L’argomento più discusso in Italia è il lavoro e la collegata crisi occupazionale sviluppatasi a causa dei problemi economico finanziari che hanno colpito molti paesi europei.
Spesso i nostri giovani tra i 18 e i 34 anni non solo hanno carenza lavorativa, ma perdono l’interesse anche a intraprendere un percorso accademico o scolastico data la difficoltà a trovare in seguito lavoro causa dell’alto tasso di disoccupazione.
E proprio la questione titolo di studio/formazione assume una portata molto complessa e fondamentale, dal momento che per la maggior parte degli esperti del settore lavoro, si tratta di quel valore aggiunto che può rappresentare la sola arma per fronteggiare la crisi.
Esiste dunque un modo per superare questa problematica?
Può la formazione giocare a vantaggio dei giovani, aiutandoli a trovare lavoro?
Acquisire le conoscenze giuste
Riuscire ad accumulare le giuste abilità e conoscenze è per gli esperti economisti uno dei modi migliori per intraprendere la propria ricerca lavorativa.
Non solo consente ad un giovane di incanalarsi in un determinato settore, ma insegna anche ad assumere maggiore consapevolezza di sé stessi.
Grazie a questa sicurezza, le mansioni indicative di una determinata professione vengono svolte con maggior efficienza e con più maturità.
Purtroppo la crisi occupazionale ha toccato quasi tutti gli ambiti: nella corsa a quei pochi posti di lavoro vacanti dunque, le conoscenze possono essere quel valore aggiunto che fa la differenza. Energia, attività, intraprendenza per quanto necessari non bastano per “farcela”. Lo studio, la teoria, un “titolo” hanno invece un valore oggi inestimabile.
Il possesso di un lavoro
Avere il titolo di studio, avere una laurea, è per i giovani un’alternativa in più di inserirsi prima nel mercato del lavoro.
Aiuta cioè a proteggere da una disoccupazione che è destinata a durare molto più di quanto si pensi. E concede una chance in più rispetto a chi ha una semplice licenza media.
Quanto appena detto, è stato confermato anche da un Rapporto del dipartimento Welfare della Cgil che mette a confronto gli anni prima della crisi (2007) e quelli successivi (dal 2018 in poi).
Il primo dato che è stato messo in risalto in questo rapporto è il calo del tasso di occupazione tra i giovani che hanno solo la licenzia media e i diplomati. Per i laureati si riesce ancora, bene o male, ad andare avanti.
Percorsi di formazione per i lavori on line
Quanto sono importanti dunque i percorsi formativi?
Secondo l’inquadramento argomentativo appena fatto, le abilità sono un plus necessario.
Cerchiamo di capire dunque quali oggi vengono considerati i settori in cui la formazione è necessaria per trovare lavoro.
Da qualche anno sono diventati molto gettonati i lavori online, o meglio quei lavori per cui si richiede una buona preparazione digitale. Se di base c’è un diploma specifico o una laurea mirata tanto di guadagnato: il soggetto si ritrova catapultato in un settore di massimo interesse, che pare resista alla crisi ma che richiede al contempo una preparazione discreta.
Il tipico esempio è dato dal web marketing, una disciplina molto peculiare in cui bisogna conoscere il mondo del web, ma anche quello della pubblicità. Nonostante oggi in Italia non esista ancora un corso di studio con questa dicitura, stanno nascendo però molti master e corsi di alta formazione che insegnano agli studenti i trucchi della comunicazione digitale. Questo non è che un esempio di come il titolo, insieme alla preparazione facciano la differenza.
Possono offrire numerosi sbocchi lavorativi anche corsi di formazione a tema linguaggi di programmazione, corsi di disegno e rendering come quelli inerenti l’utilizzo di CAD, corsi di video montaggio grafica e audio/video, corsi avanzati per l’utilizzo del PC e tanti altri. Basta girovagare un attimo su Google ed è possibile trovare una marea di strutture che organizzano corsi di formazione… l’importante è selezionare solo scuole affidabili, con docenti qualificati e non improvvisati come ad esempio www.puntonetformazione.com, che studiano soluzioni didattiche utili a guidare in modo semplice ed immediato gli allievi, talvolta anche con programmi formativi personalizzati.
In linea di massima dunque, quando si sceglie un percorso di studio, oggi come oggi, è importante tenere a mente quelle che sono le possibilità lavorative future. Se da un lato il cuore e la passione portano ad una scelta di piacere, dall’altro avere una propensione verso un percorso accademico finalizzato al lavoro sarebbe molto più astuto come atteggiamento.
Selezione in fase di colloquio di lavoro: la formazione fa la differenza
In base alle abilità e ai titoli di studio accumulati negli anni si scrive un curriculum e si comincia a passare al setaccio la bacheca delle inserzioni di lavoro.
Quanto conterà la nostra preparazione per essere selezionato dal recruiting aziendale? Sicuramente molto, rispetto a chi non può vantare in cv la nostra stessa carrellata di titoli.
La selezione infatti parte proprio dal curriculum, per cui formazione, titoli ed esperienza saranno le caratteristiche che vanno all’occhio maggiormente ai fini di un potenziale colloquio.
All’interno di un’azienda che cerca personale, sicuramente quel determinato posto di lavoro richiede delle abilità e delle conoscenze teoriche che solo chi ha studiato e ha appreso può realmente coprire.
L’addetto alle risorse umane dunque tenderà a selezionare quelle candidature in cui esiste il titolo, in cui effettivamente la materia la si conosce ed è stata toccata con mani. Ovviamente chi ha anche la sua bella dose di esperienze, sarà ulteriormente avvantaggiato.
Questo è il motivo per cui a conti fatti, la laurea, il diploma o anche la formazione professionale e i corsi di aggiornamento sono considerati un buon antidoto contro la crisi lavorativa, oggi male del secolo.