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Bilancio dell’estate in Cilento con Loredana Laureana, presidente AOTA

Tracciamo un bilancio dell'estate con Lorendana Laureana, presidnete dell'associazione Operatori Turistici Agropolesi

Annalisa Siano

9 Settembre 2021

L’estate volge al termine. Per Agropoli e il Cilento è stato un periodo tra luci ed ombre, con tante presenze ma anche molteplici criticità. Ne parliamo con Loredana Laureana, presidente dell’Associazione Operatori Turistici di Agropoli.

L’AOTA è nata nel 2011 dalla necessità degli operatori del settore di “fare rete”. Nel 2017 l’associazione stava vivendo un periodo critico e Loredana decise di candidarsi alla sua presidenza, avendo maturato anche qualche anno di esperienza nel settore. E’ lei a rispondere alle nostre domande.

Si sta per concludere la seconda estate post pandemia, quanto si sono avvertite nel Cilento le conseguenze dei disagi apportati dal Covid e quali sono risultati i settori più colpiti?
Il periodo pandemico è stato (ed è ancora) piuttosto complicato da affrontare soprattutto per via dell’incertezza che lo caratterizza. Nel nostro settore è di fondamentale importanza la programmazione, sulla quale spesso ci scontriamo anche con l’amministrazione comunale. Gli imprenditori del turismo fanno continuamente investimenti e hanno bisogno di programmare con un certo anticipo, per questo con il Covid ci siamo ritrovati con difficoltà a dover lavorare quasi giorno per giorno, in base ai DPCM e alla curva pandemica. Adeguare le strutture ricettive, di ristorazione, di servizi e balneari non è stato semplice ma al momento la situazione sembra essersi alquanto stabilizzata.

Com’è stata l’offerta turistica del Cilento? Che tipologia di target ha invaso le spiagge del Cilento? Il Cilento ha goduto per lo più di un turismo di prossimità?
Le due estati 2019-2020 si sono caratterizzate soprattutto per l’inizio tardivo rispetto agli anni precedenti e, di conseguenza, per una minore programmazione lavorativa.
Nel complesso il Cilento come meta turistica ha retto piuttosto bene all’impatto pandemico perché si tratta di un territorio a vocazione turistica di prossimità (la fetta maggiore restano i turisti campani e delle regioni limitrofe con una buona percentuale anche di turisti provenienti dal centro come Toscana e Lazio), pertanto rispetto ad altre mete più internazionali ha subito molto meno la crisi anche se indubbiamente c’è stata. Abbiamo perso tutto il periodo primaverile, gli eventi sportivi, la Pasqua, ecc.
Tutto il settore turistico è stato fortemente danneggiato, i ristoranti sono stati chiusi per circa 4 mesi in Campania, molti alberghi hanno dovuto chiudere per mancanza di domanda e così anche per le attrazioni turistiche.

In cosa dovrebbero investire i comuni cilentani per ambire ai futuri turisti del BRICS?
Il flusso internazionale sarebbe sicuramente un primo volano ma non sarebbe comunque sufficiente mentre diventare un polo congressuale potrebbe consolidare una serie di manifestazioni importanti negli anni che andrebbero a creare un’ulteriore presenza nei nostri territori. Questi nuovi flussi fungerebbero automaticamente anche da “passaparola”, la migliore pubblicità da sempre, altro campo in cui finora si è investito ben poco.

Cosa proponi per destagionalizzare il flusso turistico nei periodi invernali?
L’investimento maggiore che dovremmo fare come territorio in sinergia, a mio parere, per poter ambire a diventare una meta internazionale, riguarda i collegamenti da e per i luoghi strategici (stazioni ferroviarie, aeroporti, ecc.) che possano comprendere tutto il territorio Cilentano, sia interno che costiero. Il secondo investimento dovrebbe comprendere la formazione culturale dei nostri concittadini: la consapevolezza che viviamo in un territorio unico e irripetibile dovrebbe far parte della nostra cultura generale. L’accoglienza non la fanno solo i lavoratori del turismo ma tutti gli abitanti di un luogo, dal panettiere al cassiere del supermercato, per questo è importante che tutti abbiano contezza della meraviglia in cui sono nati e siano pronti ad accogliere turisti di ogni appartenenza geografica. Infine, investirei nel turismo congressuale per destagionalizzare i flussi. L’obiezione che di solito mi viene fatta è che non siamo un territorio vocato a questo. Vero. Ma è anche vero che attualmente l’unica vera grande attrazione rimane il mare per il Cilento e la stagione turistica estiva può coprire 4-6 mesi al massimo, il resto dell’anno escludendo qualche evento sportivo importante, si fa molta fatica a parlare di turismo.

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