Infelice disavventura per alcuni passeggeri che nella giornata di ieri hanno usufruito del servizio di collegamento marittimo "Terre d'Amare", fino all'anno scorso conosciuto come "Metrò del Mare". Nella giornata di ieri infatti, la nuova imbarcazione utilizzata per il servizio lungo la costiera cilentana, nel fare il suo ingresso nel porto di Agropoli ha rischiato seriamente di danneggiare i motori che, a causa della bassa profondità dei fondali del porto turistico, aspiravano sabbia ed altri detriti dal fondo. L'imbarcazione è dovuta quindi rimanere ferma per diversi minuti nel porto agropolese affinché l'equipaggio potesse verificare se vi fossero stati danni alle macchine. Dopo i controlli necessari il metrò è ripartito in direzione Sapri. Nella tratta di ritorno tuttavia, l'equipaggio non ha voluto rischiare di danneggiare ulteriormente l'aliscafo facendo quindi sbarcare tutti i passeggeri nel porto di San Marco di Castellabate, costringendoli poi a raggiungere Agropoli in pullman. La notizia del disagio arrecato ai passeggeri del servizio "Terre d'amare", ha mandato su tutte le furie il vicesindaco e assessore al turismo Mauro Inverso che non ha mancato di lanciare accuse alla Regione Campania: "Sono anni che si conosce il problema dei fondali del porto di Agropoli - ha detto Inverso - vorrei sapere che fine hanno fatto gli 8 milioni di euro di finanziamento regionale ottenuti dal nostro comune per effettuare l'escavo del porto. Questi lavori ci avrebbero consentito di aumentare la profondità dei fondali permettendo l'ingresso nel porto turistico anche di grosse imbarcazioni. A questo punto - conclude il vicesindaco Mauro Inverso - mi chiedo se tutti questi disagi che stiamo vivendo derivino da una scelta politica o da una cattiva gestione dell'ente regionale".
Non è la prima volta che il Metrò del Mare, ora denominato "Terre d'Amare", finisce al centro delle polemiche. Nei giorni scorsi l'amministrazione comunale disse provocatoriamente di volere la sospensione del servizio da Agropoli dopo la soppressione della tratta per Capri.
Ernesto Rocco