Nelle scorse settimane il ministro dellAmbiente dintesa con il ministro dellEconomia e delle finanze, ha istituito a tutti gli effetti le quattro nuove aree marine protette annunciate da molti anni: le "Secche della Meloria", al largo della costa livornese, "Torre del Cerrano" in Abruzzo e le aree cilentane "Costa degli Infreschi e della Masseta" e "Santa Maria di Castellabate". Questultime due saranno gestite dal Parco del Cilento, ma con lattivo coinvolgimento nella gestione dei comuni di Camerota, San Giovanni a Piro e Castellabate. Soddisfazione è stata espressa a Camerota dal primo cittadino Domenico Bortone e dal presidente del consiglio comunale Rosanna Mazzeo.«Si tratta di un riconoscimento importante per il nostro territorio - ha dichiarato Mazzeo - che ci aiuterá a conservare le nostre meraviglie, e ad acquisire una maggiore consapevolezza del rispetto delle bellezze naturali del nostro territorio. Ora bisogna lavorare affinchè larea marina protetta possa avere una forte ricaduta economica e turistica per il nostro comune».
Sulle nuove istituzioni sono intervenuti anche i vertici di Legambiente: «Salutiamo queste nuove aree marine protette con grande piacere - ha commentato Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente - Ci piace segnalare che in questo caso gli enti gestori sono stati individuati giá allatto dellistituzione, incentrando la gestione sugli enti locali e i parchi giá presenti sul territorio. Un esempio concreto di gestione integrata della fascia costiera. Bene ha fatto il ministro Prestigiacomo a portare a termine, con coerenza istituzionale, il lavoro avviato dai suoi predecessori».
Ben diversa è invece la situazione dei Comuni a Nord dell'area protetta di Santa Maria di Castellabate. Il tratto di costa interessato infatti, inizia dalla splendida baia del Vallone al confine tra Agropoli e Castellabate. Uno specchio d'acqua particolarmente rinomato per la sua bellezza e per la limpidezza dell'acqua che attira ogni anno migliaia di turisti. L'istituzione dell'area marina protetta ora, vieterebbe pesca, balneazione e limiterebbe anche la sola possibilità di transito. Simili restrizioni hanno già sollevato le proteste di tanti cittadini che, pur avendo a disposizione un natante, non potranno più raggiungere il Vallone (area nella quale sarà vietata la balneazione anche per coloro che raggiungeranno via terra la baia). L'istituzione di area marina protetta inoltre, avrebbe grosse ripercussioni soprattutto sul turismo, dal momento che verrebbe meno uno degli spazi d'acqua più rinomati del territorio.
Queste considerazioni, hanno spinto l'amministrazione comunale di Agropoli a presentare ricorso al TAR come spiega l'avvocato Eugenio Benevento, assessore al contenzioso: «L'area marina protetta Santa Maria di Castellabate avrebbe entro i suoi confini anche la splendida baia del Vallone in località Sauco tra Agropoli e Castellabate spiega l'assessore Benevento ciò comporterebbe l'interdizione alla navigazione e il divieto di balneazione di una delle aree più ambite e frequentate dai bagnanti per la bellezza e la limpidezza delle sue acque. In migliaia la raggiungono ogni estate via terra, ma soprattutto via mare e l'istituzione di un'area protetta avrebbe serie ripercussioni sul nostro turismo ma anche sull'economia portuale agropolese poiché ci risulta che quest'anno in molti, pur disponendo di un posto barca, stanno tardando il varo della propria imbarcazione proprio per il rischio di avere grossi limiti nella navigazione e nella balneazione. Ecco perché abbiamo deciso di presentare immediato ricorso al TAR. Speriamo in una risoluzione positiva della vicenda dal momento che l'estate è alle porte e non vogliamo che questa decisione del ministero metta a rischio l'economia di una città che si basa molto sul turismo in particolare nella stagione estiva. Tra l'altro il Vallone, nonostante la presenza di numerose imbarcazioni nella stagione estiva, ha sempre conservato la sua bellezza, non presentando mai sintomi di inquinamento o di altre fenomeni che possano mettere a repentaglio la flora e la fauna marina».