Attualità

Un viaggio in Cilento, all’origine della dieta mediterranea

Per ripartire dal territorio campano, il gruppo Flag Cilento Mare Blu promuove itinerari per 'assaporare' il valore della dieta mediterranea

Ernesto Rocco

6 Agosto 2020

Dieta Mediterranea

Una vacanza in Cilento non è solo mare e sole. Una vacanza in Cilento, oggi, significa anche intraprendere un percorso sensoriale alla scoperta delle origini della tipica alimentazione italiana del sud Italia. Un viaggio indietro nei secoli, dai pescatori greci che colonizzarono questo lembo di terra della Campania, ai monaci orientali esperti di orticoltura, fino al fisiologo americano Ancel Keys che nel secondo dopoguerra visse per oltre vent’anni a Pioppi, frazione del comune di Pollica, per studiare le abitudini alimentari del Sud Italia, fino a diventare il ‘padre’ di quello stile alimentare che ancora oggi rappresenta il simbolo del mangiare sano: la dieta mediterranea. Quando Keys, sbarcato a Paestum al seguito dell’esercito degli Stati Uniti, scoprì quel regime alimentare fatto di pane, pasta, verdure, legumi, olio d’oliva e solo in misura minore di pesce e carne, lo studiò per tutta la vita, ritenendolo essere la miglior medicina contro le malattie cardiovascolari, l’arteriosclerosi e il diabete.

Il progetto promosso dall’Associazione costiera Flag Cilento Mare Blu, “Il Cilento dalla costa al crinale”, nasce infatti con l’obiettivo di far riscoprire la ricchezza enogastronomica, paesaggistica e culturale del territorio cilentano – tutta quell’area fatta di piccoli paesi costieri e collinari che parte da Capaccio Paestum, termina a Novi Velia e passa per l’antica Elea – che ha segnato la nascita di questo stile alimentare diventato celebre in tutto il mondo. “Questo progetto – spiega Mauro Inverso, Presidente di Flag Cilento Mare Blu – specialmente in questo momento di riscoperta del territorio italiano in seguito all’emergenza sanitaria che ha colpito tutto il mondo, si propone di integrare l’anima costiera del Cilento con quella del crinale, raccontando tutti quegli usi e quei costumi che, nel corso degli anni, hanno dato vita a una tradizione alimentare che ci invidiano in tutto il pianeta”.

I percorsi eno-agroalimentari, infatti, oltre a ‘raccontare’ la storia delle celebri mozzarelle di bufala campana, dell’olio extravergine d’oliva biologico o del pescato cilentano, tracciano una storia fatta di ruralità, di esperienze tramandate di generazione in generazione, di prodotti di alta qualità, ma anche di consapevolezza alimentare. Non a caso, infatti, era di Torchiara, nell’entroterra salernitano, anche il fisiologo Sabato Visco, fondatore dell’Istituto nazionale di Scienze della Nutrizione.    

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