Cilento a tavola

L’avanzata dei vini nella baia di Trentova

notizie

Azienda Agricola Pippo Greco

A cinquanta chilometri dalla splendida e incantevole baia di Trentova (sito molto caratteristico di Agropoli) si trovano, in esposizione strategica, i vigneti dell’azienda emergente Pippo Greco.Immesso da poco più di otto mesi nel mercato enologico offre un ventaglio di prodotti che coinvolge la vinificazione dei “ prossimi autoctoni Cilentani”: Fiano e Aglianico.

Prima di descrivere i vini (già discussi in un articolo precedente) mi sembra giusto divulgare qualche notizia in più proprio sull’azienda. Patrono, agronomo ed enologo della casa è il giovanissimo Pippo Greco che, con assoluta sincerità, parla dei suoi prodotti e dei suoi terreni come se fossero parte della sua famiglia. Devo dire che diverse cose mi hanno lasciato affascinato ed emozionato; particolarmente in un’epoca dove tutte le aziende “guerreggiano” per ottenere la dicitura “biologico”, il termine qui ha una valenza leggermente diversa, abbracciando piuttosto la semplicità e l’artigianalità della produzione piuttosto che numeri e aliquote standard di sostanze chimiche da rispettare.

Mentre sorseggio piacevolmente un bicchiere di Aglianico ancora in fermentazione (sono cose che non si saggiano tutti i giorni) mi viene spiegato qualche dato tecnico dell’azienda. La vigna conta di circa due ettari vitati e in produzione, con il prospetto però di aumentare entro il prossimo anno di circa altri due ettari impiantando proprio Fiano. Quest’anno la produzione di bottiglie conta di circa 10000 unità districandosi tra produzione di Fiano DOP, Aglianico rosato e Aglianico IGP. La produzione di Aglianico proviene da una vigna presente nell’azienda dal 1965 importantissimo per il nostro territorio proprio per avviarci ad un processo di storiografia/enologia che porterà nelle prossime generazione all’avvio della disciplinare DOCG. Per il futuro la previsione della produzione dovrebbe salire fino a circa 40000 unità, con l’aggiunta di un nuovo cavallo di battaglia nella linea: il Saùco. Il nome del vino può essere ricondotto etimologicamente ad un termine Cilentano che identifica una zona molto fitta e intensa ( in realtà l’enologo mi spiegava che è un termine strettamente agropolese).il Saùco è il prodotto della vinificazione di un impianto abbastanza giovane ( circa 15 anni) di barbatelle di aglianico taurasino in una porzione di terreno decisamente suggestivo: meno di 50 mt dal mare, accarezzato da ben tre venti, impianto fitto su trama calcareo argilloso con poca percentuale di umidità. La cosa davvero interessante è la tipologia di sistema utilizzato per la vigna: il guyot, in contrapposizione alla tendenza cilentana di utilizzare come sistema di allevamento il cordone speronato. Il tutto verte in un connubio di processi che portano ad una produzione ottimale. Per quanto riguarda l’affinamento e invecchiamento il vino subisce un passaggio in barrique di circa diciotto mesi per poi essere stabilizzato in bottiglia. Ho avuto la possibilità di poter fare un assaggio preventivo del Saùco, potendo constatare la grande struttura del vino e l’infinita potenzialità; naturalmente il carico di tannini è molto imponente, ma la spalla acida ci indica che nel tempo può sicuramente trovare un ottimo equilibrio. Nonostante sia un’azienda molto giovane ci sono elementi davvero forti per poter inserire nel panorama del MADE IN CILENTO altre eccellenze enologiche.

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