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Cinema: Massimo Ranieri sará Pasolini

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“Io e te ci assomigliamo molto”. Così aveva detto Pier Paolo Pasolini ad un giovanissimo Massimo Ranieri, al secolo Giovanni Calone, trovandoselo vicino in uno stadio di Roma e notando quelle guance lineari, quei capelli folti, quegli occhi profondi e pensosi. Oggi, quasi 40 anni dopo, questa somiglianza compie il suo destino e finisce al cinema, dove Ranieri interpreterà Pasolini nel film di David Grieco ‘La macchinazione’, teso a raccontare gli ultimi mesi di vita del regista. Le riprese sono iniziate oggi a Roma e coinvolgeranno anche l’attrice Milena Vukotic.  Il sole della verità non è ancora sorto su quella drammatica notte del 1975. Pasolini viene trovato assassinato (con inaudita violenza) sulla terra umida dell’idroscalo di Ostia, dove si è appartato con il ragazzo di vita Pino Pelosi. ‘Omicidio omosessuale’, si grida subito. E infatti il giovane prostituto confessa, fa chiudere il caso e sconta la sua lunga pena in silenzio. Ma quando esce dal carcere le cose cambiano. ‘Non sono stato io a uccidere Pasolini’, rivela clamorosamente ai microfoni di Ombre sul Giallo, trasmissione di Franca Leosini, nel 2005. ‘Ho sostenuto il contrario per proteggere i miei genitori, ormai morti’. Di qui una serie di versioni simili, le più accomunate dalla presenza di un gruppo di sconosciuti che avrebbe massacrato l’autore  di Petrolio insultandolo politicamente.  Le nuove dichiarazioni di Pelosi si incontrano così con quelle teorie del complotto che hanno cercato di farsi ascoltare fin dai giorni successivi al delitto, e che collegano la morte di Pasolini agli anni di piombo. Non si accetta che una mente tanto catartica possa morire senza un vero motivo sociale, oppure la verità è davvero più complessa di quella sposata finora dalla giustizia italiana?  Il lavoro di Grieco, amico e collaboratore di Pasolini, cercherà di raccontare questa storia unendo i tratti comuni delle diverse verità. E Massimo Ranieri, artista amatissimo dalle nostre parti (il 13 Agosto sarà di nuovo a Paestum con Sogno e son Desto), sarà chiamato alla difficile prova di dare espressione e voce a quello che è forse l’intellettuale italiano più complesso del secolo.

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