E' finita in rissa una delle partite la trentesima edizione del torneo internazionale di calcio giovanile 'Città di Agropoli', riconosciuto come uno dei più importanti del panorama calcistico mondiale. In campo c'erano bambini di 10 e 11 anni ma al solito a dare il cattivo esempio ci hanno pensato i grandi. A rovinare la festa quanto accaduto durante l'incontro tra la Jugend Agropoli e il Casarea di Casalnuovo. Al termine della gara, dopo un gol su punizione della Jugend che ha permesso alla squadra cilentana l'accesso alla finale del torneo, un dirigente del Casarea si sarebbe avvicinato all'allenatore della Jugend colpendolo al viso con una cartellina. Per l'allenatore dell'Agropoli è stato necessario il ricorso alle cure mediche in ospedale, dove è stato giudicato guaribile in sette giorni. Subito dopo l'aggressione, sul posto sono giunti i carabinieri della compagnia di Agropoli i quali hanno dovuto riportare la calma anche tra le famiglie dei piccoli atleti. Per protesta, la Jugend ha ritirato dal torneo tre formazioni. ''Ho subito una brutta emorragia ad un occhio - spiega il tecnico della squadra cilentana Vessicchio -. Quanto accaduto è la morte del calcio giovanile''. Il torneo ha visto in campo 105 squadre di calcio provenienti da tre continenti e oltre 2 mila partecipanti per un totale di più di 250 incontri. Grandi numeri che da anni fanno del torneo agropolese una delle vetrine più interessanti del panorama calcistico giovanile internazionale.
Dall'associazione "Turisport" che organizza l'evento, secca smentita sull'episodio: "il torneo non è finito in rissa - sottolineano - la gara in questione era una partita eliminatoria e la rissa (tra l'altro subito sedata da organizzatori, dirigenti e genitori) si è scatenata soltanto fra i due allenatori, entrambi colpevoli per l'accaduto. Il Torneo comunque si è svolto regolarmente e nelle centinaia di partite giocate, finali comprese , tutto si è svolto nel migliore dei modi senza episodi di violenza".