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Buonabitacolo: un progetto per il recupero del Mulino a Vento

Il Comune punta al restauro conservativo dell'antico mulino a vento, in passato considerato maledetto

A cura di Angela Bonora
Pubblicato il 8 Dicembre 2019
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BUONABITACOLO. Il Comune pronto ad un intervento sull’antico Mulino a Vento. Il progetto esecutivo per la realizzazione dei lavori di “Restauro conservativo del mulino a vento e sistemazione del sito” è stato approvato dalla giunta comunale, guidata dal sindaco Giancarlo Guercio e permetterebbe di recuperare un’opera di straordinario valore storico, ad oggi poco conosciuta.

Mulino a vento: il restauro con fondi PSR

L’Ente ha inteso candidare il progetto a finanziamento, accedendo ai Fondi europei, in particolare quelli derivanti dal Piano di Sviluppo Rurale (PSR) Campania 2014/2020, che prevede la concessione di un sostegno ai gruppi di azione locali. Tra questi il GAL “Vallo di Diano.

Il costo del progetto

L’importo del progetto è di 70 mila euro di cui circa 52 mila per l’esecuzione dei lavori comprensivi di oneri per la sicurezza e circa 18 mila euro per somme a disposizione dell’amministrazione.

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La storia del Mulino “maledetto”

La struttura è antichissima e con una storia tortuosa tanto che dai buonabitacolesi fu considerato maledetto. Il mulino a forma cilindrica lascia ipotizzare che si tratti di mulino fenicio, con pale eoliche all’interno. Il vento per il funzionamento delle pale si incanalava attraverso le finestre laterali. Intorno al 1811 un commerciante di farina di Chieti, vedendo la struttura e il luogo dove era situata, decise di attivare il mulino a vento ultimando in breve i lavori. Ma il vento che si riusciva ad incanalare era insufficiente per attivare il meccanismo del mulino impedendo il regolare funzionamento. Un fallimento che portò alla condanna a morte dell’ingegnere che aveva realizzato i lavori e alla successiva morte, in circostanze ignote del commerciante. Da qui la convinzione della comunità che il luogo fosse maledetto. Nel 1882 Antonio Capuano volle ripristinare il mulino ma questa volta utilizzando pale esterne più leggere ed efficienti. Esso funzionò fino all’inizio del ‘900 quando il Capuano morì.

Il mulino a vento era di proprietà privata, nell’agosto scorso la cessione da parte dei proprietari al Comune.

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