ItaliaEmondo

Elezioni: perché a Perugia è finito il dominio di sinistra 

notizie

Fra le cosiddette ‘roccaforti rosse’, le città dove le amministrative finiscono sempre allo stesso modo, Perugia aveva un posto di riguardo. Dalla nascita della Repubblica in poi, il capoluogo umbro è stato sempre amministrato da sindaci e giunte di sinistra, in un monopolio capillare e inscalfibile tipico delle regioni del centro Italia. 

Inscalfibile, si intende, fino alla serata di ieri, quando un  avvocato 35enne di Forza Italia, Andrea Romizi, ha strappato la città al sindaco uscente Boccali, PD, che pure aveva prevalso al primo turno. Ben 16 punti percentuali separano l’incredulità del centro-destra cittadino, ormai rassegnato alla marginalità, dal dramma dei democratici, inseriti con mani e piedi in tutti i posti chiave del potere locale (Ateneo escluso), sicuri di un elettorato che avrebbe votato sempre guardando la foto alla parete, piuttosto che l’aria alla finestra. 

E invece il ‘ribaltone’ è avvenuto, e il partito di Renzi dovrà abbondonare le chiavi del Municipio per la prima volta. Ma l’attrattività del giovane candidato vincente e del suo programma sembrano aver influito in maniera non decisiva. Il voto perugino è stato principalmente dettato da un profondo desiderio di svolta di una città che da qualche anno vede i suoi colori sbiadirsi. 

Il primo, enorme problema è quello del centro storico, della sua sicurezza e dello spaccio. Gli ultimi tempi hanno visto crescere in modo costante gli episodi di criminalità e le percentuali del consumo di stupefacenti, e all’ombra del clamore per il caso Meredith hanno regalato alla città la fama di regno della droga giovanile, rendendo Corso Vannucci sempre più estraneo a una civile convivenza notturna. Di pari passo, la crisi degli esercizi commerciali del centro, tra cui alcune istituzioni come il cinema Turreno e la storica pasticceria Sandri, chiusa e poi riaperta fra mille polemiche, ha assunto contorni sempre più tristi, facendo sprofondare l’umore generale nella nostalgia per un passato da rimpiangere. La zona che circonda la stazione Ferroviaria ha poi perso qualsiasi attinenza con una città elegante e degna come Perugia. 

La maxi opera del Mini-metrò, ingombrante sistema di trasporto in superficie voluto dalla precedente amministrazione Locchi, non è bastata a rendere la città più moderna: costata cifre astronomiche, si è rivelata utile solo durante i grandi eventi come l’Eurochocolate e l’Umbria Jazz.  

Nel frattempo, l’Università degli Studi di Perugia, vero motore sociale ed economico, continua pericolosamente a perdere iscritti: in 10 anni il numero delle immatricolazioni si è quasi dimezzato, di fronte a una Bologna dove ad esempio continua a crescere. 

Di fronte a tutto questo, le azioni dell’Amministrazione comunale sono apparse assolutamente inadeguate, e le sue risposte ai continui solleciti hanno svelato un potere arroccato su se stesso, sempre sulla difensiva, incapace di confrontarsi con la gravità dei problemi. L’ultimo episodio pochi giorni fa: dopo un duro servizio di la7 sulla droga a Perugia, il Comune ha minacciato querela senza commentare i dati messi sul piatto.  

Molto attiva, onore al vero, sul campo culturale e sui diritti, la giunta Boccali ha tuttavia giocato col fuoco credendo di poter affrontare le preoccupazioni di un’intera cittadinanza con la sicumera di sempre. 

Ed ecco che la grande astensione, la scelta finale dei grillini, l’astio crescente (e a volte ingeneroso) verso la persona del sindaco hanno portato a Palazzo dei Priori il colore politico che a Perugia è da sempre minoritario, per non dire ininfluente.  

A prescindere dalle appartenenze, l’alternanza fa bene alla democrazia. Sempre. Fa emergere i limiti e le forze di entrambe le parti, riassegna il senso dell’impegno pubblico, trafigge le incrostazioni clientelari, insegna che il potere si conquista e non si eredita. Ma soprattutto amplifica la voce e l’autonomia dei cittadini.   

Chi scrive vive a Perugia da più di 4 anni, studente fuori sede come tanti. Nonostante i problemi e le foschie, continuerà a considerarla una città bellissima, un posto dove vale la pena studiare, lavorare e vivere. 
Perugia merita di essere preservata ed elevata in modo diverso da come è stato fatto finora. Queste elezioni lo dimostrano, e se riusciranno a portare qualcosa di nuovo e migliore sarà un bene per tutti.

Top
Condividi su Facebook
Condividi su Twitter
Condividi su Whatsapp
Condividi su Linkedin