Due mesi per conoscere l’esito di una partita partita. Il match sarà rigiocato la prossima settimana
“Una vita avara, avara…” potremmo citare l’Avvocato D’Angelo di “Un giorno in Pretura”, oppure proferire il detto “Cornut e mazziat”, per raccontare l’ingiustizia sportiva in cui è incappata la Polisportiva Marina.
I fatti: il 2 dicembre è in programma il match di Seconda Categoria tra Caprioli e Polisportiva Marina, un derby inter-comunale abbastanza sentito nelle frazioni di Caprioli e Marina di Camerota. Le forti piogge cadute appesantiscono il campo, tale da renderlo impraticabile e l’arbitro non può fare altro che decretarne il rinvio. Passano dei giorni ed il 13 dicembre il match finalmente si recupera ed è qui che comincia l’odissea sportiva per la Polisportiva.
Tenetevi forte, perchè ne sentirete delle belle. La squadra scende in campo per il riscaldamento alle ore 14:05, visto che il fischio d’inizio è inizialmente previsto per le 14:30, ma l’arbitro tra l’incredulità generale da parte di dirigenti e calciatori ospiti, fa tardare l’inizio di oltre mezz’ora perchè alla squadra locale “mancano” dei calciatori presenti in distinta, ma assenti in quell’istante (mistero numero 1). Le compagini, dunque, con mezz’ora di ritardo scendono in campo. La partenza degli uomini di mister Infantini è veemente, nel giro di pochi minuti arrivano tre reti, ma sul finire del tempo arriva nuovamente un fortissimo fenomeno atmosferico che trasforma il campo in un’autentica pantano. A quel punto i padroni di casa (legittimamente) sotto di tre reti, chiedono con insistenza di sospendere il match (nelle categorie dilettantistiche le partite sospese riprendono dal 1′ e sul punteggio di 0-0). L’arbitro fa orecchie da mercante e ribadisce ai capitani delle due squadre che, anche in caso di ‘apocalisse’, ha ricevuto ordini precisi di portare a termine il match. La ‘notte’ cala sul campo sportivo di Caprioli, ma i padroni di casa con un sussulto d’orgoglio sfiorano la rimonta, accorciano le distanze nel finale concitato, che, diventa incandescente, dapprima trovando il gol del 2-3 al 90′, e poi quando l’arbitro decide di diventare assoluto protagonista, facendo continuare a giocare per ulteriori 4 minuti dopo i 3 inizialmente concessi. Gli ospiti non ci stanno, si innervosiscono, e per proteste il capitano e bomber Esposito autore di una doppietta pregevole, viene espulso. L’arbitro al 97′ decreta la fine delle ostilità, la Polisportiva vince 3-2, il campo ha decretato il suo verdetto, ciò che ne consegue è un vero e proprio “papocchio burocratico all’italiana” che penalizza fortemente soltanto la Polisportiva Marina.
E arriviamo ai fatti del dopo partita. I dirigenti del Caprioli preannunciano ricorso in quanto le distinte di gara non sono state consegnate prima del match alle due squadre (piccola precisazione, un’analoga sorte toccò proprio alla Polisportiva Marina in quel di Laurino, l’arbitro dimenticò di consegnare le distinte, la Polisportiva uscì battuta sul campo per 7-4 e finì lì, ma ovviamente ognuno è libero di gestire le società come meglio crede e di fare tutti i ricorsi che vuole). La Polisportiva dal canto suo, nonostante la vittoria, chiede all’arbitro di appuntare che la partita è iniziata con mezz’ora di ritardo e che si è giocato il match completamente al buio (i riflettori non funzionavano e per regolamento al buio non si può giocare), l’arbitro promette: “ci penso io, metto a referto tutto”. Bene, in poco meno di due mesi il Caprioli ha vinto il ricorso, l’arbitro è stato “punito” momentaneamente e la disputa del match è stata programmata inizialmente per il 10 gennaio. I dirigenti della Polisportiva Marina, che nel frattempo avevano fatto contro ricorso (vista anche la squalifica del proprio capitano nel derby del 17 dicembre perso contro il Lentiscosa), ottengono la sospensione del match e pensano che la querelle sia finita qui. Arriviamo ai giorni nostri ed in data 01/02/2018 sul c.u. della Figc Campania, compare la ri-disputa della “partita infinita” tra Caprioli e Polisportiva Marina fissata e programmata per mercoledì 7 febbraio.
Morale della triste storia: l’arbitro, autentico colpevole del papocchio, dopo una breve sospensione ha ripreso a dirigere partite (ahinoi), il Caprioli ha ricevuto la ‘dolce caramellina’ e la Polisportiva Marina, assoluta parte lesa subisce una doppia beffa. Vittoriosa sul campo si vede costretta a rigiocare la partita. I calciatori e la società minacciano clamorose azioni di protesta seguendo le orme della Vigor Castellabate, ed in più nessuno le restituirà il derby da rigiocare contro il Lentiscosa, disputato senza l’apporto del suo bomber (17 gol in campionato fin qui), espulso nel “match fantasma” disputato il 13 dicembre. Il neo presidente della Figc Campania, Salvatore Gagliano, in un’intervista a riguardo, dichiarò che la giustizia avrebbe fatto il suo corso, se di errore tecnico e umano si è trattato è giusto ripetere il match, però sarebbe giusto anche ripetere il match contro il Lentiscosa, non vi pare? Ma ecco che qui entra in gioco l’umiltà e la dignità della società presieduta da Tommaso Pezzuti, nel sapere accettare la sconfitta sul campo e nell’intento di non falsare i campionati sovvertendo il risultato sancito in maniera del tutto legittima da parte degli avversari sul campo (questione di stile).
Lasciamo con gli ultimi interrogativi, che speriamo possano essere fonte di una sana discussione: sarebbe opportuno sospendere l’arbitro a tempo indeterminato o assolverlo? Questa è giustizia sportiva o accanimento frutto di disgraziate circostanze nei confronti della società di Marina di Camerota? A Voi attenti lettori e sportivi l’ardua sentenza.