Appunti di storia

Gli Ultimi Misteri. San Francesco d'Assisi ad Agropoli

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Gli Ultimi Misteri. San Francesco d'Assisi visitò Agropoli nel 1219 e nel 1222

Trovato l'unico dipinto denominato il “Miracolo di S.Francesco ad Agropoli

E' possibile che S. Francesco sia stato in missione ad Agropoli due volte? Quali sono i nuovi documenti storici che testimoniano la presenza del Santo ad Agropoli anche nel 1219?

Figliuoli miei cari, Iddio mi ha ordinato di mandarvi nel Paese de' Saraceni, per quivi annunziare la sua Fede, e per combattere contro la legge di Maometto. Io me ne andrò per l'altra parte a procurare la conversione de' medesimi Infedeli, e a questo modo invierò predicatori in tutto il Mondo. Disponetevi dunque ad eseguire la volontà del Signore ”.

Così nel 1219, S.Francesco d'Assisi incitava il suo esercito composto da 5000 frati, armandolo di Pace, Solidarietà ed Amore ed istituendo un Apostolato, basato sulla presenza nelle piazze dei paesi europei e sulle missioni di evangelizzazione dei musulmani in tutto il mondo. Ma da queste parole nasce un'altra incredibile ed inedita storia, che inseguo dalla primavera del 2013, fatta di speranza, fede e martirio, che accende una nuova luce sulla presenza di S.Francesco d'Assisi ad Agropoli. E' possibile che il Santo sia stato in missione ad Agropoli due volte? Gli storici hanno da sempre collocato nell'anno 1222, il suo passaggio per Agropoli. Ed allora, quali sono le nuove testimonianze storiche che mi inducono ad ipotizzare, che S.Francesco d'Assisi sia stato ad Agropoli anche nel 1219?

E cosa accomuna S.Daniele Fasanella da Belvedere a S.Francesco d'Assisi?

Preciso che in questo articolo non mi dilungherò in altre vicende storiche-religiose riguardanti S. Francesco d'Assisi, mi limiterò a presentare documenti, notizie e persone attinenti esclusivamente alla sua presenza in Agropoli.

Veniamo alla nostra storia. Siamo alla fine dell'Alto Medioevo, fermenti e cambiamenti radicali stavano attraversando la vita religiosa, sociale ed economica dell'Europa. Nel 1221 si era conclusa la Quinta Crociata (1217-1221), ma ancora riecheggiavano prepotenti ed umilianti i ricordi della sciagurata sconfitta Cristiana subita in Egitto ad opera dei Musulmani. Sull'esempio di S. Francesco che nel 1219, armato di pace ed umiltà, aveva incontrato in Egitto il sultano Malik al-Kamil, numerosi frati chiedevano di andare in missione per evangelizzare i Saraceni :

“(...)Nel mese di dicembre di quest'anno 1226 dalla Calabria, mia Provincia d'origine, venne a Firenze il Ministro provinciale con altri sei compagni presso frate Elia, Vicario Generale, per chiedergli licenza di andare a confutare la setta maomettana. I loro nomi sono: fra Daniele Fasanelli da Belvedere nella parte occidentale, Ministro e nativo della mia Provincia. Questo frate ricevette l'abito nella città di Agropoli -come disse lui stesso- nel 1219 dal Padre Francesco dei Moriconi di Assisi, nostro fondatore, il quale anche da morto compie miracoli. Infatti mentre il Padre Francesco dimorava in quel luogo egli, che era un prete secolare (N.d.A. I preti secolari non hanno il voto di povertà), comprendendo l'opera meravigliosa del detto Padre, prese l'abito a dicembre (...)”.

(...) Hoc anno1226 mense decembris a Calabria mea nativa provincia Florentiam venit Minister Provincialis cum sex aliis sociis ad Fratem Heliam Vicarium Generalem, ut ab ipso peteret licentiam confutandi sectam Maumeticam, quorum nomina haec sunt: F. Daniel Fasanelli de Belvederio in occidentali plaga, Minister Calabriae meae natione provinciae. Hic frater habitum suscepit in oppido Agropoli ut ipse dixit, anno 1219 a P. Francisco de Moriconibus de Assisio, Fundatore nostro, qui nunc mortuus, miraculis viget, nam dum maneret ibi P. Franciscus, hic qui erat Presbiter saecularis intelligens dicti Patris miranda opera decembri habitum sumpsit(...)”. Questo è lo stralcio della “Lettera di un anonimo frate calabrese” scritta a Firenze, presumibilmente nel 1228/9, qualche anno dopo il martirio dei sette frati calabresi a Ceuta in Marocco (1227), tragico evento pubblicato, nei secoli successivi, da vari autori tra i quali: C.Nocito Notizie biografiche di S Daniele da Belvedere Marittimo, Cosenza 1927; F. Guagnano “Memorie della Calabria Francescana” (1928); P. Coco: “Saggio di storia francescana in Calabria Taranto 1931.

La lettera rappresenta una notevole importanza storica per noi agropolesi. Il suo contenuto in modo preciso e dettagliato ci documenta, per la prima volta, la presenza ad Agropoli di S.Daniele Fasanella da Belvedere, Martire di Ceuta ed il suo incontro, quivi avvenuto nel 1219, con S.Francesco d'Assisi. Ma veniamo all'analisi del testo: a) Il relatore del documento era un frate minore calabrese che espletava la sua missione, molto probabilmente da scrivano, presso il Vicariato Generale dell'Ordine dei Frati Minori a Firenze; b) Nella “Regola non Bollata” (1221) di cui S.Francesco rivendicò la paternità, nel sedicesimo capitolo egli scriveva:“Qualunque fratello vorrà, per ispirazione divina, andare tra i Saraceni o altri infedeli (…) vada su licenza del ministro e il ministro dia loro la licenza e non li contraddica se vedrà che sono idonei a essere inviati”. Per cui è plausibile che nel 1226 i sette frati calabresi si siano recati a Firenze presso frate Elia, Vicario Generale, per chiedere il permesso di partire in missione per evangelizzare i musulmani; c) Il documento, nella sua interezza, espone con molta precisione e dovizia di particolari le notizie riguardanti i setti frati che, per motivi di necessità, solo in parte esporrò; d) Nel 1217 erano state erette da S. Francesco, nel primo Capitolo Generale, le Province Francescane, di cui sei in Italia: Toscana, Marche, Lombardia, Terra di Lavoro o Napoletano, Puglie e Calabria. Nel 1226 frate Daniele Fasanella era Ministro Provinciale della Calabria, quindi una figura eminente dell'Ordine dei Frati Minori. Ed è lo stesso frate Daniele Fasanella a confidare all'anonimo frate calabrese l'incontro con S.Francesco nel 1219 ad Agropoli, perché avrebbe dovuto asserire il falso? Quindi il documento, vista l'accuratezza e la precisione dei fatti esposti, è stato redatto da una persona presente all'incontro tra frate Elia, Vicario Generale dell'ordine dei Frati Minori e frate Daniele Fasanella, Ministro Provinciale della Calabria. Altrimenti per quale motivo, questo anonimo frate calabrese avrebbe dovuto mistificare la realtà con un documento così ricco di notizie, che storicamente, in seguito, sono accertate veritiere? E mi chiedo, perché l'anonimo frate calabrese avrebbe dovuto collocare proprio ad Agropoli, l'incontro tra S.Francesco e S.Daniele? Allora è giusto pensare che il documento sia vero!!! A riprova di quanto esposto menziono ulteriori fonti storiche: --P.Candido Chalippe Recolletto nel quarto libro dell'opera ”Vita del serafico Patriarca S.Francesco di Assisi” (1728), a pagina 208 scrive: “L'esempio del Santo Patriarca, che aveva tre volte cercato l'occasione del martirio, e il trionfo dei suoi cinque figli martirizzati in Marocco (1220), produssero nel cuore di molti altri un'ardente brama di morire per Gesù Cristo. E però, poco dopo che Fra Elia fu rimesso nell'Officio di Vicario Generale, Daniello (Daniele) Ministro della Provincia di Calabria, gli chiese la permissione di andare a predicare la Fede ai Mori con altri sei religiosi, cioè Samuello, Donulo o Danulo, Leone, Ugolino, Nicola ed Angelo (...)”. --Carlo Andreoli San Daniele e compagni nell'arte classica”: “(…) San Daniele prima di diventare frate era sacerdote. Ricevette l'abito monastico dei Frati Minori, nella città di Agropoli (SA) nel 1219, da padre Francesco de' Moriconi d'Assisi, che da appena dieci anni aveva fondato quest'ordine religioso(...)”. --Treccani, Enciclopedia Italiana: (...) La lettera di un anonimo francescano calabrese, redatta probabilmente nel secolo XVII. In essa si sostiene l'origine calabrese di tutti e sette i martiri, dei quali vengono forniti dati sui luoghi di nascita, le casate di appartenenza ed altri particolari. Per il resto dipende dal Breviarium. Sembra che esistessero varie copie manoscritte di tale lettera, edita oggi dal Nocito e dal Coco. Quest'ultima è l'unica fonte che fornisca notizie sulla vita di S.Daniele precedenti il suo viaggio in Marocco. A sua detta S.Daniele era già prete quando nel 1219 ebbe modo di ascoltare ad Agropoli, S. Francesco. Colpito dalla parola del santo, decise di entrare nel suo Ordine. Tornò in Calabria, ove il provinciale lo assegnò alla dimora di Corigliano(...)”. --WIKIPEDIA Italiana: “San Daniele Fasanella (Belvedere Marino,... - Ceuta, ottobre 1227) è stato un Religioso Italiano, considerato Santo dalla Chiesa Cattolica. (…)Era un sacerdote che divenne frate minore ad Agropoli nel 1219(...)”. --Comune di Belvedere Marittimo(CS), sito ufficiale:“San Daniele Fasanella è il Protettore di Belvedere Marittimo, unitamente alla Madonna delle Grazie. Discendente dai Principi Longobardi di Salerno, nacque nel 1200 a Belvedere Marittimo in quanto nel XII° sec. un ramo dei Fasanella si stabilì in Calabria, e da Tancredi, signore di Morano, Grisiolia, Laino e Cirella, si ebbe il ramo stabilitosi a Belvedere. Nel 1219 prese l’abito serafico ad Agropoli dalle mani di S.Francesco d’Assisi”.

La Vita di S. Daniele Fasanella da Belvedere. Il documento storico dell'anonimo frate calabrese ci fornisce delle altre notizie su Daniele Fasanella che, dopo l'incontro con S.Francesco ad Agropoli, narrò di come la sua vita fosse cambiata totalmente: “(...) Poi fu mandato da lui (da S.Francesco) presso fra Pietro da S.Andrea della Marca, che allora era Ministro della nostra Provincia, il quale lo mandò a seminare la parola di Dio e a fondare luoghi, e gli comandò di rimanere a Corigliano insieme a fra Ambrogio Pirronio da Corigliano e a fra Arisio Curto da Rossano, novizi ammessi all'abito dallo stesso fra Pietro. Fra Daniele, cinque anni dopo il suo noviziato, da fra Bernardino Puglisio da Castrovillari fu mandato a fondare il luogo di S.Maria del Soccorso in un posto deserto e fuori mano, dove dimorò per due anni. Quindi fu eletto ministro Provinciale nel mese di...del 1226 e venne qui nel Dicembre dello stesso anno (...)”. Dopo aver ottenuto il permesso dal Vicario Generale dei Frati Minori,verso la fine del 1226, frate Daniele Fasanella da Belvedere ed i suoi sei compagni si imbarcarono da Livorno alla volta della Spagna e quindi del Marocco. In una lettera inserita nella “Passio sanctorum fratrum” riportata dalla “Chronica XXIV generalium”, frate Daniele dal carcere di Ceuta (Marocco), qualche giorno prima di morire, espose gli avvenimenti che lo avevano visto coinvolto insieme ai suoi compagni. La lettera fu indirizzata a Ugo di Genova (il più anziano fra i sacerdoti residenti nel fondaco di Ceuta) e ad altri due frati (un domenicano e un francescano) che lì si trovavano temporaneamente. L'attendibilità della lettera è data per certa da tutti i critici. Frate Daniele racconta che al principio del 1227 con i suoi compagni Samuele, Angelo, Domno (o Donulo) di Montalcino, Leone, Niccolò di Sassoferrato e Ugolino fecero vela dalla Toscana per recarsi nel Marocco a convertire gli infedeli. Dopo una breve permanenza in terra di Spagna, si trasferirono a Ceuta nel Marocco. Coraggiosamente, violando il divieto delle autorità locali che avevano proibito ogni forma di propaganda cristiana, nell'ottobre 1227, iniziarono la predicazione in mezzo ai musulmani. Le autorità ordinarono la loro cattura. I missionari, dopo essere stati sottoposti a vari interrogatori, furono invitati ad abbracciare l'Islam e poi, di fronte al loro deciso diniego, vennero condannati a morte tramite decapitazione. La tradizione narra che la sentenza fu eseguita a Ceuta il 10 ottobre 1227 e i corpi dei frati furono dilaniati e dispersi. Tuttavia, dei mercanti cristiani occidentali recuperarono i miseri resti e li seppellirono nei sobborghi di Ceuta. Leone X, con decreto del 22 gennaio 1516, permise la venerazione (10/13 Ottobre) dei Santi Martiri di Ceuta.

S. Daniele Fasanella da Belvedere (di Ceuta) è Patrono di Belvedere Marittimo (CS), Orani (NU) e Ceuta, luogo del suo martirio, che oggi è una città autonoma Spagnola situata nel Nord Africa e circondata dal Marocco. Nel 1224 fondò il convento di Santa Maria del Soccorso presso Rogliano e, successivamente, anche il convento di Gerace Superiore. Nel 1612 giunsero a Belvedere, mandati dalla città di Paola, "(…) la statua e reliquia del Santo Martire e due altre Reliquie e Statue di due altri Santi (…)". Il Culto di S.Daniele Fasanella è diffuso anche in Sardegna. E' venerato a: Gonnoscodina (Oristano), Asuni (Oristano), Villaurbana (Oristano), Busachi (Oristano), Orani (Nuoro), Lanusei (Nuoro), Ozieri (Sassari). In un convento dei frati minori di Cagliari è conservata una statua ed un quadro raffigurante il Santo.

Il dipinto del “Miracolo di S.Francesco ad Agropoli”

Un'altra prova molto importante, ma anche suggestiva per noi agropolesi, è l'avere trovato l'unico dipinto (XVIII secolo) che viene denominato, dalla tradizione popolare di Belvedere Marittimo: “Miracolo di S. Francesco ad Agropoli ”. Il dipinto del 1725 è conservato nel Convento dei Padri Cappuccini “S.Daniele” a Belvedere Marittimo. Lo storico Luigi Paternostro lo attribuisce ad Angelo Galtieri da Mormanno, un pittore molto attivo nella Calabria settentrionale nel XVIII secolo. E' probabile che il dipinto sia stato commissionato dai frati Cappuccini all'artista, senza che lui conoscesse la vera storia del miracolo compiuto dal Santo ad Agropoli. Infatti nel dipinto si vede S. Francesco d'Assisi, accompagnato da un frate, circondato da donne e bambini, in quella che sembrerebbe una casa o una osteria. C'è una tavola imbandita e S.Francesco, illuminato da un raggio di sole che simboleggia il Miracolo, sta benedicendo quello che, in un piatto, sembrerebbe un recipiente o una lucerna. Dopo numerose ricerche non sono riuscito a trovare nessuna scheda del dipinto, per cui mi riprometto, in seguito, di approfondire l'iconografia rappresentata nel dipinto.

1222, S.Francesco d'Assisi in missione ad Agropoli.

Sono trascorsi circa 800 anni da quando nel 1222, in base alla storiografia ufficiale, S.Francesco d'Assisi venne in missione ad Agropoli. Ma come mai S.Francesco aveva intrapreso questa missione durata circa due anni (1221-1222) nel Italia Meridionale? Secondo il mio modesto pensiero perché voleva divulgare il suo nuovo messaggio di pace e di fratellanza tra Cristiani e Musulmani. Infatti nel 1219, nella sua missione in Terra Santa, all'arrivo in Egitto, S.Francesco non aveva una posizione chiaramente anticrociata, ma l'esperienza avuta lì, lo portò a rifiutare totalmente la guerra anche per scopi “religiosi”. Scrive Gwenolé Jeusset, primo presidente della Commissione Internazionale francescana per le relazioni con i musulmani, che S.Francesco: “Arriva con le mani nude e riparte col pensiero che la Chiesa deve andare anch'ella con le mani nude verso i Musulmani”. Inoltre, S.Francesco si era reso conto che il viaggio dei pellegrini in Terra Santa, non potesse essere gestito dalle spade dei Templari negli “Spedali (Ospedali)”. Bisognava edificare una serie di Conventi sulle vie percorse dai pellegrini, dove essi avrebbero trovato non solo ricovero, ma anche assistenza spirituale. Un cammino che, convento per convento, avrebbe purificato i pellegrini, per presentarli puri nell'animo e nel corpo in Terra Santa. Ecco il suo nuovo messaggio di Pace e di Fratellanza. Ad Agropoli giunse nella Primavera del 1222 ed il Convento, probabilmente, fu edificato nel 1230. Certamente non dopo il 1334, data di pubblicazione di “Provinciale ordinis fratrum Minorum” opera di fra Paolino da Venezia,Vescovo di Pozzuoli. Il libro contiene un elenco dei conventi presenti nella provincia di Terra di Lavoro e della Custodia di Principato, dove risulta il convento di Agropoli.

Bibliografia

Giacché per alcuni storici è incerta la presenza di S.Francesco d'Assisi nel 1222 ad Agropoli, ho pensato di proporvi, dopo un'accurata ricerca, tutte le fonti storiche conosciute. La descrizione cronologica e dettagliata delle fonti, darà la possibilità agli appassionati di storia, di approfondire l'argomento:

--Padre Rodolfo ( Petrus Rodulphius episcopus ) da Tossignano (Teologo Francescano) “Historiarum Seraphicae Religionis libri tres” Edito a Venezia 1586:

“(...)Locus Agropoli: ibi est scopulus ubi, B.Franciscus praedicabat piscibus (...)”.

“(...)Località di Agropoli: li è lo scoglio dove, S.Francesco predicò ai pesci (...)”.

--A.R.P.F. Luca Waddingo (Wadding) Hiberno (Francescano,Storico) “Annales Minorum(Annali Minori). In quibus res omnes trium ordinum a s. Francisco institutorum ponderosius et ex fide asseruntur, et praeclara quaeque monumenta ab obliuione vendicantur”.

8 voll., Sumptibus Claudii Landry, Lugduni 1625-1654: “(...) In Custodia Principatus extruxit locum Agroboli, Mariano Agripoli, postquam ex alto scopulo, populo durae fidei spectante, cofluentibus ad litus piscibus praedicavit(...)”.

“(...)Nella Provincia di Principato ( S.Francesco) costruì un convento ad Agropoli, secondo Mariano (da Firenze) Agripoli, dopo che da un alto scoglio, alla presenza del popolo incredulo, (San Francesco) predicò ai pesci che confluivano in quel lido(...)”.

--P.Candido Chalippe Recolletto Vita del serafico Patriarca S.Francesco di Assisi” (1728).

Libro quarto: “(…) Si partì al principio dell'anno 1222 per andar nella Terra di Lavoro, nella Puglia, e nella Calabria; e durante questo viaggio, il Signore di Lui si servì per operare gran Miracoli(...)”. A pagina 216:”(...) Gli abitanti d'Agroboli, che alla prima erano stati insensibili a' suoi discorsi, furono da compuzione trafitti, e gli diedero un convento, dopo d'esser veduti rimproverar la durezza dei' loro cuori da una quantità di pesci, che Iddio fece adunar intorno ad uno scoglio, d'onde Francesco predicava la verità, che quel popolo ascoltar non voleva(...)”.

--Gatta Costantino (Medico e Storico) “Memorie topografiche-Storiche della Provincia di Lucania” Napoli 1732. (Il Gatta attinse le notizie sulla presenza di S.Francesco ad Agropoli dal libro del Marchese Perez Francesco Navarrete Racconto istorico dell'antica, vera ed universale tradizione del sacro Sacco di S.Francesco d'Assisi, e de' prodigj operati verso de'divoti per virtù del medesimo sacco,che si conserva in Montella, diocesi di Nusco in questo Regno di Napoli da' rr. pp. Minori Conventuali”. Edito nel 1710).

Gatta, Par.III, Cap.IV, pagina 295:

“(...) In essa(Agropoli)il P.S.Francesco d'Assisi vi fondò un Monistero, ed operovvi gran maraviglie spezialmente allora quando mal gradito da quei Paesani, alieni di sentire la parola d'Iddio , egli per tanto si condusse al mare su di uno scoglio, ed ivi predicando accorse una gran moltitrudine di Pesci, quasi ascoltarlo vollero; profetizzò indi che quel scoglio, che servito l'aveva da pulpito, benchè col tempo sarebbe mancato molto della sua grandezza, con tutto ciò l'acque non l'avrebbero mai superato. Il vaticinio si è puntualmente avverato; imperocche consumato le pietre da quel masso da' fedeli, che le prendono per divozione, avendole sperimentate di miracolatà virtù in guarir le febbri,e non ostante, che tal scoglio stia presentemente quasi al piano dell'acque, per qualsiasi turbazione o fortuna di mare, mai arrivano a coprirlo. (…)

--Giuseppe Antonini,(Avvocato e Storico) “La Lucania” Discorsi”. Napoli 1795. Volume Primo, Parte Seconda ,discorso Terzo, pagina 259: “(...) Su d'uno scoglio, mezzo miglio da qui lontano (da Agropoli), è posto un picciolo Monistero di Monaci Francescani, che perché lontano, né affatto vede il fiume, è stimato di buon aria. Dicono, che'l luogo fosse stato eletto dallo stesso S. Francesco, e fino ne raccontano un miracolo, che altri potranno nelle Cronache di questa Religione osservare.(...)”.

--Matteo MazziottiBaronia del Cilento1904. A pagina 28 narra la vicenda del Santo ad Agropoli, con riferimento ad un inedito di Gian Cola Del Mercato: “Commento agli Statuti del Cilento”.

--Nicola Forenza La leggenda di S.Francesco” Lavello 1926. Cita: C.Gatta e F.Navarrete.

--Michele Rinella Il Castello Greco-Bizantino e il Convento Francescano di Agropoli

Edizioni “La Prora, Milano” 1954. Cita: M.Mazziotti, F.Navarrete, C.Gatta.

--Mario Vassalluzzo Castelli, torri e Borghi1969. Pagine 58/59 cita: L.Wadding e M.Rinella.

--Piero Cantalupo Acropolis 1981. Pagina 43 cita: L.Wadding. Anche se ritiene che la presenza di S.Francesco ad Agropoli sia da collocarsi nell'estate-autunno del 1220, cioè al ritorno dalla missione in Terra Santa.

--EbnerChiesa, Baroni e popolo nel Cilento 1982. Nel Volume primo a pagina 462/463 cita: L.Wadding, C.Gatta e G.Antonini.

--A.Infante S.Francesco d'Assisi ad Agropoli” Ed.L.U.I. Agropoli 2000. Cita: P.Rodolfo, L.Widding, F.Navarrete e M.Rinella.

--G.Palma- G.De Feo Maratea S.Francesco ad Agropoli” Ed.Sirio 2014. Citano:

C.Gatta, F.Navarrete, L.Wadding.

 

 

Chiudendo mi preme sottolineare che è un falso storico asserire che S. Francesco sia stato sbeffeggiato e preso a pietre dagli agropolesi. L'affermazione che alcuni agropolesi non lo abbiano voluto ascoltare è plausibile, ma tutto il resto no!!!

Spero che l'articolo sia stato chiaro ed esplicativo. Mi sono attenuto esclusivamente a documenti storici, esprimendo solo qualche ipotesi personale. L'articolo, con le notizie in esso contenute, è stato consegnato a Don Roberto Guida, Parroco della Parrocchia dei SS Pietro e Paolo di Agropoli, nella cui giurisdizione religiosa ricade la Chiesa di S.Francesco d'Assisi in Agropoli, per avviare una serie di incontri culturali-religiosi con le Parrocchie di Belvedere Marittimo.


 

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