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Fondazione Elea-Velia: Conte si dimette tra le polemiche

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Coas nella fondazione Elea-Velia. Carmelo Conte ha lasciato l'incarico di presidente non senza polemiche. Con una lettera, infatti, non ha esistato ad attaccare duramente Franco Chirico, ex presidente della fondazione.

"La Fondazione Elea-Velia - si legge nella lettera di dimissioni di Conte inviata anche a Franco Chirico - è divenuta un ente di promozione e formazione di prima grandezza e con l’attuazione dei progetti, alcuni dei quali già esecutivi, può generare sviluppo, crescita culturale e posti di lavoro qualificati nel Cilento. Sono state, così, create le condizioni per farne un’autentica onlus indipendente e produttiva per i cittadini. Sennonché, con il passare del tempo, a fronte dei successi, sono cominciate interferenze e richieste a favore del gruppo di potere cui la Fondazione, a Suo dire, sarebbe subordinata. E a nulla è valso farLe notare, in colloqui diretti e telefonici, che non rientrava nel mio modo di pensare né nel compito della Fondazione sostenere interessi che non fossero quelli generali del Cilento. Ciononostante, Lei ha continuato a richiedere al Direttore e a me di intervenire per sollecitare finanziamenti per il Consorzio Velia, ogni volta ricordando che la Fondazione si regge grazie ai contributi provenienti dal gruppo Idrocilento. Per far sentire il peso di tale legame, ha preso ad avanzare pretestuose osservazioni finanche sulla rivista "il Paradosso", voce autonoma della Fondazione, diretta da me e Andrea Manzi senza costi se non quelli della stampa, pur in presenza di collaboratori e scritti di prima grandezza, perché, a suo dire, troppo colta e, comunque, non funzionale ai suoi desideri. Tant’è che, a fronte delle resistenze del direttore generale e mie, anche a un cambio d’indirizzo editoriale, prima ha iniziato ad editare un altro organo d’informazione come espressione diretta del Consorzio Velia, e poi ha inserito Suo figlio negli organi di gestione della Fondazione col proposito dichiarato di dare spazio alle nuove generazioni ed alle loro abilità, ma con il vero intento, poi manifestatosi in concreto, di estendere e rafforzare il controllo diretto sulla Fondazione. Ormai appetibile e pronta, grazie al prestigio e ai finanziamenti acquisiti in questi due anni, a diventare impresa ed a dotarsi – questo il programma del direttore generale – di una società di progettazione e di gestione e finanche di un ristorante e bar. Peraltro, avendogli richiesto una relazione sulla stato economico e finanziario dell’ente, la cui gestione era stata integralmente affidata al precedente amministratore delegato, il nuovo amministratore delegato, Suo figlio, nel manifestarmi le sue difficoltà, mi ha riferito che Lei, come Presidente di Idrocilento, ha disposto non solo l’assunzione (cosa nota), ma anche il mansionamento del personale distaccato presso la Fondazione, sul quale tutt’ora esercita, di fatto, poteri direttive di controllo; e, cosa ancora più grave, ha gestito il bilancio, i rapporti economici e finanziari della Fondazione, nel contesto delle sue diverse cariche, detenendone la documentazione presso la sede di Idrocilento, come rilevato dal Presidente del Collegio dei Revisore dei Conti in una delle ultime sedute del Consiglio di Amministrazione. Fatti per quali la Fondazione rischia di perdere la qualifica di onlus con gravissime conseguenze e danni, quali la dispersione del patrimonio progettuale di cui si è dotata! Ebbene, a fronte della mia difesa del ruolo e dell'autonomia della Fondazione, ora Lei tenta, parandosi dietro il nome di altri, di mistificare la realtà con insinuazioni secondo le quali la mia nota appartenenza politica alla sinistra riformista avrebbe politicizzato la Fondazione e rappresenterebbe per di più un impedimento a ottenere finanziamenti dalla Regione per gli enti che Ella gestisce, e in particolare per il Consorzio Velia. Non v’è dubbio che la Sua allusione alla politicizzazione è del tutto pretestuosa. E, inoltre, mi rifiuto di credere che il presidente della Regione e i suoi collaboratori possano compromettere Fondazione, politica e finanziamenti pubblici! Nell’invitarLa, pertanto, a porre in essere ogni iniziativa necessaria a salvaguardare la vita, l’autonomia e l’attività della Fondazione e a ritrarsi dalla sua gestione, liberandola dall’intreccio contabile e sociale che la vincola ad altri enti e società, Le comunico con decorrenza immediata le mie dimissioni da Presidente della Fondazione, essendo venute irrimediabilmente meno le condizioni di autonomia, indipendenza e trasparenza che mi avevano indotto ad accettare tale carica”.

La replica dell'ex presidente Franco Chirico non si è fatta attendere. "L’on. Conte - spiega Chirico - aveva accettato l’incarico di Presidente consapevole della storia e della missione della Fondazione Alario, aderendo alle finalità che lo Statuto impone. Da parte di tutto il Consiglio di Amministrazione vi era l’auspicio che il passato politico del Presidente, potesse elevare la Fondazione Alario e farne un autentico incubatore di idee e progetti per lo sviluppo del territorio. Nel corso della sua presidenza, però, l’impronta che l’on. Conte ha dato è stata completamente diversa rispetto ai suoi stessi impegni ed in contrasto con lo statuto. L’azione dell’ente non è stata spesa per iniziative condivise ma ha seguito solo logiche individualistiche. L’interesse politico personale dell’on. Conte è cresciuto nel tempo fino a condizionare le scelte programmatiche della Fondazione. Ciò ha creato malumore in seno al CDA ed ha portato alla richiesta, mossa all’on. Conte, di fare un passo indietro per consentire che la Fondazione tornasse ad avere l’autonomia culturale ed operativa necessaria per promuovere la crescita del territorio. Da parte sua l’ex ministro ha, invece, preferito rassegnare le dimissioni costruendo una artificiosa polemica con l’avv. Franco Chirico, allo scopo di accreditare la sua posizione agli occhi di coloro che non conoscono la realtà dei fatti. L’on. Conte, infatti, trascura di dire che le sue dimissioni non sono l'atto spontaneo di chi constata una situazione ed intende distaccarsene; sono piuttosto la conseguenza risentita di chi, messo di fronte ad uno stato di fatto, preferisce la polemica al senso responsabilità. Le stesse modalità con cui l'ex presidente ha rassegnato le dimissioni tradiscono la sua vera intenzione. Il CDA, infatti, ha appreso in via incidentale delle dimissioni dell'on. Conte che, invece di portare in consiglio le sue doglianze, ha preferito polemizzare con l'avv. Chirico dai giornali. Riguardo alle vere motivazioni della scelta, l'on. Conte dovrebbe illustrare il perché tanta acredine sia emersa solo quando gli è stato rappresentato l'imbarazzo del CDA di fronte alle sue, e a quelle di suoi familiari, scelte ed ambizioni politiche inconciliabili con la natura e lo statuto della Fondazione. Rispetto all'attività dalla Fondazione Alario nei due anni di presidenza Conte, il prossimo CDA, convocato per venerdì 12 settembre, analizzerà diffusamente gli impegni posti in campo e gli effettivi risultati raggiunti. Occorre ricordare, però, che la Fondazione Alario ha una storia di dedizione al territorio che non può essere umiliata rappresentando come unici effetti positivi quelli raggiunti nei due anni passati; sarebbe un'offesa grave a quanti con sapienza e competenza hanno impegnato la loro vita per lo sviluppo del Cilento. L'on. Conte, allora, avrebbe dovuto, qualora avesse avuto delle reali doglianze, convocare il CDA ed in quella sede rappresentarle. La sua artificiosa polemica con l’avv. Chirico, che del CDA è un semplice membro, induce ad immaginare che le motivazioni della scelta non sono quelle di interesse per il territorio ma sono diverse e molto meno nobili”." />

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