Cronaca

Capaccio, anche l'Arci interviene a sostegno degli immigrati sgombrati


Gli immigrati sgombrati da località Valorato a Capaccio, erano certi di occupare leggittimamente i propri alloggi. Ciò, sia perché avavano stipulato regolare contratto di locazione ad uso abitativo, sia perché ad alcuni di essi era stato "rilasciato dal Comune di Capaccio, nell'anno corrente, idoneo documento di identità attestante la residenza in via Varolato n. 53, pur sussistendo dal 18.08.08 la relazione di sopralluogo dell'Asl SA/3 di Vallo della Lucania, successivamente posta alla base dell'ordinanza di sgombero dell'aprile 2010; in questo modo, molti degli interessati, hanno considerato l'agibilità ed idoneità, sotto il profilo abitativo, del proprio alloggio in quanto era proprio l'Autorità a riconoscere la residenza di quelle unità abitative nei documenti di identità".Lo afferma in una lettera inviata al sindaco di Capaccio, alle autorità del Piano sociale di zona S6, dei Carabinieri e della Prefettura, l'Arci di Salerno che invita le autorità ad "un pronto intervento al fine di approfondire la situazione ed assicurare ai ragazzi marocchini residenti ogni forma di accoglienza ed assistenza sociale utile a mitigare le già difficili condizioni di vita e di lavoro".

"Infine - sottolinea l'associazione che sul territorio si avvale della collaborazione dello studio legale Apicella di Agropoli - l'ordinanza di sgombero non è stata notificata a nessuno dei residenti di Via Varolato n. 53, bensì solanto al proprietario dell'immobile sig. Meluccio Vito ed al comodatario sig. Meluccio Vittorio".

Ciò, permette anche di evidenziare una serie di inesattezze emerse dalle dichiarazioni trapelate da palazzo di città dopo l'operazione di sgombro: non è esatto ad esempio, parlare di operazione contro l'immigrazione clandestina dal momento che tutti gli extracomunitari sgombrati erano in regola con il permesso di soggiorno. Inoltre gli immigrati non vivevano ammassati in locali di 10 metri quadrati, con letti in sovrannumero ammassati sul pavimento come la nota dell'amministrazione comunale capaccese sostiene. I locali (di circa 54mq), seppur fatiscenti, disponevano ognuno di quattro letti (materassi adagiati su reti), di bagno e di una piccola finestra.

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