Appuntamenti

Agropoli: preview della mostra di Pasquale Ciao


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Il 12 giugno 2010 alle ore 19.00 sarà presentata un’anteprima della mostra del M° scultore Pasquale Ciao presso i locali del Centro Studi Hemera ad Agropoli. In questa occasione si potranno ammirare tre delle numerose opere che costituiranno l’esposizione che sarà inaugurata presso Villa Salati a Paestum il 25 luglio 2010.
La scelta delle opere in esposizione, per la mostra di Villa Salati a Paestum, suggerisce una tematica di grande suggestione: “Aria & Acqua”. Le trasparenze, dunque, l’intangibilità, ciò che si sente ma che non può essere ghermito e contenuto. Per l’artista e l’osservatore un gioco sottile del perdersi, dell’abbandonarsi all’antigravità, dello smarrirsi nella leggerezza, del librarsi tra onde come tra venti, tra profondità marine e altezze illimitate.
Per l’Acqua: "La tuffatrice", sottile ed eterea, è forma stilizzata ed elegante che solca lo spazio, "L’ippocampo" danza magicamente disegnando spirali, esso stesso vortice plastico, il "Pesce tropicale" gareggia, in iridati colori e serpentini movimenti, con coralli e alghe dalle quali riaffiora.
Per l’Aria: la "Crisalide", cullata dal vento, ondeggia e si libra, "L’uccello del paradiso" dalle fitte ali e dal prezioso piumaggio, s’impossessa dello spazio, fiero della sua unicità.
A ben vedere, la tematica “Aria & Acqua”, di per sé complessa, tende a diventare non duplice, nell’analisi dell’artista, ma trina, poiché prevede la ricerca, nella natura, dell’unione di entrambi gli elementi.
Esistono, dunque, intersezioni, intrecci, a volte fusioni vitali, tra mare e cielo, che sono proposti come anelli di congiunzione tra questi due elementi: il "Delfino", che, con un guizzo, “cuce” onde e nuvole, il "Cigno", che lambisce l’acqua ma sprofonda nel sole, il Volo sull’onda, che sintetizza l’assunto.
Ma il paradosso della materia è costituito dal contrasto tra tematica e resa plastica: l’inconsistenza attraverso la scultura. Ambiziosa e affascinante la proposta, trova la sua attuazione nell’utilizzo, unico, della luce Wood.
Le sculture appaiono come poeticamente contese tra due mondi in antitesi che, per apparire ed esistere, devono, però, nascere e vivere insieme: il buio, condizione indispensabile per la fruizione della fluorescenza donata al legno nell’interpretazione anche cromatica dell’artista e la luce viola e soffusa, essenziale per far emergere i colori relativi ai dettagli, agli incavi e ai rilievi del disegno scultoreo.
Quella presentata è, dunque, una dimensione parallela alla realtà, una visione tesa all’indagine del mutamento, suggerito, anzitutto, da una forma primaria e conclusosi in un ambito astratto fatto di luci, ove la scultura perde la sue caratteristiche di materialità, tangibilità, gravezza, per accogliere, concettualmente e fisicamente, un’ ideazione atipica e sorprendente per quest’arte, pensata e realizzata, spesso, senza supporto né basamenti, con soggetti libranti.
E se acqua e aria non possono essere afferrate e imprigionate, per contrasto l’osservatore è catturato dalla magia di una mostra emozionante, rapito dall’insolito, dalla bellezza e dal sogno.

Antonella Nigro

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