Curiosità

Le bellezze della costa del Cilento: tappa a Centola Palinuro

Alla scoperta della Costa del Mito

Antonella Capozzoli

29 Giugno 2017

Il paesino di Centola è arroccato su su un contrafforte compreso fra i fiumi Lambro e Mingardo, tra le propaggini del monte Rondinella – con querceti, olivi secolari, viti e fichi, – e il monte Bulgheria. 

L’origine del nome – e del villaggio – deriverebbe dal numero dei superstiti scampati alla furia che Belisario riversò sugli Ostrogoti nel territorio della Molpa. I cento sopravvissuti raggiunsero le colline e si stabilirono ai piedi della montagna delle Fontanelle, in un posto riparato e sicuro, detto Vallone, e fondarono la città di “Centula”.

 Uno storico del Settecento, l’Antonini, ricorda una donazione fatta nel 1086 da Ruggiero Sanseverino al “Monastero di Santa Maria di Centola”, mentre troviamo ancora la citazione “Monasterium Sanctae Mariae de Centula” nelle “Rationes Decimarum Italiae” relative agli anni 1308-1310: non c’è dubbio, dunque, sulla natura medievale e monastica del borgo. Testimonianza concreta, sono  le torri, tutte ancora in buone condizioni, disseminate lungo la costa del Comune: il Fortino, la torre del Capo, la torre Formica, la torre Mozza o del Monaco, la torre del Mingardo, la torre di Calafetente e quella di Chianofaracchio.

Famosa e suggestiva è la frazione di San Severino. Sembra un vero e proprio paese fantasma: un antico borgo di origine medievale definitivamente abbandonato nel secolo scorso e oggi oggetto di salvaguardia e promozione.

Il fascino delle rovine del borgo è impareggiabile. L’antico insediamento situato su un colle che affaccia sulla valle del Mingardo risulta diviso in due parti dalla forma sellare della cima: da una parte troviamo la zona del castello e della chiesa, e, dall’altra, la zona delle abitazioni civili. Il luogo, intriso di mistero, è meta prediletta dei turisti che vogliono immergersi nella storia sommersa del paese.

La frazione, forse, più conosciuta del Comune,  è Palinuro. Forte della Bandiera Blu FEE e delle 5 Vele di Legambiente e Touring Club per l’anno 2017, Palinuro si inserisce fra le migliori località balneari del Cilento.

Sono presenti sul territorio due splendidi musei: L’antiquarium,  realizzato negli anni ’60 al fine di dare una collocazione alla miriade di reperti archeologici rinvenuti per un succedersi di scavi; Il Museo delle Testimonianze e della Memoria del Comune di Centola, che custodisce i ricordi del territorio, diligentemente selezionata, catalogata ed organizzata per settori.

Le spiagge di Palinuro sono una vera e propria ricchezza: da quella del Buondormire, con la sabbia dorata e il mare cristallino raggiungibile soltanto via mare, alla spiaggia del Porto, da cui è possibile vistare le grotte; da quella dell’Arco Naturale, location di tanti film ( Gli argonauti 2, Ercole alla conquista di Atlantide e Scontro di titani), alle Spiagge della Salina, lunga quasi 5 chilometri e adatta alle vacanze di tutta la famiglia.

Fra le attività predilette dai turisti, le escursioni alle Grotte di Capo Palinuro guadagnato certamente il podio. Partendo dal porto, si visita la Grotta Azzurra, che è la cavità più estesa di tutto il complesso di grotte che ospita Capo Palinuro. Questa si apre sul fianco settentrionale di punta della Quaglia, con una entrata triangolare alta 6 metri e larga 10. Il suo nome e il suo fascino dipendono dallo spettacolare effetto prodotto dall’azzurro che, provenendo apparentemente dal fondale marino, illumina l’intero ambiente rendendolo magico e suggestivo.

La tappa successiva è rappresentata dalla  Grotta del Sangue. La cavità, si intuisce, deve il suo nome al colore delle pareti interne che ricorda quello sangue rappreso e che, riflettendosi sulla superficie marina, lascia intravedere nelle acque della grotta una sfumatura rossastra.

Oltre la punta del Mammone, nella Cala Fetente, si trova la Grotta Sulfurea,  espressione massima del fenomeno idrotermale di Capo Palinuro. Il fondale e le pareti sprigionano vapori di acido solfidrico che danno alla ozna il caratteristico odore di zolfo.

La Grotta dei Monaci, poi, è molto interessante da visitare grazie alle particolari e curiose formazioni stalagmitiche che, nel tempo, hanno assunto nell’immaginario delle persone le sembianze di altrettanti fraticelli avvolti nel saio.

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