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"Sono solo parole": #Speculazione

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#Speculazione

Parola di uso medio, ‘speculare’ mi sembra interessante. Etimologicamente fa riferimento all’osservazione da una specola, ovvero da un luogo elevato. In senso filosofico e astratto, invece, speculare rimanda all’indagine di pensiero, con la mediazione dell’intelletto.

Un significato non meno noto è quello di compiere operazioni commerciali e finanziarie sfruttando situazioni particolarmente favorevoli, come in Borsa Valori. La speculazione negativa è un tentativo di ipotizzare che si verifichi, nel tempo, un certo evento. Una scommessa economica suffragata dal nulla che costituisce una finanza creativa basata su catene micidiali: contrazione mutuo, credito bancario, vincolo che emette obbligazioni. In teoria non ci sarebbero problemi se il sistema non prevedesse anche la contrazione di debiti da parte di società fantasma o di pagatori dalle spalle deboli. La speculazione sui derivati potrebbe frantumare gli specchi e perciò meglio tacere.

Estensivamente, il termine è collegato al profitto ottenuto da una situazione vantaggiosa, con poco scrupolo e più o meno illecitamente, allo scopo di trarne profitti personali. La speculazione nel settore edilizio, inoltre, è storicamente legata all'urbanesimo. Già nella Roma imperiale, con il suo milione di abitanti, esisteva una sorta di sfruttamento intensivo del suolo con la realizzazione delle case per i “plebei”, ammassate nelle “insulae”. Si edificavano imponenti costruzioni su diversi piani, che raggiungevano anche i 20 metri di altezza, suddivise in piccoli appartamenti sovraffollati e con scarse condizioni igieniche. È innegabile che frequentemente si ricorra alla sfumatura negativa quando usiamo il termine nelle nostre conversazioni: lo speculatore è sempre meno un filosofo saggio predisposto al confronto della sua idea con quelle degli altri, la speculazione non è quasi mai una sublimazione intellettuale e un distacco positivo dalla confusione delle idee comuni. Viceversa è speculazione lo sfruttamento assiduo e parassita di risorse mentali e non. Si specula sulle menti dei giovani precari che, privati dei mezzi per il sostentamento, vanno a specchiarsi su altre ‘alture’; si specula, martorizzandoli, sui terreni del nostro Sud campano per trarre denaro dai rifiuti. Si specula sugli affitti delle case, sulle difficoltà economiche altrui, sul grasso in eccesso, sulle malattie che fanno paura e sui ruoli istituzionali e non. Toccando anche il lessico quotidiano, la stessa radice appartiene alla parola specchio. Quindi un’immagine speculare è quella che appare rovesciata come se fosse riflessa. Quali valori ‘riflettiamo’ mentre speculiamo quotidianamente? Tra i tanti, egoismo, furbizia, lassismo, paure. Dovremmo iniziare a pensare davvero ad uno confronto specchiato con noi stessi, posizionandoci prima all’estremità dell’agente e subito dopo all’estremità del destinatario. Forse la speculazione ritornerebbe ad essere riflessione ponderata benefica.

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