Una vicenda giudiziaria risalente al 2019, incentrata su un manifesto affisso subito dopo le elezioni amministrative, ha portato alla condanna dell’ex sindaco di Casaletto Spartano, Giacomo Scannelli, e di due consiglieri comunali di minoranza, Mario Novellino e Guido Curcio. I tre sono stati ritenuti responsabili del reato di diffamazione dal giudice del Tribunale di Lagonegro, Silvio Piccinno. La sentenza, emessa a quasi sei anni dai fatti, prevede una multa e un risarcimento danni.
Manifesto e polemiche
Il manifesto, intitolato «La vita dei morti sta nella memoria dei vivi», accusava il responsabile dell’area tecnica comunale di aver ritardato i lavori per la realizzazione di nuovi loculi presso il cimitero locale. Le accuse si estendevano alla presunta richiesta, da parte degli uffici, di rimborsi ai familiari per il trasferimento dei defunti da un loculo all’altro. Questa necessità sarebbe emersa a causa della mancanza di nuove sepolture, che avrebbe costretto all’utilizzo di tombe già assegnate per altre inumazioni, il tutto nonostante i solleciti per l’avvio dei lavori.
La sentenza
Il dipendente comunale chiamato in causa ha fermamente respinto ogni accusa, presentando querela per diffamazione contro gli autori del manifesto. La vicenda è quindi approdata in tribunale, culminando con il rinvio a giudizio dei tre consiglieri di opposizione.
Il giudice Silvio Piccinno ha infine condannato Scannelli, Novellino e Curcio alla pena di 516 euro di multa ciascuno, oltre al pagamento delle spese processuali. È stato inoltre stabilito un risarcimento danni aggiuntivo di seimila euro in favore della parte civile.