Cultura

Alla scoperta degli antichi popoli: Sant’Angelo a Fasanella [FOTO]

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“Gens antiquissima Italiae” li definiva lo storico latino Plinio il Vecchio E' ben noto come nel panorama della Protostoria Italiana il Cilento interno costituisca un'area di grande interesse per la comprensione dei complessi sviluppi legati al sorgere e all'affermarsi delle più antiche culture. Tuttavia, se alcuni siti rappresentano a tale riguardo un irrinunciabile caposaldo, molto lacunosa è insoddisfacente è la documentazione relativa a una grossa fetta del nostro territorio da imputarsi all'assenza di una indagine programmata ed esaustiva.

Ciò nonostante le evidenze ci sono e ad esser sinceri sono molto interessanti, tali da conferisci un quadro dinamico del territorio in particolare nel corso del Bronzo Medio soprattutto per il ruolo importante che riveste in questo periodo l’economia dell’allevamento con i suoi spostamenti per la pratica della transumanza. Sotto la lente viene posto il comprensorio che corrisponde al comune di Sant’Angelo a Fasanella, un sito ricco di testimonianze ma purtroppo ai più misconosciuto. Si tratta di un piccolo viaggio alla scoperta di quei luoghi abitati in un remoto passato ma che ancora oggi assumo un fascino del tutto particolare.

Grotta di S. Michele Abitata sin dall’epoca preistorica (Paleolitico al Bronzo Recente). Fu indagata parzialmente nel 1980 dal Trotta, con la collaborazione anche di Edy Dreossi, autore del rilievo che Bruno Davide puntualizzò ulteriormente con una seconda carta. La grotta è ubicata in località S Michele, non molto lontano dal torrente Fasanella e ai piedi di una parete verticale alta circa 25m, addossata alla quale vi sono resti di una badia in rovina. A quota 475m c’è l’ingresso, (7x6m), occluso, a sua volta, da un muro recante un ampio portale. Il sito, si sviluppa per una lunghezza di circa 70m, su di un piano orizzontale. Un primo momento frequentativo risalente al Paleolitico Medio è testimoniato dal rinvenimento, nel cumulo detritico in parte utilizzato quale rampa d’accesso al santuario rupestre, di numerosi raschiatoi in selce di tipologia Musteriana. Le testimonianze relative all’età del Bronzo, fanno riferimento a quando il sito diviene sede stagionale di pastori dediti alla transumanza nei mesi estivi e sono costituite da elementi vascolari collocabili nella sfera del Bronzo Medio e Recente. Utilizzata poi come luogo religioso cristiano, ha subito nel corso dei secoli numerosi rifacimenti. Oggi la si può considerare uno dei maggiori attrattori turistici del Cilento legati anche al culto dell’Arcangelo Michele.

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