Cilento

Bonus edilizio, maxi truffa in Campania: indagini partite da due fratelli di Vallo

Nei mesi scorsi eseguito un sequestro di circa 108 milioni di euro nei confronti di due fratelli residenti a Vallo della Lucania.

Comunicato Stampa

28 Giugno 2022

Guardia di Finanza

A seguito di un’articolata attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, personale del Gruppo della Guardia di Finanza di Frattamaggiore ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli Nord, avente ad oggetto crediti derivanti da bonus edilizi e di locazione per oltre 772 milioni di euro, vantati da 143 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche, rispettivamente residenti o aventi sede per la maggior parte tra le province di Napoli e Caserta.

L’attività trae origine da un’analisi operativa, su impulso del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, relativa alla circolazione di cediti per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico, nonché per canoni di locazione, previsti dal D.L. 34/2020 (cd. Decreto “rilancio”).

Essa costituisce il seguito di analoga attività, che ha già condotto nello scorso mese di marzo, al sequestro di circa 108 milioni di euro, nei confronti di due fratelli residenti a Vallo della Lucania.

In particolare, gli approfondimenti compiuti sulle negoziazioni dei due imprenditori vallesi, avvenute tra il 2021 e l’anno in corso, hanno consentito di individuare un’ulteriore, numerosa platea di cessionari, i cui crediti, al pari dei primi, derivavano da lavori edili e da locazioni immobiliari in realtà inesistenti. I predetti cessionari, infatti, avevano comunicato all’Agenzia delle Entrate, attraverso l’inserimento di moduli di cessione al portale Entratel, la disponibilità di crediti dell’ammontare di svariati milioni di euro, ricevuti a fronte di fantomatici lavori di ristrutturazione di fatto mai eseguiti.

Nel corso delle indagini, oltre ad essere ricostruita l’articolata filiera delle cessioni a catena effettuate dai responsabili, è stato anche accertato che tra questi oltre il 70% risultava percettore o comunque richiedente il reddito di cittadinanza. Questo aspetto rappresenta una ulteriore evidenza di una dimensione economico-finanziaria ed imprenditoriale del tutto incompatibile con le movimentazioni delle ingenti risorse finanziarie delle quali, solo apparentemente, disponevano.

Tra i titolari di crediti, inoltre, sono stati individuati anche soggetti più volte segnalati dalle Forze di Polizia per esercizio abusivo dell’attività di parcheggiatore, per essere risultati privi di partita IVA, per aver svolto attività d’impresa per un solo giorno, per essere risultati impegnati in settori economici differenti da quello edilizio e persino per contiguità con la camorra, sia napoletana che casertana. Ad ulteriore conferma della natura illecita delle provviste creditizie sottoposte all’odierno provvedimento di sequestro, è stata in particolare approfondita la posizione di uno dei responsabili, che avrebbe ricevuto lavori di ristrutturazione per oltre 34 milioni di euro e, al contempo, ne avrebbe egli stesso asseritamente eseguiti per oltre 30 milioni di euro, benché fosse in realtà detenuto presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere.

La somma oggetto di sequestro ricomprende, altresì, i crediti ceduti a Poste Italiane s.p.a. ai fini della loro negoziazione, nella misura di decine di milioni di euro, in base ad una quantificazione tuttora in corso. La Procura della Repubblica di Napoli Nord, pertanto, all’esito dell’intera ricostruzione della vicenda, ha ottenuto il sequestro preventivo dal Giudice per le Indagini Preliminari finalizzato al sequestro di crediti per un importo complessivo pari a 772.400.276 euro, al fine d’impedire, mediante la possibile cessione ad istituti finanziari, l’indebita erogazione di risorse pubbliche.

L’attività illecita oggetto di accertamento che, come detto, realizza un comportamento delittuoso già in precedenza monitorato, è di tale gravità, per l’elevatezza delle somme negoziate, da poter concretamente determinare un sensibile nocumento alle risorse pubbliche, depauperate e distolte dalla loro corretta destinazione alla riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale e all’attuazione della transizione ecologica, obiettivi di fatto divenuti di più difficile conseguibilità.

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