Dalla BCC di Monte Pruno appello al Presidente della Repubblica ed ai Parlamentari.
Non sono state positive le prime reazioni del mondo cooperativo allโindomani del provvedimento di riforma che rischia seriamente di modificare uno dei settori che piรน ha dato ossigeno allโeconomia italiana.
Queste le parole del Direttore Generale della Banca Monte Pruno Michele Albanese: โCโรจ grande preoccupazione allโinterno del movimento del credito cooperativo e lo si legge anche dalle reazioni di Federcasse, che parla di indebolimento della coerenza cooperativaโ.
โCon lโultimo Consiglio dei Ministri โ aggiunge il direttore della Bcc โ sono venuti al pettine tutti i nodi che, da circa un anno, cerchiamo di sottoporre, insieme alla BCC di Aquara, allโattenzione di tutti attraverso lettere, comunicati ed interventi vari. Il grido dโallarme non รจ stato ascoltato ed oggi ci troviamo a contare i danni di un provvedimento che cancellerร piรน di 130 anni di storia. Nel giro di pochi mesi, quindi, ci potremmo ritrovare di fronte a qualcosa di completamente diverso rispetto allโattuale sistema. Sono diverse le preoccupazioni che ci assillano, a partire, in primo luogo, dallโeffetto che questa riforma avrร sul territorio, in quanto, le linee strategiche della holding e della capogruppo cambieranno il modo di operare, di pensare e di confrontarci con la clientela, dandoci il ruolo di meri esecutori di decisioni adottate da chi avrร il grave limite di fondo di non conoscere il territorio e le sue dinamicheโ.
โIl nostro sistema โ prosegue โ rischia seriamente di essere intaccato nelle sue radici, nel modo unico di supportare lโeconomia locale, nellโazione di vicinanza al territorio. Se a questo aggiungiamo anche il negativo impatto occupazionale che avrร il provvedimento, si capiscono benissimo le conseguenze generali che produrrร .ย Essendo noi tra le banche considerate virtuose, non abbiamo paura di confrontarci con le logiche di un gruppo bancario, ma abbiamo la consapevolezza che nulla sarร piรน come prima e che potremmo trovarci in una situazione meno solida rispetto a quella che il Governo immagina.ย La riforma, infatti, creerร un rischio molto serio e delicato, che preoccupa tutti noi: lโuscita dal gruppo di quelle BCC piรน grandi e patrimonializzate, cosรฌ da generare, giร in partenza, una holding debole, a danno di tutto il sistema; principio questo completamente incoerente rispetto agli obiettivi primari della riforma fissati dal Governoโ.
โSiamo convinti che la scelta connessa al way out a 200 milioni, per lโappunto, sia stata tarata dal Governo esclusivamente per favorire alcune lobby o alcuni territori dโItalia, (si ricordi come tra queste ci siano solamente Banche del Nord e del Centro Italia โฆ) in quanto, รจ palese come poche BCC abbiano la possibilitร di tirarsi fuori dal gruppo bancario, oltretutto, senza versare un euro al Fondo per la Mutualitร โ dice Albanese โย Ed a proposito di patrimonio e di soliditร , non condividiamo lโobbligo di mettere a fattor comune i patrimoni delle BCC, in quanto, penalizza chi ha lavorato con sacrifici e criterio alla crescita della propria Banca, a favore di realtร che hanno operato con spregiudicatezza e contrariamente ai principi di sana e prudente gestione.ย Risorse queste che non sono di proprietร delle BCC, bensรฌ dei soci, sulle quali qualcuno sta impropriamente speculando.ย Eโ questo un modo autoritario e forse anche incostituzionale per dire stop al fare banca con finalitร mutualisticheโ.
โAttendiamo adesso la pubblicazione dei documenti definitivi per fare una valutazione complessiva, ma resta il fatto che si รจ trattato di una pessima riforma, consegnata nelle mani di un mondo che doveva essere migliorato e fortificato, non annullato, riuscendo dove aveva fallito il fascismo che, a suo tempo, cercรฒ giร di eliminare il mondo della cooperazione.ย Lโappello ora โ conclude Michele Albanese โ va a chi si troverร di fronte ai prossimi atti e ci riferiamo al Presidente della Repubblica, il quale dovrร valutare concretamente la possibilitร di non firmare il decreto, in quanto, non รจ individuabile chiaramente il carattere dellโurgenza; in aggiunta, anche il Parlamento e qui richiamiamo la sensibilitร dei Parlamentari del territorio e del Sud Italia, proprio dove il provvedimento creerร i maggiori problemi in termini, ad esempio, di sostegno al tessuto delle PMI, perchรฉ valutino seriamente lโopportunitร di non convertire in legge un provvedimento che cancella un sistema che puรฒ dare ancora tantissimo allโeconomia italiana e che non si รจ tirato indietro nel momento del bisogno, valorizzando il localismo e la mutualitร โ.