Alburni

Il DNA dell’uomo preistorico custodito nelle Grotte di Castelcivita

Riprendono le ricerche

Redazione Infocilento

20 Luglio 2019

Sono riprese le ricerche dell’Università di Siena – Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente – Unità di Ricerca di Preistoria e Antropologia nel sito paleolitico delle Grotte di Castelcivita. Gli scavi (8-22 luglio) si svolgono in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Salerno e Avellino, il Comune di Castelcivita e la Società Grotte di Castelcivita S.r.L.

Le indagini riguarderanno i livelli del Paleolitico superiore (Uluzziano e Protoaurignaziano) che continuano a regalarci evidenze sempre più importanti, indicative del fatto che le grotte furono assiduamente abitate da Homo sapiens fra 42.000 e 40.000 anni fa nella fase cosiddetta di “transizione”.

Si rinvengono infatti superfici di abitato con focolari, manufatti in pietra, oggetti di ornamento e resti degli animali catturati e consumati dai cacciatori paleolitici. Quest’anno, in particolare, la campagna di scavo sarà dedicata anche al prelievo di numerosi campioni di suolo dai quali potrà essere estratto DNA antico sia umano che animale, grazie all’utilizzo di tecniche all’avanguardia messe a punto al Max Planck Institute di Lipsia.

Dopo le indagini degli anni ‘70/’80 portate avanti dal Prof. Paolo Gambassini dell’Università di Siena, gli scavi a Castelcivita sono ripresi nel 2015 con l’intento di meglio chiarire i rapporti Neandertal vs. sapiens nel periodo in cui queste due specie umane coesistettero in Europa. A quattro anni di distanza i primi importanti risultati sono già in corso di pubblicazione su riviste internazionali del settore.

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