Cronaca

Cicerale: incendio Eripress, ora è allarme ambientale


In attesa della conta dei danni economici, dopo l'incendio della Eripress si pensa al rischio ambientale. L'incendio della fabbrica di componenti per auto ed elettrodomestici sita nella zona industriale di Cicerale, ha infatti sprigionato nell'area una folta coltre di fumo nero contenente anche sostanze tossiche derivanti dalla combustione della plastica. Già nella giornata di ieri gli alunni della scuola elementare "Mattine" di Agropoli sono stati fatti uscire anticipatamente da scuola così come gli studenti del liceo "Piranesi" di Capaccio. In serata poi, l'Asl ha diffuso una nota ai comuni contigui all'area occupata dalla Eripress (Agropoli, Cicerale, Giungano, Ogliastro Cilento e Capaccio) disponendo il divieto di uso del foraggio ivi coltivato per scopi zootecnici, di utilizzo delle acque reflue, di vendita di ortaggi e frutti coltivati nella zona fino a quando non verranno effettuate analisi che e escludano rischi per la salute pubblica.Sui rischi all'ambiente è intervenuto anche Eustachio Voza, coordinatore provinciale di Fareambiente. “L’incendio che ha distrutto lo stabilimento dell’Eripress nella zona industriale di Ogliastro-Cicerale ha determinato una delicata emergenza ambientale. Nonostante le tempestive ed apprezzabili misure preventive prese per la tutela dei cittadini di Agropoli, Capaccio e dei paesi vicini, i tecnici intervenuti hanno escluso problemi per l’incolumità degli abitanti della zona, non rilevando immediati pericoli per la salute pubblica” ha sottolineato Voza. “Alle forze dell’ordine spetterà accertare l’accaduto. In questo momento è fondamentale non abbassare la guardia sui problemi ambientali e sulle conseguenze per l’agricoltura del posto che potrebbero derivare dal rogo dell’Eripress, ma è altrettanto importante non strumentalizzare le tematiche ambientali per criminalizzare la presenza di impianti industriali nel sud della provincia o, peggio, l’utilizzazione integrata di fonti di energia rinnovabile”, precisa Voza. “Lo sviluppo sostenibile deve essere la vera bussola per costruire un mondo in cui l’ambiente sia un valore assoluto, senza lasciarsi andare ad inutili catastrofismi ed isterismi. In questo caso, abbandonarsi a facili e demagogiche condanne potrebbe significare anche la definitiva chiusura di un impianto di produzione che da' lavoro a molte decine di operai e garantisce sostentamento e una buona qualità della vita alle loro famiglie”, così conclude il coordinatore provinciale di Fareambiente.




















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