Attualità

Giovani e futuro, intervista all’imprenditore cilentano Roberto Esposito

Intervista a Roberto Esposito, imprenditore cilentano. Sfide, ostacoli e opportunità dei giovani cilentani per costruire il futuro

Annalisa Siano

20 Marzo 2021

Imprenditore e autore di successo vanta 2 milioni di iscritti sui social. A 21 anni il Mensa International lo ha incluso nel 2% delle persone con il Quoziente Intellettivo più alto al mondo. E’ stato inoltre selezionato tra i Top 10 Italian Leaders dal Leadership Arena. E’ questo il profilo del cilentano Roberto Esposito, classe 1985. Nato e cresciuto a Vallo della Lucania ha poi studiato Ingegneria Aerospaziale e Astronautica alla Federico II di Napoli. Da allora è stato un susseguirsi di successi.

Specializzatosi nel campo della comunicazione e della strategia digitale, nel 2011 è entrato nel Guinness World Records per il post di Facebook con più commenti al mondo. Un anno dopo l’America’s Cup World Series gli ha affidato la progettazione e la gestione delle strategie digitali, della comunicazione e del marketing online per le regate in Italia.

Nel 2012 Roberto Esposito ha fondato DeRev, startup innovativa specializzata in strategia e identità digitale, fintech e crowdfunding, community engagement e comunicazione sui social media. E’ stato il co-fondatore di Giffoni Innovation Hub e, nel 2019, ha lanciato Forekeep, la sua terza startup innovativa che opera nel mondo del Life Science, del welfare e della prevenzione sanitaria attraverso i Big Data con l’obiettivo di allungare la durata della vita sana delle persone.

A Roberto Esposito abbiamo voluto porre alcune domande utili a comprendere l’attuale momento che sta vivendo l’Italia e a dare ai giovani del Cilento (e non solo) dei consigli per pianificare il loro futuro.

La disoccupazione sta toccando numeri altissimi in Italia, c’è molta sfiducia e una dilagante depressione, qual è l’atteggiamento che consigli di assumere ai giovani per affrontare nel modo migliore questa sfida, soprattutto al Sud?

Io non ricordo di aver mai vissuto un momento della mia vita in cui non si diceva che “siamo in crisi” o che “è un periodo complesso”. La verità è che oggi, se un ragazzo ha tra 18 e 35 anni e non possiede un impero, un patrimonio o un’azienda da milioni di euro, allora è tutto positivo: quello che può imparare, inventare, costruire e guadagnare è molto di più di quello che rischia di perdere. Non siamo quelli a cui la crisi crea problemi insormontabili, ma quelli che hanno l’opportunità di trovare la soluzione ai problemi e alle esigenze degli altri. Essere piccoli, veloci e competenti è il nostro più grande vantaggio, che consente lavorare in modo flessibile, smart e senza rallentamenti, approfittando di un momento unico in cui colossi e grandi aziende cercano lentamente di correre ai ripari, difendere quello che potrebbero perdere e capire come tornare ad essere competitivi.
Al contrario di quello che leggo in giro, dunque, la nostra è la generazione più fortunata. E quelle dopo di noi sono più fortunate ancora. Non avremo un posto fisso statale, ma abbiamo una cosa che potenzialmente vale di più: le opportunità. Un millennial o un GenZ nel 2021 ha più opportunità di qualsiasi altro ragazzo o ragazza vissuti nel 100 anni precedenti. Chiunque di noi può fare 1) gratis, 2) con un PC connesso ad Internet, 3) con una crescita esponenziale cose che le altre generazioni potevano costruire solo con enormi patrimoni, persone e risorse da investire in decenni di lavoro. L’unica cosa che conta, quindi, è saperlo fare. Che vogliate specializzarvi in un nuovo settore, diventare liberi professionisti, fare ricerca scientifica, fondare una startup, candidarvi alle elezioni o puntare su un nuovo lavoro che vi appassiona, non vi ricapiterà più un momento come questo. Di qualunque cosa si tratti, non perdete tempo e mettetevi al lavoro per realizzarlo. Non c’è scusa per chi non ci prova.

Quali saranno secondo te le professioni più ricercate nel Cilento nel 2021?

La pandemia ha senza dubbio favorito le province e le aree interne a discapito delle grandi città, e il Cilento deve assolutamente cogliere questa opportunità. Non parlo solo di lavorare “nel” Cilento, ma soprattutto di lavorare “dal” Cilento. Le professioni più ricercate non dovranno essere necessariamente legate alla terra, al cibo e al turismo, ma potranno riguardare manager, sviluppatori, ingegneri, esperti di marketing, comunicatori, economisti, avvocati: tutti professionisti che oggi possono svolgere gran parte delle proprie attività in smartworking per clienti e aziende in tutta Italia o nel mondo. Allo stesso modo, qualsiasi azienda agricola, commerciante o produttore del Cilento può avviare un percorso di trasformazione digitale, aprire una piattaforma di e-commerce ed espandere il proprio business per vendere ovunque nel mondo attraverso i canali digitali.
Coincidenza vuole, poi, che tutte le professioni che si possono svolgere da remoto siano, secondo l’ultimo report di Unioncamere, anche quelle più ricercate nel mondo del lavoro: primi fra tutti sviluppatori di app e siti web, ingegneri informatici ed esperti di e-commerce, seguiti da marketing specialist, social media manager, HR manager. Questo non significa che le materie umanistiche siano destinate a diventare ancelle di quelle tecniche e scientifiche. La maggior parte delle opportunità di lavoro, infatti, richiedono come qualifica essenziale le cosidette soft skill: flessibilità, capacità di lavorare in team, problem solving, gestione dello stress, competenze trasversali, oltre alla capacità di ideazione, scrittura creativa e creazione di contenuti multimediali ed empatici di forte impatto. Chi ha queste caratteristiche può fare la differenza in ogni settore.

Su quale formazione devono puntare i giovani cilentani?

Il mio consiglio è di non scegliere un percorso di studi in base ai trend del mondo lavorativo, ma seguendo le proprie passioni e ambizioni. Ovviamente, ci sono anche dei mercati in forte espansione da tenere d’occhio per indirizzare le proprie scelte formative e professionali, e che valorizzano sempre più alcuni percorsi di studio: qualsiasi classe di ingegneria (aerospaziale, informatica e biomedica in primis), robotica e intelligenza artificiale, biotecnologia e medicina, statistica e analisi dei dati, blockchain e finanza, digitale e marketing, psicologia e gestione delle risorse umane. Un approccio intelligente sarebbe, dunque, quello di studiare ciò per cui si è appassionati e trovare poi il modo di declinarlo e applicarlo concretamente agli ambiti che offrono più opportunità di creare valore.

Tu punti tanto sulla comunicazione, quanto sono importanti nel mondo, oggi, i social, nel settore professionale?

Sono da sempre molto attivo sui social, in particolare su Facebook (fb.com/about.Rob) e Instagram (@RobertoEsposito85), dove mi piace sia sperimentare nuove strategie e studiare il comportamento delle persone (come feci con il Guinness World Record), sia raccontare le idee a cui lavoro e le mie opinioni sul mondo intorno a me: business, startup innovative e imprenditoria, campagne di comunicazione e di marketing, strategia politica e mondo del lavoro. Tuttavia, a differenza di influencer e divulgatori che parlano di tanti argomenti diversi ma da un punto di vista esterno, il mio lavoro mi porta inevitabilmente ad avere l’approccio opposto: quello da insider. Parlando esclusivamente di cose che faccio in prima persona, infatti, ho l’opportunità di viverle e comprenderle dall’interno e quindi di raccontarne i backstage, mostrare l’altro lato della medaglia e analizzare le strategie secondo cui funzionano. Inoltre, io non vendo niente: tutto quello che racconto con post, video e storie non ha una finalità commerciale e non nasce con l’obiettivo di convincere il mio pubblico a cliccare, iscriversi o acquistare qualcosa. Mentre consulenti, guru, formatori ed esperti vari puntano sempre a trasformare i propri follower in clienti, io conservo gelosamente la libertà di poter parlare alle persone senza alcun secondo fine, concentrandomi esclusivamente sulla qualità dei contenuti e sul valore che questi generano per chi è interessato a seguirmi e confrontarsi con me.
Questo stesso approccio è quello che, con la mia azienda DeRev, suggeriamo ai nostri clienti che vogliono posizionarsi e costruire una strategia di posizionamento, crescita e reputazione a livello professionale. La prima ragola è che, se oggi non sei online, allora non esisti. E questo vale per un brand così come per un professionista, un consulente o un neolaureato. La seconda regola è quella di non improvvisare, ma di costruire una strategia: scegliere qual è il canale digitale più adatto, il pubblico a cui ci si rivolge, il messaggio che si vuole trasmettere e l’immagine di sé che si vuole costruire e trasferire agli altri. Un avvocato o un economista, ad esempio, può scegliere di posizionarsi su Linkedin e scrivere contenuti tecnici e di enorme valore per farsi notare dalle aziende oppure, allo stesso modo, può aprire un profilo Instagram e tradurre temi complessi ad un pubblico di persone comuni che vogliono comprendere gli aspetti giuridici o finanziari dietro ciò che accade ogni giorno nel mondo. La terza regola, forse la più difficile da rispettare, è quella di essere costanti e coerenti nel continuare a farlo per mesi fino a quando il valore che si offre agli altri non inizierà a generare valore per se stessi.

Su cosa dovrebbe puntare il Cilento per far crescere l’economia interna?

Se a livello nazionale servono politici, diplomatici e uomini di relazioni per portare a casa leggi, accordi e provvedimenti, sono sempre più convinto che a livello locale servano manager pubblici che lavorino per lo sviluppo del territorio con lo stesso approccio di competenze tecniche, pragmatismo e visione con cui un amministratore delegato costruisce un’azienda. Dunque, bisogna sicuramente tutelare e valorizzare le risorse che già abbiamo e che ci rendono unici rispetto agli altri, come l’ambiente e tutto ciò che ne deriva: food, turismo e cultura del territorio. Tuttavia, questo non significa che tutti i giovani cilentani devono diventare produttori agricoli, commercianti e albergatori. Dall’altro lato, è fondamentale investire nelle infrastrutture, nei trasporti, nella tecnologia e nella banda larga per accelerare lo sviluppo del Cilento in tutti gli ambiti che possono trasformarlo in un luogo di attrazione per aziende, intelligenze, talenti e creativi. Perché oggi un’azienda dovrebbe investire nel Cilento o un professionista scegliere di trasferirsi nella nostra terra con la propria famiglia? Non ce n’è motivo. Perché dovrebbero farlo tra dieci anni? Per aver creato nel Cilento un equilibrio perfetto tra innovazione, tecnologia e futuro e natura, benessere e qualità di vita.

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