevoli affreschi e tele nelle chiese cittadine, oltre a un busto bronzeo dell’artista. La casa natale dell’artista a Piano Vetrale è oggetto di un progetto per diventare una casa museo, onorando la memoria di uno dei più grandi maestri dell’arte italiana.

Paolo De Matteis si spense a Napoli il 26 luglio 1728 e fu sepolto nella Chiesa della Concezione. La sua eredità artistica continua a influenzare e ispirare generazioni di artisti.

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