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Allarme della FIBA: stagione balneare 2013 a rischio

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Le Istituzioni nazionali, regionali, locali, e la Comunità europea, stanno operando in maniera quasi sinergica per fare saltare il sistema turistico balneare italiano ed in questo si sta distinguendo particolarmente la Regione Campania. L'allarme è lanciato dalla FIBA (Federazione Italiana Imprese Balneari) secondo cui la Campania è l’unica fra le Regioni d’Italia che ha previsto nella Legge Regionale n.1 del 27 gennaio 2012 (Legge Finanziaria Regionale 2012) l’aumento del 100% dell’imposta regionale sui canoni di concessone del demanio marittimo ad uso ricreativo e turistico art. 12 (Norme finanziarie in materia di demanio marittimo). L’aumento dell’ imposta regionale non ha avuto uguale nelle restanti Regioni rivierasche anche del sud Italia, il cui l'onere attualizzato si aggira sul 10-15%, 30% massimo. Il mantenimento di un tale provvedimento creerà la scomparsa dal mondo produttivo di tanti piccoli imprenditori e delle relative famiglie, andando a creare un vero e proprio problema sociale, considerata la tipologia di queste imprese, tradizionalmente piccole e medie e quasi sempre a gestione familiare.  La Regione Campania, si è mossa con l’unico intento di fare cassa, senza valutare le conseguenze sociali ed occupazionali che un tale provvedimento comporterà per l’economia, a cominciare proprio dalla stagione balneare 2013.

 Gli adempimenti legislativi che la Regione dovrebbe invece prioritariamente promulgare, ai sensi delle leggi vigenti - evidenzia la FIBA - è il Piano Regionale di Utilizzazione delle Aree Demaniali Marittime (c.d. PUAD) nel quale vanno individuate le aree del territorio da classificare nelle categorie A e B sulla base dei criteri de requisito di alta, normale e minore valenza turistica, senza trascurare la necessità di avere risposte omogenee dai Comuni sulle pratiche amministrative, sulle materie dei canoni concessori e loro pertinenze, sui continui incrementi degli oneri tariffari dei servizi.  

Fiba Confesercenti della Provincia di Salerno, si muoverà, nei confronti del Governo regionale e presso le Commissioni Consiliari competenti, per ottenere l’abrogazione di questa norma vessatoria e perchè sia adottato ogni ulteriore provvedimento legislativo idoneo ad evitare la distruzione di un settore produttivo vitale per l’economia campana. 

Per discutere di questo problema sono stati già programmati degli  incontri sulla Costiera Amalfitana, a Paestum, ad Agropoli, Agropoli, ad Ascea, a Pisciotta e a Sapri.

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