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Attualità

Laurino, Sant’Elena. La ricorrenza di Maggio e la leggenda dei buoi

Di Giuseppe Conte 8 anni fa
6 min. di lettura
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Laurino vanta una storia secolare, testimoniata da fastose architetture e da ricche pagine di memorie. Sotto l’aspetto religioso è “Elena Consalvo” a far da padrona, una Santa anacoreta di nobile animo.

Elena nasce a Laurino nella prima metà del VI sec. secondo quanto concordano diversi biografi; altri studi, invece, portati alla luce in tempi più recenti, collocano la sua nascita fra l’VIII e il IX sec. La vita terrena della fanciulla si esaurisce con gli anni della giovinezza, venendo a mancare a solo 21 anni. Una breve esistenza che da sempre s’intreccia che la netta natale ove è vivo l’antico culto. La famiglia che diede i natali ad Elena all’epoca non era particolarmente agiata ma fatta di persone oneste. I Consalvo, dunque, trasmisero tutta la loro semplicità ad Elena. La bellezza e l’umiltà della fanciulla, ben presto divennero oggetto d’invidia; fu così che accuse infondate costrinsero la famiglia a continui rimproveri e maltrattamenti verso una giovane dedita alla fede cristiana ed alla generosità. La bontà di Elena, però, superava ogni confine materiale, e quando fu costretta ad all’allontanarsi dalla famiglia, s’incamminò solitaria verso le alture che circondavano il paese; si ritirò in un luogo isolato nel cuore della montagna, nei pressi dell’odierna località denominata Pruno, stabilendosi in un anfratto, una caverna che le fu da dimora. A questo aveva portato la sua vocazione per Dio, che in coscienza di una dolce fanciulla, non riuscì a vanificarsi nemmeno con le ingiuste ingiurie addebitategli dalle genti. Ed è qui che ha inizio la vita di Elena come anacoreta, la vita di una Santa eremita: lontana dagli affetti e da ogni segno di vita umana, tra la vegetazione ove solo il cielo è limpido e visibile, lo stesso cielo che le aprirà la via della vita eterna, a stretto contatto con il Dio che lei tanto amava. In questo angolo sperduto trascorre i pochi anni della sua vita, e nonostante stenti e sacrifici, vive le giornate in preghiera, elevando le sue invocazioni al mondo celeste.
Nella seconda metà del 1200, le reliquie, furono nuovamente riportate in territorio campano, nella città partenopea, ad opera di Margherita di Bourgogne, sposa di Carlo I D’Angiò. E passarono lunghi periodi prima che le reliquie fossero definitivamente restituite ai laurinesi. Solo sul finire dell’800 Elena ritorna alla terra natia, e da allora la Santa riposa riposta in un’urna all’interno della Collegiata di Santa Maria Maggiore. Diversi altari elevati ad Elena Santa insistono nella città di Lauino; e diverse sono le leggende che ne spiegano il significato. Secondo una di esse, in ogni luogo ove Elena aveva lasciato il segno, fu elevato un luogo di culto.
A Pruno, secondo la tradizione, Elena si ritirò in eremitaggio: una cancellata chiude la grotta adibita a piccolo santuario. Al suo interno si conserva un piccolo altare del 1730. Il luogo è meta di pellegrinaggio il 29 del mese di giugno.
Gorgonero ha una storia meno certa. Non si conviene in una opinione unitaria circa l’anno di fondazione di questa cappella, i cui studi oscillano fra il VI sec. e i secoli VIII-IX. Non è possibile nemmeno stabilire con esattezza se l’edificazione sia di stampo romanico-bizantino o decisamente medievale. Ciò è dovuto anche ai rifacimenti che la struttura ha subito nel corso dei secoli. Sorge nei pressi del fiume Calore, a poca distanza dalla località Pruno, ove un tempo pare vi sia esistito un cenobio italo-greco, il quale confermerebbe, in un certo senso, la veridicità del culto della santa in loco. Anticamente, all’interno sorgeva un primitivo altare in pietra, poi sostituito e vi si conserva una statua della Santa risalente alla prima metà del 1700. Inoltre, vi è la presenza anche di un altra scultura che rappresenta Elena in giovane età.
Nel centro abitato, invece, sorge l’ennesima costruzione dedicata alla Santa. È la chiesa di Sant’Elena, la quale, secondo la tradizione, venne edificata laddove sorgeva la casa natale. Risale ai primi lustri del 1700 ed è una costruzione molto semplice. All’interno, della stessa epoca è la statua lignea che la raffigura; ad arricchire e dar pregio al luogo, sono le scene raffiguranti Elena in vari momenti della sua vita rappresentate nelle volte.
La devozione verso Sant’Elena, in paese si manifesta in più occasioni durante l’anno. A Maggio, un carro trainato da buoi porta in processione l’urna contenente le reliquie della Santa; evento raro, considerato che, l’urna lascia occasionalmente la sua collocazione. Il rituale calca l’antica leggenda, secondo la quale, al ritrovamento del suo corpo, più paesi ne rivendicarono la proprietà. La risoluzione della contesa fu affidata ad un carro di buoi. Gli animali si misero in marcia e si diressero verso Laurino, confermando la volontà della giovane Santa di dimorare nella sua città natale. Ogni 22 Maggio si ripete la tradizione che, in passato, si contornava di grande fasto. In diversi angoli del paese le “focare” annunciavano la festa e illuminavano il passaggio del corteo processionale.

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