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Fondovalle Calore:è scontro tra sindaci degli Alburni e Soprintendenza

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Controne. I sindaci degli Alburni sono in rivolta per la Fondovalle Calore. La Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, infatti, ha disposto il ricorso contro la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha dato il via libera ai lavori per l'importante arteria stradale, bocciando invece la richiesta di sospensione dell'opera, già rigettata dal Tar. 

Allibiti e sgomenti i sindaci del territorio che hanno deciso, in un incontro tenutosi a Controne, una azione di forza che stavolta va in tre direzioni: l’ opposizione all’incredibile ed inattesa ultima azione della Soprintendenza (quando ormai si attendeva la imminente ripresa dei lavori); la rivendicazione, presso la Regione Campania del finanziamento dell’intera arteria (dal ponte Sette Luci di Bellosguardo all’uscita di Campagna della Salerno Reggio Calabria); un’azione di richiesta di risarcimento danni, economici e sociali per aver contribuito in maniera decisiva allo spopolamento dei paesi del territorio, fatalmente provocati dal ritardo dell’esecuzione dell’opera determinato dalla Soprintendenza. “Adesso siamo stanchi, le popolazioni sono esauste. Lo spopolamento degli Alburni ha avuto come prima facile ed ovvia conseguenza l’impoverimento del territorio, di nuovo in balia di una emigrazione e di una fuga di giovani che cercano altrove le opportunità che la mancata realizzazione dell’importante strada ha contribuito a determinare”, dicono gli amministratori del territorio. L’azione del risarcimento si fonderà, presumibilmente, su uno studio scientifico che dovrà dimostrare il nesso tra la causa (inaccessibilità del territorio) e l’effetto che è rappresentato dall’esodo e dal suo impoverimento.

Il 4 settembre scorso i giudici del Consiglio di Stato rigettano l’appello e condannano la Soprintendenza, il Ministero delle Politiche Agricole, il Corpo Forestale dello Stato e Italia Nostra a pagare le spese di giudizio alla Provincia e ai comuni di Roscigno e Bellosguardo. “La Soprintendenza è in contraddizione: l’autorizzazione che rilasciò nel 2002 vale per l’intera strada e per sempre” sentenziò 4 mesi fa il massimo organo giuridico. Opinione che, evidentemente, la Soprintendenza non ha voluto accettare. Stavolta i sindaci degli Alburni sono più decisi che mai ad andare avanti e a difendere i diritti e la dignità del territorio.

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