Il 4 luglio 1920 nasceva a Teggiano Gaetano Macchiaroli, editore e antifascista di spicco, figura centrale nel panorama culturale della sinistra campana del Novecento.
La storia
Figlio di Stefano Macchiaroli – ex vice sindaco di Teggiano, costretto alle dimissioni per le pressioni del nascente regime fascista – Gaetano si trasferì a Napoli, dove fu accolto da alcuni parenti. Nel 1945, tra le mura del celebre Castello partenopeo, fondò la casa editrice che portava il suo nome. L’anno seguente lanciò la rivista di studi antichi La parola del passato, affidandone la direzione a Giovanni Pugliese Carratelli.
Nel capoluogo campano, Macchiaroli collaborò con Palmiro Togliatti alla fondazione della sezione napoletana del Partito Comunista Italiano, segnando un connubio tra militanza politica e fervore culturale. Tra le iniziative più rilevanti, spicca una mostra sui manoscritti di Giacomo Leopardi, presentata non solo a Napoli ma anche a Chicago, New York, Madrid e Berlino.
Il legame con Teggiano
Negli anni Ottanta Macchiaroli rivolse le sue energie al recupero del centro storico di Teggiano, sostenendo attivamente il restauro del Castello normanno, un tempo dimora della nobile famiglia Sanseverino. Oggi quella fortezza ospita convegni e mostre di rilievo nazionale. Lo stesso Macchiaroli ne scrisse una sintesi storica, pubblicata dalla sua casa editrice.
L’eredità
Il 6 ottobre 2005, all’età di 85 anni, Gaetano Macchiaroli si spense. Alla sua scomparsa, le istituzioni reagirono con profonda commozione. L’allora sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, lo ricordò come “una grave perdita per tutto il mondo della cultura partenopea”. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano espresse parole cariche di affetto: “Scompare per me un carissimo, fraterno amico, al quale mi ha legato per decenni una profonda comunanza di valori ideali, politici e culturali. E Napoli perde con lui un protagonista della vita cittadina, un interprete e continuatore delle tradizioni più alte della storia e della cultura”.
A riconoscere l’alto valore della sua attività culturale arrivarono due prestigiose onorificenze: nel 1983 la Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, e dieci anni più tardi il titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana.