RUTINO. Sanzioni in arrivo per chi dà da mangiare ai piccioni o mette in essere altri comportamenti che ne favoriscano la diffusione. Il provvedimento arriva dal primo cittadino del Comune di Rutino, Giuseppe Rotolo.
Con un’apposita ordinanza il sindaco ha ritenuto opportuno vietare il costume di alcuni cittadini di alimentare questi volatili, prescrivendo inoltre ulteriori regole per limitarne la presenza; ciò in considerazione del fatto che la loro presenza allo stato libero nel territorio urbano “ha assunto proporzioni tali da costituire un serio rischio di natura igienico-sanitaria per il possibile pericolo di trasmissione all’uomo di malattie infettive e parassitarie, per il pericolo di danno a carico di edifici pubblici e privati”. Diverse le segnalazioni pervenute agli uffici comunali, in seguito alle quali il sindaco Rotolo ha firmato un’apposita ordinanza con la quale impone il “divieto di somministrazione a piccioni e altri volatili selvatici di cibo e granaglie, sia sul suolo pubblico che su aree private”; Inoltre ha ordinato “ai proprietari di edifici, agli amministratori condominiali e a chiunque a qualsiasi titolo vanti diritti reali su immobili esposti alla nidificazione e allo stazionamento dei piccioni di provvedere, a propria cura e spese; al risanamento e alla periodica pulizia dei locali e degli anfratti nei quali i piccioni abbiano nidificato e depositato guano; all’apposizione di griglie o reti per la chiusura di tutte le aperture di areazione e di accessi attraverso i quali i piccioni possono ivi introdursi e trovare riparo o luogo di nidificazione; impedire la sosta abituale e permanente dei piccioni sui terrazzi e sui davanzali e nei cortili applicando, laddove necessario, dissuasori”.
“L’alimentazione incontrollata di piccioni richiama un gran numero di esemplari anche da zone limitrofe, aumentando così le colonie in quantità incompatibili con l’ecosistema urbano – si legge nel provvedimento del sindaco – il numero di piccioni è in costante aumento per le particolari condizioni favorevoli come ad esempio la mancanza di predatori, l’elevata prolificità e la disponibilità di luoghi idonei alla riproduzione; la massa delle deiezioni reca grave pregiudizio e degrado all’ambiente urbano, con conseguenti aumentati costi di pulizia e manutenzione”. Di qui la decisione di intervenire con un apposita ordinanza che introduce specifici divieti.