Editoriale

Un anno senza ospedale.

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A volte la rabbia come il dolore si dimentica e lascia solo un senso di nostalgia. Questo non è l'inizio di un romanzo ma le sensazioni che gli agropolesi percepiscono a poco più di un anno dalla sconfitta più eclattante, la chiusura dell'ospedale civile. Non passa giorno che non senta dire da qualcuno "Ci hanno rubato l'ospedale" oppure "tutta colpa dei politici", forse è vero o forse la colpa è del tutto nostra che abbiamo creduto ciecamente ai tanti che assicuravano che il nosocomio non sarebbe mai stato serrato, abbiamo fatto fare ad altri quello che dovevamo fare noi, ovvero dare prova che realmente ci tenevamo per una struttura di vitale importanza per il nostro territorio. Allo stesso tempo la regione Campania ci ha fatto comprendere che l'Articolo 32 della nostra Costituzione è soltanto propaganda e che la sanità è un privilegio per pochi eletti. La sanità o meglio i presidi sul territorio sono un bene pubblico e come tali dovrebbero garantire la salute a tutti senza pensare troppo ai bilanci dove la voce primaria sono gli sprechi senza utile. Concludo nel riportare un commento fatto su Facebook da parte di un cittadino che alla condivisione dell'articolo di Infocilento sull'anniversario della chiusura dell'ospedale ha scritto: "lì hanno salvato mio fratello".

 

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