Attualità

Cilentano conquista la vetta del Kilimanjaro

Il racconto del cilentano di Alessandro Pironti

Letizia Baeumlin

17 Febbraio 2020

A giugno dello scorso anno un gruppo di dieci ragazzi, tra cui il cilentano Alessandro Pironti di Marina di Camerota, ha deciso di intraprendere una nuova avventura: raggiungere la vetta del Kilimanjaro. I giovani prenotano per il 27 gennaio un volo diretto in Tanzania. Giunti sul posto e presi dall’entusiasmo, iniziano il trekking il giorno stesso dell’arrivo. Quel giorno l’adrenalina per la sfida era al massimo ma i 10 si troveranno presto a fare i conti con le incessanti piogge. Si incamminano così a piedi, per otto ore, fino ad arrivare al primo campo base, dove adagiarano le tende sperando che il giorno successivo le condizioni meteorologiche siano più favorevoli, ma così non è.

Il primo step,1200 mt sotto la pioggia, porta i ragazzi verso Machame Hut, attraversando una fitta foresta. Il secondo giorno il meteo è più clemente. Riescono a compiere un’ascesa di 900mt per uscire dalla foresta e riposare a Shira Camp, una zona rocciosa. Il terzo giorno arrivano nuove difficoltà per il mal di montagna. Si inizia dunque a fare acclimatamento per scongiurare il peggio.

Il gruppo, superata questa fase di difficoltà, riesce a raggiungere quota 4600 MT. Di li ridiscende per il riposo notturno, passando per la zona lavica “Lava Tower”, fino ad arrivare al campo successivo, Barranco Camp.

Il quarto giorno Alessandro e i suoi compagni si trovano ad ammirare un panorama mozzafiato. Ripartiti prima dell’alba, attraversano un torrente ed iniziano un’arrampicata di 300 MT su di una fascia rocciosa. Arrivano a sera al Barafu Camp. Le difficoltà sono di nuovo dietro l’angolo e infatti il quinto giorno risulta essere il più difficoltoso poiché i giovani al risveglio trovano neve e gelo.

“La via era innevata e in alcuni punti c’era ghiaccio, la fatica é stata tanta. – ci racconta Alessandro Pironti – Quando finalmente si scollina sul bordo del cratere si giunge allo Stella Point 5750 m, che offre finalmente un punto di riferimento e di conforto, perchè si capisce che ormai il più è fatto. Lo spettacolo è impressionante le forze finivano lo vedevo palesamente, avevo un adrenalina pazzesca stavo per raggiungere la parte più alta di tutto il continente africano..mancava davvero poco,scandivo i passi a rallentatore per non consumare energie e dopo poco intravidi la vetta contrassegnata da alcuni pali arrivato nei pressi di uhuru 5895 mt slm ammiravo i ghiacciai perenni che lo circondavano”.

Il giovane cilentano descrive l’emozione: “ricordo che sono scoppiato in un pianto liberatorio e mentre aspettavo i miei compagni mi sono fatto immortalare vicino il segnaposto da Simon, grande guida. Ricordo che mandai una foto a mia madre e dopo poco uscì un sole cosí caldo che ci ha costretto a toglierci la maggior parte degli indumenti”.

Dopo la grande gioia, il giorno 6 è quello della discesa a valle, verso Mweka Camp, il ritorno in hotel e il meritato riposo.

“É stata un esperienza fantastica, mi sembrava di vivere una favola i compagni di avventura sono stati impeccabili,non penso che tutti avrebbero retto quei ritmi e per di piú sotto la pioggia. Un ringraziamento particolare alle nostre guide,al cuoco e a tutti i portatori che hanno reso il nostro soggiorno fantastico”, dice Alessando

I ragazzi sono rientrati lo scorso 10 febbraio con un bagaglio pieno di emozioni ma anche con un grande arricchimento culturale .

“Ho vissuto la vita – conclude Alessandro- della gente che abita quell’angolo di paradiso, gente che ha una marcia in più: loro non hanno niente ma possono insegnarci tanto a livello di umanità ed umiltà. Con loro ho ballato, riso e scherzato. Hanno il sorriso che illumina anche le giornate più cupe. Un’esperienza che mi rimarrà cucita addosso come una seconda pelle”.

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