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Vallo della Lucania celebra San Pantaleone: fede, tradizione e spiritualità

Il 27 luglio, Vallo della Lucania si prepara a vivere il momento più atteso dell’anno: la festa di San Pantaleone, patrono della città e della diocesi

A cura di Concepita Sica Pubblicato il 26 Luglio 2025
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San Pantaleone

Il 27 luglio, Vallo della Lucania si prepara a vivere il momento più atteso dell’anno: la festa di San Pantaleone, patrono della città e della diocesi. Migliaia di fedeli affollano le strade, in particolare nel pomeriggio, per partecipare alla solenne processione che attraversa il centro cittadino.

InfoCilento - Canale 79

Una tradizione che unisce sacro e civile

La ricorrenza dedicata al santo medico e martire rappresenta la celebrazione religiosa principale della zona. L’evento propone un ricco calendario di appuntamenti, sia liturgici che culturali, culminando con il corteo processionale. Quest’anno il percorso torna ad attraversare le vie cittadine, arricchito dalla presenza delle statue provenienti dalle chiese dei diversi rioni, offrendo momenti spirituali di profonda intensità.

La vita del santo: fede, miracoli e martirio

Secondo la “Passio”, Pantaleone era figlio del pagano Eustorgio e di Eubala, che lo educò alla fede cristiana senza però battezzarlo. Dopo la morte della madre, si dedicò con passione alla medicina sotto la guida di Eufrosino, raggiungendo una brillante carriera che lo condusse al servizio dell’imperatore Massimiano (o, secondo altre fonti, Galerio). Il suo ritorno alla fede cristiana avvenne grazie a Ermolao, sacerdote perseguitato, che lo incoraggiò a curare nel nome di Cristo.

Numerosi i miracoli attribuiti al santo, tra cui la resurrezione di un bambino morso da una vipera e la guarigione di un cieco. Dopo la morte del padre, Pantaleone distribuì i suoi beni ai poveri e si dedicò alla medicina gratuita, gesto che suscitò l’invidia dei colleghi. Le persecuzioni imperiali lo sottoposero a terribili prove, superate grazie a prodigi che culminarono nella sua decapitazione. Intorno alla sua figura si sono tramandati segni miracolosi, come l’ulivo rinverdito al quale era legato e il sangue raccolto in un’ampolla.

Il culto e la celebrazione

Il culto di San Pantaleone è diffuso sia in Oriente che in Occidente. In Oriente è conosciuto come “il grande martire” e invocato come taumaturgo; fa parte dei santi “anargiri” che praticavano la medicina senza chiedere compensi. Sul monte Athos, in Grecia, un monastero russo porta il suo nome.

Durante la festa, il simulacro del santo, accompagnato da autorità religiose e civili, attraversa le vie cittadine. Lo precedono fedeli, confraternite e il clero della diocesi. Non si tratta solo di una manifestazione folkloristica, ma di una profonda espressione della “Communio sanctorum”, l’unione tra santi e fedeli nella fede e nell’amore per Cristo.

“Dal cielo veglia il popolo, e guida tra i perigli, i tuoi fedeli figli difendi o Protettor.”

San Pantaleone continui a proteggere Vallo della Lucania, vegliando sull’umanità e intercedendo per la sua guarigione, sia fisica che spirituale.

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