Politica

Ospedale di Agropoli: ultimatum di Abate a Caldoro


Nuovo e ultimo tentativo di dialogo fra le istituzioni agropolesi e il presidente della Regione Campania On. Caldoro. In una lettera inviata al Governatore infatti, il presidente del Consiglio Comunale Agostino Abate, chiede un incontro per discutere del piano di rientro sanitario e soprattutto per rivedere la situazione dell'Ospedale Civile di Agropoli. <<Gent.mo Sig. Presidente - si legge nella lettera di Abate - sono pienamente consapevole che all’attualità qualsiasi politico territoriale cerca di rappresentarVi pericolose situazioni che impedirebbero la dismissione e/o la conversione dell’ospedale della propria città. Non sono però consapevole di quanti e quali amministratori potrebbero richiamare a sostegno di queste situazioni di impedimento le reali ed effettive condizioni territoriali che "vanta" l’ospedale della città di Agropoli e del suo bacino di utenza. Sono tutte condizioni sostanziali che individuano esigenze territoriali (insediamenti abitativi (demografia) – produttivi-infrastrutture-attività lavorative- flussi di traffico e turistici – attività sportive) necessarie per individuare le sedi regionali di Pronto Soccorso Ospedaliero con dipartimenti di emergenza ed urgenza (D.P.R. 27 marzo 1992 e seguenti). Noi li abbiamo tutte individuate e più volte segnalate nonché "incartate" in vari atti comunali , poi trasmessi a CHI ha pensato e proposto il Piano di Rientro dal deficit sanitario regionale. Oltre a Noi le ha individuate , e "consacrate" in un atto parlamentare approvato il 2006, la commissione parlamentare d’inchiesta istituita dal Senato della Repubblica – XIV legislatura (istituita l’8 maggio 2002). Ad oggi rileviamo però che tali dati vengono ignorati e non trasfusi nella fase di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale mentre si assiste , invece, a "riprese" di altri presidi ospedalieri ininfluenti territorialmente . Non ho intenzione di alimentare alcuna polemica ma ho la documentata convinzione che , ove mai risultasse necessaria questa dismissione e non altre (ivi compreso altri ridimensionamenti) , sarebbe meglio giustificabile il ricorso ad altra misura di rientro (ivi compreso aumento delle tasse per TUTTI) e non la messa a rischio della salute di una parte del territorio regionale. Nella mia qualità ho il dovere di rappresentarVi che tutta la città contesta l’arroganza con cui si porta avanti il Piano di rientro economico dal deficit sanitario con conseguenze di catastrofiche ed indiscriminate dismissioni senza MAI aver ricevuto ed ascoltato il TERRITORIO e soprattutto senza aver mai esaminato il TERRITORIO. Per quanto sopra , e pur sapendo che questa comunicazione non troverà mai riscontro, CHIEDO di essere ricevuto , unitamente ad una delegazione di esperti sanitari territoriali che già operano nell’Ospedale di Agropoli , per poter esporre le legittime motivazioni territoriali e funzionali che impediscono questa dismissione e/o qualsiasi altra proposta di riduzione delle attuali e già minime funzioni. Anche le proposte di sola riduzione delle funzioni dell’emergenza e dei relativi posti letto , apparse ultimamente sulla stampa , sono inaccettabili per la vera ed effettiva funzione di Pronto Soccorso Attivo cui l’ospedale di Agropoli è chiamato ad adempiere per sua naturale posizione ed originaria costituzione. Mi risulta ancora difficile pensare che una diversa scelta politica possa oggi ribaltare le conclusioni di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza dell’Ospedale di Agropoli inquadrato nel suo effettivo contesto territoriale .E’ questo l’ultimo tentativo di dialogo istituzionale che il territorio legittimamente Chiede>>.

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