Rubriche

Svelato il mistero dei primi Gladiatori di Paestum e di Agropoli


Alessandro I il Molosso e i Gladiatori Lucani

Ringraziando tutti coloro che hanno letto e contribuito alla diffusione del precedente articolo,   cercherò, nei limiti dell'appassionato di storia locale, in base a nuove ricerche fatte su pubblicazioni di famosi archeologi e di affermati studiosi della materia riguardanti date, luoghi, avvenimenti e reperti archeologici, di analizzare e di svelare il mistero sui primi Gladiatori di Paestum e di Agropoli.

Gladiatori, quando la morte dava spettacolo. Alessandro I il Molosso, Re d'Epiro.
Il ritorno dei guerrieri Lucani dalla guerra contro Alessandro I il Molosso.
La nascita del Mito dei Gladiatori.
I Romani conquistano Paistom ed importano i giochi dei Gladiatori a Roma.


Focus, la rivista mensile di scienza, sociologia ed attualità ha pubblicato, nel mese di luglio 2012, una speciale monografia dal titolo: “Gladiatori, quando la morte dava spettacolo”. In uno dei numerosi ed interessanti articoli dedicati ai gladiatori è stata intervistata la Prof.ssa Luciana Jacobelli, docente di Metodologia della Ricerca Archeologica all'Università del Molise, Docente di Civiltà Romana all'Università di Milano-Bicocca. Ha scritto il libro: “Gladiatori a Pompei”.
Alla domanda: “Come divennero così popolari i giochi gladiatori?” Risponde: “In origine erano riti funerari. La traccia più antica di giochi gladiatori è stata trovata in alcune tombe di Paestum (Salerno) del IV sec. a.C. e probabilmente allora gli spargimenti di sangue avevano un significato simbolico legato al culto dei morti. Si chiamavano infatti Munera, cioè dovere, dono. A poco a poco, però, i combattimenti acquistarono una popolarità tale da vivere di vita propria ...”.




Parto da questa dichiarazione per cercare di capire perché sono nati i giochi gladiatori a Paestum e ad Agropoli. Vi proporrò una veloce ricostruzione dove ipotizzo la connessione storica tra l'invasione di Paestum da parte di Alessandro I il Molosso ( dal 333-332 al 331-330 a.C. circa) e le tombe Lucane cosiddette "Ritorno del Guerriero"(presumibilmente 340-320 a.C.).


Mappa dell'antica Lucania

Alessandro I il Molosso, Re d'Epiro, era lo zio di Alessandro Magno (il Re dei Re) e di Pirro. Nel 333-332 a.C. Taranto, in continua lotta con i Lucani, chiamò in aiuto Alessandro I il Molosso, superbo stratega greco nell'arte della guerra, che subito sbarcò in Italia, quasi fosse già pronto all'invasione. Proprio in quegli anni Alessandro Magno, nipote del Re Epirota, dopo aver consolidato la sua posizione in Grecia,volse il suo sguardo ad Oriente per conquistare l'Egitto e la Persia. Questo ci fa immaginare che zio e nipote avessero già concordato un piano militare per conquistare il Mondo. Alessandro I il Molosso ad Occidente ed Alessandro Magno ad Oriente. Quale migliore occasione della chiamata in aiuto del popolo tarantino per iniziare la conquista dell'Occidente?

Mappa dell'Antica Grecia


Il Re d'Epiro iniziò la sua campagna militare in Italia conquistando parte dell'Apulia (Puglia), fra cui Arpi e il porto di Siponto. Avanzò verso occidente, superò velocemente gli Appennini e puntò alla riconquista della ex colonia greca Poseidonia, in mano ai Lucani. Alla foce del fiume Sele (presumibilmente nel 332 a.C.), Alessandro I il Molosso con il suo poderoso ed agguerrito esercito si scontrò, ingaggiando una cruenta e sanguinosa battaglia, con le forze congiunte Lucano-Sannite. Gli eserciti Lucani e Sanniti, pur essendo numericamente inferiori, combatterono con grande coraggio ed ardore, difendendo prima i confini sul fiume Sele e poi, ripiegando, si barricarono sulle mura della città. Nonostante la precisione degli arcieri, l'abilità dei cavalieri e il coraggio dei fanti, le sorti della battaglia furono decise dalla grande esperienza di Alessandro I il Molosso che piegò la rabbia e l'impeto dei guerrieri Lucani-Sanniti, riconquistando Poseidonia ed Elea. Nella battaglia morirono molti guerrieri lucani, altri riuscirono a fuggire verso il sud della Lucania, ma alcune centinaia furono costretti a sottomettersi e a combattere come guardie personali di Alessandro I il Molosso. Paistom ritornava ad essere Poseidonia.


Scena di battaglia, Tomba della necropoli di Andriuolo - Museo di Paestum


Due anni di vittorie avevano rafforzato la sua posizione militare nell'Italia meridionale ed il Re Epirota ripartì con l'esercito all'assalto di Cosenza, capitale dei Bruzi. La meta successiva sarebbe stata la riconquista delle città greche della Calabria. Era il 331-330 a.C. Alessandro I il Molosso giunto a pochi chilometri da Cosenza , nella valle di Crati a Pandosia, subì un agguato dal rafforzato esercito Lucano, alleatosi con i Bruzi. L'attacco inaspettato, un improvviso temporale, la piena del fiume e il tradimento della Guardia Personale, formata da soldati Lucani, lo spinsero nel triste ed oscuro vortice della sconfitta. Riuscì ad attraversare il fiume in piena e quando oramai la salvezza era certa, Alessandro fu trafitto ed ucciso dalla lancia di un soldato lucano della sua scorta. L'antica profezia si era avverata: “Alessandro morirai dopo aver oltrepassato l'Acheronte ”. Così si chiamava il fiume nella valle di Crati, ma Alessandro non lo sapeva. Il suo corpo fu sventrato. Le carni sepolte da una mano pietosa a Cosenza e le ossa inviate alla famiglia in Epiro, dove il nipote Pirro si preparava a vendicare lo zio ucciso, invadendo le terre italiche. L'esercito Lucano fece ritorno a Paistom oramai abbandonata dal manipolo di soldati greci lasciati a guardia della città, ritrovando il suo popolo in festa per la gloriosa vittoria. Finalmente, dopo due anni di battaglie e di sofferenze, le famiglie avrebbero potuto riabbracciare i loro uomini.


Ritorno del guerriero, Tomba della necropoli di Vannullo - Museo di Paestum


Tomba a camera lucana. Ritorno del guerriero - Museo di Paestum


Con la drammatica invasione di Alessandro I il Molosso fatta di cruente battaglie, di migliaia di morti, di indicibile disperazione e di profonda miseria nacque il mito del ritorno dei guerrieri lucani dalla vittoriosa battaglia di Pandosia. E' probabile che il trionfo militare sul Re Epirota abbia rafforzato le classi aristocratiche militari Lucane che iniziarono a celebrare l'anniversario della vittoria con grandi festeggiamenti che dedicarono ai guerrieri morti in battaglia. Al centro delle cerimonie c'erano vari giochi (corse di quadrighe, gare di pugilato) e i primi spettacoli di Gladiatori che si tenevano in forma di esibizione tra i soldati Lucani e con combattimenti all'ultimo sangue tra i soldati Greci prigionieri, trattati come schiavi.


Scene di pugilato e di gladiatori, Tomba della necropoli di Andriuolo - Museo di Paestum


In seguito, con le scene dipinte sulle tombe, fu data l'immortalità storica ai ricchi veterani della gloriosa vittoria su Alessandro I il Molosso, Re d'Epiro. Ed è plausibile che la tradizione dei giochi funebri dei gladiatori (Munera) sia stata importata dai Romani dopo l'occupazione di Paistom, ribattezzata Paestum. Infatti i Romani occuparono Paistom intorno al 273 a.C. e solo anni dopo, nel 264 a.C. i figli del console Giuno Bruto Pera fecero esibire, in onore del padre morto, delle coppie di gladiatori. Dalla vittoria dei Lucani di Paistom su Alessandro I il Molosso nascerà a Paestum e ad Agropoli, e si diffonderà grazie a Roma in tutto il mondo, il Mito dei Gladiatori.


Duelli di Gladiatori, Tomba della necropoli di Laghetto - Museo di Paestum


2011, Tombe Lucane di Paestum in mostra ad Amburgo (Germania)

Il professore Mario Napoli, grande archeologo, Soprintendente dei Beni Archeologici di Salerno, nell'aprile del 1975, intervistato dalla rivista Nuovo Sud per la scoperta di alcune tombe lucane, alla domanda: “Qual'è l'importanza di questo ritrovamento?”. Rispose: “Innanzitutto esso può illuminarci sulla storia e sulla cultura dei Lucani (...) Ma sopratutto i dipinti che abbiamo ritrovato sulle grandi lastre, sono testimonianze della pittura Lucana. Questa pittura, insieme a quella Greca – di cui il Tuffatore è l'esempio più fulgido – potrà essere motivo interessante per un maggior richiamo di Paestum nel Mondo. Paestum si presenta, allo studioso e al turista, sotto una luce ancora più affascinante”. Spero che sia giunto il momento che gli Enti Pubblici locali pubblicizzino adeguatamente la primigenia storica dei Gladiatori che per tanti anni è rimasta chiusa nelle prestigiose mura di un Museo.

Ernesto Apicella




Questa è la campagna di promozione Storico-Turistica sui Gladiatori Lucani presentata da Ernesto Apicella Editore alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum 2012.








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