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"Restiamo umani". Gaza, Israele, noi.

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Cosa faceva il mondo intero mentre i nazisti sterminavano gli ebrei? A cosa pensavano? Cosa scrivevano i giornali? Di cosa si parlava? Ecco, affinchè in futuro un nostro figlio non possa rifarsi le stesse domande, è bene, è giusto, è doveroso scrivere e parlare ovunque di quello che da anni si sta verificando anche a Gaza. Perchè è questo il problema maggiore. L'incapacità di vedere oltre il nostro naso.

Probabilmente durante lo sterminio nazista, si faceva quello che si fa oggi. Niente.
E nel tempo dell'inganno, dove dire la verità è un atto rivoluzionario, l'aggressore troppo spesso passa per la vittima.
Questo Non è il "J'accuse" di Zola, è solo la storia di uno sfratto. Esattamente lo sfratto operato dal movimento sionistico dei primi del '900, intenzionato a realizzare le profezie bibliche in Palestina e quindi a crearvi uno stato ,e supportato ampiamente dall'occidente battente bandiera americana, ai
danni del popolo arabo. Quel popolo arabo che già sotto l'impero ottomano abitava legittimamente il proprio territorio.
E' la storia di uno sfratto e di un genocidio. E' la storia del fallimento della democrazia e delle cooperazione mondiale. E' la storia da cui si evince anche l'inutilità dell'ONU.
I palestinesi, da oltre un secolo, sono stati cacciati dai propri territori ed emarginati in una striscia. Quella di Gaza. I palestinesi, da oltre un secolo, resistono. E se Hamas ai più apparirà come un'organizzazione terroristica a causa dell'influenza mediatica succube dell'imperialismo a stelle e strisce, Hamas, pur con i suoi estremismi criticabili, rappresenta quantomeno un difensore d'ufficio dello sfrattato.
"Da Gaza attacchi terroristici di Hamas", riportano i media occidentali. Per dovere di cronaca, il primo attentato della questione palestinese fu realizzato da Haganah, l'organizzazione segreta ebrea, ai danni di lord Moyne, rappresentatne britannico in Egitto, a causa della limitazione all'immigrazione ebrea in Palestina. Si parla di conflitto, ma il termine conflitto è inesatto. Il conflitto dovrebbe presupporre due forze antitetiche. Il conflitto bellico in Palestina è concetto sconosciuto. Israele è uno degli stati militarmente più potenti nel mondo, e non solo grazie al supporto americano. Israele gode di
sistemi antimissili sofisticati. Israele è una nazione ricca. Gaza, è una striscia. Gaza utilizza razzi obsoleti, Gaza non ha eserciti, ha resistenti, ha volontari, Gaza pratica attentati perchè si batte contro un nemico "invisibile" e perchè non ha alcuna organizzazione militare(stessa strategia utilizzata dai partigiani  in Italia, d'altronde). Combatte contro un nemico "invisibile" che utilizza droni, utilizza il fosforo bianco, che bombarda ospedali, scuole, case. Ed è questa la ragione principale per cui la Palestina deve essere difesa. La guerra, inammissibile di per sè, non può tollerare lo sterminio.
Nell'ultima crisi, non c'è stato nessun morto in Israele. Tra i palestinesi le morti non si contano quasi più. E la maggior parte sono bambini, donne, civili. I numeri sono solo il dato oggettivo della sproporzione del conflitto, anzi dello sfratto.
Da un lato l'arroganza israeliana, che pareggiando quella americana, ha violato tutte le risoluzioni ONU che le sono state poste negli anni, a partire dalla 242 del 1967, che obbligava Israele a ritirarsi dai territori occupati. Fino alle condanne per la costruzione del Muro (tutte cose già viste, del resto!).
Chiariamo, la mancanza di morti israeliani non significa che il razzo di Hamas sia un razzo innocuo, anche perchè non regge la tesi di un razzo lanciato "a perdere", ma nemmeno può far dimenticare che esiste un diritto di difesa che nello ius bellicum si realizza anche e purtroppo attraverso queste azioni.
Non si difende Hamas, al più la si può cercare di comprendere.Si può però, anzi si deve, difendere la Palestina ed un popolo. Si difendono le vite umane, sia israeliane che palestinesi. E siccome qui, la maggior parte delle vittime sono palestinesi, permettetemi di difendere il più debole.
"Ho una videocamera con me ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman, non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in  lacrime. Non ce la faccio. Non riesco perché piango anche io" diceva Vittorio Arrigoni, il pacifista reporter italiano rapito e ucciso a Gaza, dove lottava contro la pulizia etnica ai danni dei palestinei. "Carri armati, caccia, droni, elicotteri apache, il più grande e  potente esercito del mondo in feroce attacco contro una popolazione che si muove ancora sui somari come all'epoca di Gesù Cristo" - testimonianze che parlano più di qualsiasi altra cosa- "Dante non avrebbe saputo immaginare gironi dei dannati così infernali come le corsie negli ospedali di Jabalia. La legge del contrappasso qui è applicata al contrario. Tanto più innocente è la vittima, tanto meno viene risparmiata dal martirio delle bombe. (...) Qualcuno fermi questo incubo. Rimanere immobili in silenzio significa sostenere il genocidio in corso. Urlate la vostra indignazione, in ogni capitale del mondo «civile», in ogni città, in ogni piazza, sovrastate le nostre urla di dolore e terrore.
 C'è una parte di umanità che sta morendo in pietoso ascolto. Restiamo  umani".

Restiamo umani. Per questa ragione è giusto scrivere di Gaza anche su una testata web del Cilento. Perchè ,come diceva Vittorio, "Il mondo intero non può ignorare questa tragedia e, se lo fa, non
includeteci in questo mondo".

Restiamo umani.

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