Il decreto del Ministro Valditara, varato in Consiglio dei ministri, introduce significative modifiche all’esame di Maturità a partire dal 2026. L’obiettivo principale è superare la semplice valutazione delle conoscenze nozionistiche per concentrarsi sulla capacità argomentativa e sulla maturazione personale degli studenti.
Le due prove scritte rimarranno invariate, mentre il colloquio orale subirà una profonda revisione, focalizzandosi sulle quattro discipline principali dei rispettivi percorsi di studio. Queste verranno definite tramite un apposito decreto ministeriale.
Esame di Maturità: la struttura del colloquio orale
Il colloquio dell’Esame di Maturità non sarà più una semplice verifica, ma un momento cruciale per valutare l’intero percorso formativo dello studente. Il decreto specifica che l’esame orale non sarà considerato valido se lo studente sceglie di rimanere in silenzio.
Nella valutazione dell’orale si terrà conto anche di altri elementi fondamentali, come l’educazione civica e le esperienze maturate nei percorsi scuola-lavoro, che sostituiscono i precedenti Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto).
È previsto, inoltre, che gli studenti che abbiano ottenuto almeno sei decimi in condotta possano presentare un elaborato sulla cittadinanza attiva e solidale, che verrà integrato nella valutazione dello scrutinio finale.
Il “4+2” da sperimentale a ordinamentale
Il cosiddetto percorso 4+2 per gli istituti tecnologico-professionali diventa ordinamentale, entrando a tutti gli effetti nel sistema nazionale di istruzione e formazione. Questa misura riduce la durata degli studi per il diploma da cinque a quattro anni, creando un collegamento diretto con gli ITS Academy, che offrono due anni di specializzazione.
Attualmente, la sperimentazione ha coinvolto 280 scuole e ha attivato 395 percorsi, dimostrando l’efficacia del modello. Le scuole potranno candidarsi per attivare questi percorsi, garantendo comunque l’accesso anche al tradizionale quinquennio.
Risorse aggiuntive e sicurezza
Il decreto stanzia 240 milioni di euro una tantum per il rinnovo del contratto del settore scuola, a cui si aggiungono 15 milioni di euro per estendere l’assicurazione sanitaria integrativa anche al personale precario, inclusi i docenti supplenti con contratto al 30 giugno.
Ulteriori fondi sono previsti per la formazione, con un focus specifico sui commissari dell’esame di Maturità. Per affrontare il problema della dispersione scolastica, il decreto introduce nuove regole per i passaggi tra i diversi indirizzi di studio, offrendo sostegni mirati nel primo biennio e esami integrativi nel triennio conclusivo.
Particolare attenzione viene rivolta alla sicurezza dei viaggi di istruzione e delle uscite didattiche, favorendo gli operatori che garantiscono maggiori standard di sicurezza e accessibilità per gli studenti con disabilità.
Infine, viene assicurata la piena operatività della Scuola Europea di Brindisi, consentendo di attivare i contratti per il personale docente e amministrativo.