Cilento

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Arte, cultura e mare... ecco l'ottava tappa del viaggio: Ascea

Angela Bonora

21 Agosto 2021

Oggi il nostro viaggio si ferma ad Ascea. Il comune cilentano, sorge su una collina a ridosso della propria ” Marina”, situato nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

L’area archeologica di Elea-Velia, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, si estende su di un suggestivo promontorio ed è stata portata alla luce nell’ultimo secolo e mezzo, grazie ad incessanti lavori di scavo che ancora durano e che mirano a far riemergere l’intero perimetro di una delle più belle città della Magna Grecia, fondata da un gruppo di profughi focesi intorno al 540 a.C. La storia racconta che gli antichi Focei, rimasti folgorati dalla bellezza della costa eleatica, decisero di fondarvi la loro colonia. Ne parla lo storico Strabone, nella sua opera ” Geografia”: la chiamarono inizialmente Hyele, nome che poi viene cambiato in Ele per diventare, poi,  Elea. 

A rendere Elea un sito particolarmente fortunato era la favorevolissima posizione geografica: un fiume, l’Alento,  largo e profondo a sufficienza da consentire un riparo alle navi e,  alla foce, due isolette, Pontia e Isacia, che facevano da sentinelle. A monte, un promontorio fatto di terrazze che scivolano verso il mare, su cui sorse l’Acropoli, fatta di templi, torri ed edifici  incastonati nella splendida cornice del verde collinare. La dolcezza e la serenità dei luoghi convinse Senofane di Colofone a fondarvi una scuola filosofica che vide il suo maggior esponente in Parmenide.

Il Comune di Ascea ospita lo splendido Parco Archeologico di Elea – Velia, frequentato da visitatori e turisti in ogni periodo dell’anno. La città antica occupava una superficie di circa 90 ettari ed era organizzata in quartieri posti lungo il declivio naturale di una collina. La visita al Parco inizia dal settore meridionale della città e l’ingresso avviene da Porta Marina Sud, difesa da una possente torre quadrata.

Una strada lastricata conduce al Quartiere meridionale, nel quale è possibile visitare un complesso monumentale di età augustea destinato probabilmente al culto imperiale. Seguendo l’antica via di Porta Rosa, che collegava il quartiere meridionale con quello settentrionale, ci si muove verso la cima della collina. Superato un edificio pubblico in cui forse, insieme al culto di Asclepio, si praticavano terapie mediche, si raggiunge la famosa Porta Rosa, un’opera di alta ingegneria che fa parte di un complesso sistema di difesa interno alla città.

Dal quartiere settentrionale si giunge, poi, all’Acropoli. Superando i resti del teatro, attraverso la via sacra, ci si trova dinanzi all’area del santuario, al centro della quale sorgeva un tempio forse dedicato ad Atena. Sull’acropoli è ancora possibile visitare la cappella Palatina, chiesetta del XII secolo dedicata a San Quirino.

L’insabbiamento del porto fluviale dell’antica Elea e il ricongiungimento alla terraferma delle due isolette, portò alla formazione di una lunga striscia di spiaggia che oggi rappresenta il cuore della Marina di Ascea.

Anche per l’anno 2021, le località balneari del Comune di Ascea hanno conquistato preziosi riconoscimenti: le Vele di Legambiente e Touring Club per ” Il mare più bello”; la rinomata Bandiera Blu assegnata alle zone di Pina di Velia, Torre del Telegrafo, Marina di Ascea. 

Addentrandosi nel centro della città,  evidenti sono le origini tardo medievali: i vicoli e le piazzette del “Chianu”, “Arretu la Mura”, “A Villa”, “Malicavaddu”, “A Sciuscella”, il lastricato del “Vicu ri li Pimmaròli”, i portali di pietra intagliata. Nel cuore della parte antica, svettano il Settecentesco Palazzo Ricci, già De Dominicis, ricchissimo di fregi, e il Palazzo Barbarella.

Nella parte interna, suggestivo è  il borgo di Terradura. Tipicamente medievale, si sviluppa intorno ai due monumenti religiosi più importanti: le Chiese di San Michele Arcangelo e Santa Sofia, erette dai monaci italo-greci fondatori del borgo. Lasciata Terradura, la strada ci conduce a Mandia, che sorge a 504 metri sul livello del mare. Mandia era un borgo fortificato in epoca medievale: il suo centro storico è un gioiello incastonato nel verde del Parco Nazionale del Cilento. La frazione più alta di Ascea, Catona, si trova invece a 515 metri sul livello del mare. Da visitare, oltre al Centro storico, il Santuario della Madonna del Carmine, uno dei sette del Cilento dedicati al culto della Vergine, e la chiesa dedicata a San Nicola di Mira.

Se vi è piaciuta anche questa tappa, allora non vi resta che venire ad Ascea. Buon divertimento e…  alla prossima tappa!

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