Cilento a tavola

Storia del Fiano e la sua evoluzione nel Cilento

notizie

Perché ostinarci a parlare della storia dei vigneti nel Cilento? La risposta è molto semplice: poiché cultura vuol dire conoscenza, e solo tramite essa possiamo essere coscienti di ciò che ci piace, di ciò che siamo. Molte volte saper bere un buon vino significa anche riconoscere alcuni tratti distintivi legati al territorio in cui viene prodotto e questo potrebbe essere assunto come marchio di garanzia e di qualità, a prescindere dai premi vinti nelle manifestazioni o dai nomi sulle etichette.

 In questa occasione vorrei parlare di un grande vino, di un grande nome che probabilmente è conosciuto anche a livello internazionale: il Fiano. Il nome, secondo diverse testimonianze reperibili facilmente anche sul web, sarebbe legato ad una popolazione romana di origine Ligura che viveva nei monti Apuani emigrata tra i colli Irpini a causa della guerra. Un altro etimo coinvolge invece il termine apina, ossia un vitigno amato molto dalle api che succhiavano un nettare abbastanza dolce. Il grappolo di questo magnifico vitigno si presenta di piccole o medie dimensioni, di forma piramidale alata con acini molto serrati di medie dimensioni e forme ellittiche. La buccia si presenta spessa, dorata e poco pruinosa. Il vitigno è vigoroso, fertile ma con basse rese esprimendosi pienamente su terreni con trama vulcanica ma anche a trama argillosa ( tipico delle condizioni cilentane). Dal bollettino ampelografico sappiano che il Fiano è stato riconosciuto nel 1875 anche se con diverse denominazioni. Quella più famosa è sicuramente la denominazione Fiano di Avellino, da anni e da tutti riconosciuta come garanzia di vini di alta qualità. Tuttavia esistono anche altre zone di produzione molto importanti, come Caserta, il Sannio nella zona Beneventana, la Basilicata, e anche la Puglia che da qualche anno produce il Fiano in purezza, con ottimi risultati. Tutte queste informazioni ci permettono di capire che il Fiano ha un'ottima versatilità in termini di produzione e quindi, la riuscita qualitativa del vino non dipende tanto dalla zona storica di produzione piuttosto dalle tecniche impiegate e dal “terroir”.

Ed è con questo dato quasi scientifico che voglio introdurre i grandi e magnifici Fiani Cilentani che eccellono nella produzione dei vini di grande struttura, complessi con un bouquet olfattivo variegato, e con note sapide caratterizzanti che li distinguono da qualsiasi altro Fiano, qualsiasi sia la provenienza. Tra l'altro è proprio nel Cilento che il Fiano molte volte ha bisogno di essere tagliato in produzione con altri vitigni per ammorbidire il suo carattere deciso e austero, per palati più sensibili o comunque per risultare più accomodante ( non tutti riescono ad apprezzare vini bianchi con quasi 14.0% volume di alcol). Tra le tante aziende vitivinicole cilentane non esiste nessuna che abbia prodotto un Fiano in purezza e che abbia fatto un pessimo vino!!!! Io, sinceramente, li ho sempre trovati all'altezza di abbinamenti gastronomici abbastanza impegnativi. Con ciò vorrei aprire anche una linea di degustazione e di accostamento gastronomico con il Fiano Cilentano abbandonando la concezione che il vino bianco può essere abbinato solo a pietanze a base di pesce:

-Proviamo ad assaggiare un pezzo di Caciocavallo Podolico a pasta non troppo dura e vediamo come la struttura del vino riesce tranquillamente ad equivalere la struttura del formaggio.

-Proviamo la Mozzarella di Bufala e lasciamo che la succulenza indotta del bocconcino venga equilibrata dall'alcolicità del vino abbastanza accentuata.

-Proviamo la soppressata di Gioi Cilento e abbandoniamoci alla grassezza del salume che si sposa magnificamente con la freschezza del vino che dona alla bocca una piacevolezza unica.

-Proviamo la dolcezza del Fico Bianco impaccato che viene mitigato e stuzzicato dalle note minerali del vino, così come la brezza marina accarezza la superficie verdognola dei fichi.

-Proviamo il Carciofo di Paestum arrostito e messo sott'Olio extra vergine di oliva Cilentano, lasciando qualche lacrima di olio sulle nostre labbra tali da confondersi con la sapidità del vino.

Spero di aver suscitato la fantasia di qualche lettore confidando che, scegliendo un antipasto di terra in qualsiasi dei ristoranti Cilentani, possa avere il piacere di provare questo abbinamento con uno degli austeri, particolari ed univoci Fiani Cilentani.

Top
Condividi su Facebook
Condividi su Twitter
Condividi su Whatsapp
Condividi su Linkedin