E’ convocato per lunedì prossimo, 25 marzo, un incontro per approvare la bozza definitiva del Preliminare di Strategia dell’Area Interna “Cilento Interno”. Si tratta di un documento che costituisce una tappa decisiva per l’attivazione della strategia necessaria alla valorizzazione delle aree interne del comprensorio cilentano. L’appuntamento è alle 17 presso l’aula consiliare del Comune di Roccadaspide. Coinvolti Aquara, Bellosguardo, Castelcivita, Controne, Corleto Monforte, Ottati, Roscigno, Sant’Angelo a Fasanella, Campora, Castel San Lorenzo, Felitto, Laurino, Magliano Vetere, Monteforte Cilento, Piaggine, Sacco, Valle dell’Angelo, Castelnuovo Cilento, Ceraso, Gioi, Moio della Civitella, Novi Velia, Orria, Perito, Salento, Vallo della Lucania, Cannalonga e Stio.
Ciò permette agli Enti coinvolti di avviare un percorso di condivisione della strategia di sviluppo sociale ed economico sostenibile e duraturo nella quale risulta decisiva l’elaborazione di soluzioni ai problemi e alle carenze rilevate nei campi della sanità, dell’istruzione, della mobilità e della connettività, oltre che progettare la realizzazione di un sistema di azioni di crescita e sviluppo dei settori economici rilevanti del territorio cilentano. La strategia permetterà agli Enti coinvolti di avviare un percorso di condivisione della strategia di sviluppo sociale ed economico sostenibile e duraturo nella quale risulta decisiva l’elaborazione di soluzioni ai problemi e alle carenze rilevate nei campi della sanità, dell’istruzione, della mobilità e della connettività, oltre che progettare la realizzazione di un sistema di azioni di crescita e sviluppo dei settori economici rilevanti del territorio cilentano.
Per un approfondimento ecco la bozza di strategia dell’area interna
1 IDEA GUIDA, FILIERA COGNITIVA E PRINCIPALI INTERVENTI
Il Cilento Interno, per accessibilità e lontananza può essere considerata un’isola, diversa dal Cilento della costa ma ugualmente bella e unica, fatta di chi ci vive da sempre, di chi ha deciso ostinatamente di restare e di chi è tornato perché non si rassegna a non poter coniugare in modo semplice conservazione della bellezza e sviluppo.
Il Cilento interno è territorio schivo e riservato che ha preservato tradizioni e bellezze paesaggistiche che sono intatte e che conservano ancora oggi una strettissima connessione tra le culture delle comunità e il paesaggio, specchio dell’uso millenario del capitale territoriale composto da tre essenze: uomo, natura, e lavoro che l’uomo compie su di essa.
Per questa forte connotazione naturalistica e ambientale, che delinea un’armatura territoriale ad elevato grado di diversità eco-sistemica, tutti i 29 Comuni dell’Area Progetto ricadono nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Alburni, in un territorio che si estende per circa 949 km2 con una densità pari a 53,2, la più bassa delle aree interne della Campania.
Lo spopolamento progressivo, finora inarrestabile, e l’invecchiamento della comunità superstite minaccia questo patrimonio territoriale in quanto lo lascia al degrado e all’abbandono.
Frenare lo spopolamento significa, dunque, contrastare tale abbandono creando opportunità lavorative legate all’uso sostenibile dell’enorme patrimonio naturale del Parco, valorizzando e interpretando in maniera innovativa le pratiche di una cultura materiale che, nella sua storia millenaria, ha “costruito” paesaggi, culture e stili di vita, riconosciuti oggi patrimonio dell’umanità.
L’eccezionale valenza di questa risorsa territoriale è, infatti, certificata da prestigiosi riconoscimenti: 1998, sito iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco; 2007, qualifica Unesco MAB – Riserva della biosfera; inserito nella lista Unesco Global Geo-parks Network; unica comunità emblematica in Italia del Patrimonio immateriale Unesco “Dieta Mediterranea”.
Questo “capitale” presenta un potenziale ancora da valorizzare appieno.
La sfida è, dunque, trasformare quella che è considerata dai più “arretratezza” in opportunità, in fattore competitivo di sviluppo, puntando sul paradigma identitario, espresso nell’assioma “prodotto/territorio”, come leva di sviluppo per la rigenerazione delle filiere produttive storiche, da valorizzare in maniera integrata e da rimodulare in chiave contemporanea operando interventi mirati in grado di rimettere in circolo i flussi vitali per l’economia dei borghi più interni.
Il territorio possiede ancora le conoscenze e gli elementi di base per mettere in campo una strategia capace di invertire alcuni fenomeni diseconomici come:
Questi ostacoli possono essere superati progettando e applicando il modello di sviluppo place-based proposto dalla SNAI che si basa sull’assunto che sono i fattori di contesto a costituire i prerequisiti essenziali per la crescita e lo sviluppo economico.
Punto di partenza è la ricostruzione delle reti economiche che per millenni hanno garantito la tenuta e tutela dei territori, attraverso i connotati della resilienza rurale, e che possono continuare ad essere il substrato originario sul quale modellare concrete e durature linee di sviluppo.
All’interno di questo paradigma, pertanto, prioritariamente, si concentreranno strategicamente gli investimenti e le energie sulle filiere identitarie dell’area che non possono che vertere sul concetto olistico di Dieta Mediterranea e sulla necessità di preservare il capitale di biodiversità con attività ecocompatibili e connesse al concetto di green economy.
La forte caratterizzazione espressa dal concetto di “dieta mediterranea” deve opportunamente essere riagganciata ai valori ancestrali della stessa che conducono al Cilento come origine di questo stile di vita che è declinato attraverso i prodotti e il “modus vivendi”, ancora visibile e fruibile nei borghi di questo territorio ma bisognoso di supporto e riattualizzazione.
Tra i motivi che concorrono a rendere il Cilento un territorio di grande interesse ai fini della DM, vi è quello che i prodotti sono ancora coltivati e lavorati con metodi assolutamente non intensivi, che conservano l’impronta delle tradizioni locali. Ciò fa sì che in esso siano presenti alcune importanti produzioni agricole che hanno ottenuto riconoscimenti di qualità e che vanno sostenute ed incrementate incentivando e facilitando lo sviluppo di filiere corte. Nonostante ciò, l’80% dei prodotti agricoli consumati nel Cilento proviene da altri territori e solo il 20% deriva da questo territorio. Occorre, dunque, attuare strategie di sostegno alle produzioni locali del “paniere mediterraneo” , tarate sulla fisionomia delle piccole aziende agricole presenti sul territorio che svolgono, tra l’altro, un ruolo fondamentale nel preservare il sistema dei piccoli orti, aspetto peculiare del paesaggio e dell’agro-bio-diversità del Parco.
Per conformazione e morfologia territoriale del Cilento, in coerenza con una strategia di posizionamento del territorio, difficilmente si potranno garantire volumi e quantità tali da prevedere una diffusione su larga scala, per contro bisognerà posizionarsi su nicchie di mercato, garantendo qualità ed eccellenza, costruendo innanzi tutto un mercato interno.
Alla luce della crescente attenzione internazionale alla Dieta Mediterranea come paradigma di dieta sostenibile(FAO e altre pubblicazioni) questo approccio permetterebbe al Cilento di diventare un modello di rilevanza nazionale ed internazionale, favorendo la creazione e la ritenzione dei valori immateriali espressi nel riconoscimento UNESCO.
Altra risorsa, ad oggi scarsamente valorizzata economicamente, è quella legata alla gestione dell’enorme patrimonio forestale che attende solo di essere messo a valore ed utilizzato in modo razionale e sostenibile. Le foreste preservano la biodiversità, prevengono l’erosione del suolo, e costituiscono la base per nuove economie locali, sia per la loro funzione nell’ambito di una complessa filiera produttiva ed energetica del legno, sia per il loro uso in chiave turistica, ricreativa e culturale. Per un territorio ricadente al 100% in un’area Parco Nazionale, è fondamentale ampliare l’utilizzo sostenibile del bosco puntando sulla filiera corta agro-forestali e della bio-edilizia, sull’utilizzo degli scarti di lavorazione a fini energetici ed investire sulla qualità e la certificazione dei prodotti forestali.
La valorizzazione delle risorse territoriali significa anche recuperare e valorizzare il sapere non codificato insito nelle tradizioni locali e nel lavoro artigiano che rivestono un’importanza strategica, oltre che dal punto di vista economico, anche sul piano sociale in quanto permettono di rafforzare, quando non di ricostruire, il legame con il territorio di riferimento.
Nel Cilento riscoprire il saper fare tradizionale rappresenta una sfida da raccogliere. Ma tecnica e tradizione possono non essere sufficienti: per affrontare la sfida occorrono una forte consapevolezza degli effetti della globalizzazione e la capacità di valorizzare, se necessario, il ruolo dell’arte e delle nuove tecnologie, come di immaginare nuovi campi di applicazione per antichi mestieri, rifunzionalizzandoli nell’ambito degli odierni mercati del consumo ed aumentandone il capitale culturale. Salvare le attività artigianali di eccellenza dal rischio di scomparsa che le minaccia, puntando in primis sulle nuove generazioni e sulle fasce deboli, può rappresentare un modo vincente per costruire coesione sociale e sviluppo locale. Detti mestieri, soprattutto se attualizzati, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, la formazione e la contaminazione con nuovi linguaggi artistici e forme di fruizione, possono ancora rappresentare delle validissime opportunità occupazionali e di sviluppo dell’imprenditorialità giovanile oltre che occasione di rilancio dell’offerta culturale dell’area.
In questa ottica, progetti culturali e tecnologici innovativi come le residenze artistiche e i fab-lab potrebbero risultare interessanti mezzi di recupero del sapere, delle tecniche e dei luoghi di produzione tradizionali oltre che incubatori di nuove idee e realtà imprenditoriali.
Infine la riattualizzazione degli antichi mestieri
può essere un ponte di raccordo sia intergenerazionale tra passato, presente e futuro, sia tra gli ambienti rurali ed urbani, oltre che strumento per la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio culturale cilentano da un lato, e per lo stimolo all’innovazione e alla creatività dall’altro.
Il radicamento di nuove attività economiche, allo stesso tempo, presuppone e costituisce un “antidoto” allo spopolamento in atto. Una opportunità è sicuramente da ricercare nella presenza dei migranti nei centri e nei borghi del Cilento interno, che nel 2017 rappresentavano il 4,1% della popolazione e che risultano in aumento, visto che nel 2011 rappresentavano il 2,8%. Inseriti nel circuito del mercato del lavoro, contribuirebbero ad arrestare la “rarefazione umana” e la desertificazione delle attività economiche tradizionali, in primis delle produzioni agricole di pregio.
I centri e i borghi dell’Area Progetto dovrebbero, pertanto, trasformarsi sempre più in luoghi capaci di presentarsi come spazi sociali aperti, dinamici e capaci di partire da chi ha deciso di restare, da chi è ritornato per realizzare il proprio progetto di vita in questi luoghi e capaci di accogliere nuovi abitanti come i migranti e coloro che cercano casa, anche temporaneamente, attratti dalla ricchezza del patrimonio di cultura materiale, come giovani creativi, o semplicemente come persone che aspirano ad un ritmo di vita slow.
Per ripopolare i borghi, avamposti identitari di connessione tra il territorio, la sua storia, la cultura dei suoi abitanti e le produzioni tipiche, occorre pensare a nuove forme dell’abitare creando un ambiente ospitante pronto ad essere tanto meta di un turismo “rurale/esperienziale” basato su natura, tradizioni, artigianato ed enogastronomia, quanto di nuove modalità di residenza, attratte anche da forme di incentivazione economica che rimettono in un circuito e a valore il vasto patrimonio immobiliare esistente in disuso per l’accoglienza di giovani famiglie, per attività di micro ricettività diffusa o per il co-housing sociale, volto anche alle fasce deboli quali anziani o migranti. Nel patrimonio da mettere a frutto per incentivare lo sviluppo di tali forme di residenza innovative vi sono anche i terreni demaniali comunali che rientrano nell’iniziativa regionale “Banca della terra” e che possono contribuire a incrementare le produzioni di eccellenza del territorio.
I borghi possono essere anche i nodi di una rete di fruizione volta valorizzare la connettività storica culturale, costituita dalla rete viaria storica e dai sentieri, in modo che questa diventi un momento qualificante e distintivo di un’originale offerta turistica tematica del Cilento Interno. Infatti, l’elemento centrale del sistema insediativo (ma anche del paesaggio nel suo complesso) è la rete arcaica dei percorsi. Il loro ruolo paesistico è dovuto ad una molteplicità di fattori, riconducibili alla specificità orografica del territorio appenninico e sub appenninico e al ruolo che vi hanno svolto i sistemi di crinali nell’antropizzazione protostorica e successiva.
La valorizzazione delle bellezze dei borghi rurali cilentani passa anche attraverso l’attualizzazione delle modalità di racconto e (rap)presentazione nel pieno rispetto delle tradizioni locali; un ruolo importante in questo senso può essere svolto dalle comunità itineranti di artisti/artigiani contemporanei.
Per contrastare e bloccare lo spopolamento e per attrarre nuovi abitanti nell’Area Progetto è però indispensabile, riuscire a garantire condizioni di vita sostenibili. Per abitare ci vogliono servizi, che rispondano ai fabbisogni delle famiglie giovani, e siano qualificanti rispetto al territorio nel quale si approda. Bisogna tentare una ricalibratura del welfare locale, nella logica dell’investimento sociale, sperimentando servizi nuovi per popolazioni nuove, sui quali fare partire un moto di inclusione e di integrazione. In primis occorrerà garantire ai cittadini adeguati livelli dei servizi per l’istruzione, la mobilità, la salute. Il territorio e le c
omunità locali richiedono sempre più servizi pubblici su scala territoriale, progettati ed erogati sulla base delle reali esigenze, in grado di adattarsi con flessibilità alle diverse esigenze dei cittadini.
Per favorire la crescita economica e socioculturale occorre prioritariamente fornire una risposta coerente ai fabbisogni formativi e professionali del territorio, legame attualmente molto debole, al fine di un inserimento efficace dei giovani nel mondo del lavoro e nel contesto sociale locale.
La presenza professionale e il permanere di antichi mestieri nel territorio può essere garantita anche mediante associazioni di scopo tra professionisti utili ad assicurare e trasferire conoscenza anche nel settore dei servizi, compresi quelli sanitari, svolgendo un’attività essenziale per la crescita del capitale umano o per la rigenerazione del capitale umano esistente residuo. Il ruolo di queste figure esperte consentirebbe di formarne altre più ricche di competenze, capaci di avvalersi dell’innovazione ma rimanendo ancorati ai saperi tradizionali del passato, al fine di proporre in modo più adeguato ai nuovi tempi di vita economici e sociali e culturale connessi con la strategia.
Inoltre si avverte forte l’esigenza di costruire la consapevolezza del valore e il senso di appartenenza al territorio, sia potenziando i programmi scolastici con una maggiore attenzione alle vocazioni e al patrimonio di valori locali partendo sin dalla scuola primaria, sia formando operatori dell’accoglienza e figure professionali in grado di mettere a valore il filone della Dieta Mediterranea che trova nel Cilento la sua terra di elezione.
I temi da affrontare, dunque, anche in una prospettiva di comparazione con le altre aree della SNAI , sono i seguenti:
Vera criticità dell’area è la problematica della mancata accessibilità, dovuta ad una rete viaria spesso in dissesto e da servizi di TPL che non riescono a mettere in relazione e garantire la completa percorribilità del territorio pilota. Un miglioramento dell’accessibilità è vitale per tutte le categorie sociali presenti, lavoratori, studenti, anziani, ecc
Si possono delineare due direttrici di intervento: l’una diretta a migliorare le connessioni funzionali tra i comuni agendo sulla viabilità esistente per limitare l’impatto ambientale che eventuali nuove infrastrutture viare potrebbero determinare, l’altra volta a studiare e razionalizzare il servizio di TPL, integrandolo con iniziative quali servizi di minibus ad alimentazione sostenibile, servizi di mobilità condivisi e sostenibili quali, ad esempio, il car sharing o lo share n’go
Anche per quanto concerne i servizi sanitari si è riscontrata una iniquità nell’accesso ai servizi, considerata la tipologia di abitanti (spesso anziani, distanti dai servizi non raggiungibili con mezzi propri, a basso reddito).
Dopo la costruzione di una base di conoscenza comune, che consenta di valutare priorità e strategicità degli interventi, attraverso un lavoro effettuato a livello dei due distretti territorialmente interessati, si punta all’avvio di una medicina d’iniziativa prevedendo investimenti nella dotazione di dispositivi e per il supporto all’attivazione di servizi ad hoc, come l’infermiere di comunità, per rispondere meglio ai bisogni della popolazione. Inoltre, necessaria una riorganizzazione del servizio puntando anche sulle opportunità offerte dall’innovazione digitale in sanità.
L’azione strategica si completa con interventi capaci di impatto positivo sulla salute e il benessere della popolazione, in connessione con il driver istruzione: educazione alimentare nelle scuole primarie, prevenzione di patologie derivanti da stili di vita sedentari, da videodipendenze attraverso l’educazione ad attività e stili di vita a contatto con la natura, e, approfittando della presenza dell’IPSSAR a Castelnuovo Cilento, sviluppando nell’IPSSAR menù e ricette adatte a integrare e sostenere anche dal punto di vista nutrizionale la popolazione più fragile.
2.1 Descrizione del Sistema Intercomunale Permanente
2.1 Descrizione del Sistema Intercomunale Permanente
L’area interessata è composta da 29 comuni, dei quali 14 in area periferica e ultra-periferica. I comuni sono: Aquara, Bellosguardo, Castelcivita, Controne, Corleto Monforte, Ottati, Roscigno, Sant’Angelo a Fasanella — Campora, Castel San Lorenzo, Felitto, Laurino, Magliano Vetere, Monteforte Cilento, Piaggine, Sacco, Stio, Valle Dell’Angelo, Cannalonga, Castelnuovo Cilento, Ceraso, Gioi, Moio della Civitella, Novi Velia, Orria, Perito, Salento, Vallo della Lucania Roccadaspide. La popolazione vive per il 59% in aree interne, con paesi che non raggiungono i 600 abitanti e con indici di spopolamento che raggiungono il -5.9%. dei 29 comuni, 14 sono classificati come ultraperiferici.
Il comune con il maggior numero di abitanti è Vallo della Lucania con 8.668, seguito da Roccadaspide con 7.354. Il comune più piccolo è Valle dell’Angelo con 277 abitanti, preceduto da Campora con 462 abitanti.
La variazione demografica di molti centri del Cilento interno dimostra che la diminuzione della popolazione negli anni è costante al – 5,9% degli 2001-2011 si registra una continuità nel 2011/17 con un – 4% . In termini assoluti, si passa dai 50.493 abitanti del 2011 ai 48.440 del 2017 con una perdita di popolazione di 2.053 abitanti in 7 anni. Aumenta la popolazione over 65, passando da 24,9% a 26,0%, diminuisce la popolazione giovane, in particolare nella fascia di età 0-16 anni, passando dal 13,8 al 12,8 con tutto quanto ne consegue sulla sostenibilità di alcuni servizi come la scuola e poi la forza lavoro.
Secondo il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PTCP della Provincia di Salerno, il territorio ricade nell’Ambito Identitario n° 7 – Cilento, Calore, Alento, Mingardo, Bussento e Alburni sudest, che comprende gli STS[1] A1 Alburni, A2 Alto Calore Salernitano, A3 Alento – Monte Stella, A4 Gelbison Cervati, A5 Lambro‐Mingardo, A6 Bussento, tutti a dominante naturalistica.
Il comune con la superficie minore risulta Aquara, seguita da Bellosguardo e Castelcivita. Quello con l’estensione maggiore risulta Laurino, seguito da Roccadaspide. Il comune con la minore estensione è Controne, preceduto da Castel San Lorenzo. La superficie di tutti i comuni è di 948.75 KM2.
Lo spopolamento dei comuni è sicuramente il fenomeno più rilevante dell’area, che ha determinato nel tempo l’insediamento lungo le dorsali di collegamento stradale. I sistemi edificativi sono sparsi nell’area e questo ha determinato costruzioni su terreni agricoli con una perdita significativa di SAU (la variazione percentuale di SAU tra il 1982 e il 2010 è -22%), una concentrazione di servizi in pochi centri polarizzanti, la dislocazione lungo il fondovalle del Vallo di Diano di attività commerciali e produttive il cui eccessivo sviluppo continua a produrre un profondo spaccamento tra questa zona e le zone più interne.
Dall’analisi dei dati si rileva un sistema economico fragile, non ben identificato e, soprattutto, non consapevole. La dominante naturalistica dell’area, pregio di questo territorio, non è mai stata valorizzata e non sostiene l’economia dei territori, che vanno spopolandosi, anche per la perdita graduale dell’identità territoriale.
L’agricoltura e la forestazione, grandi risorse del territorio (come si evince dalle tabelle allegate), non sono sufficientemente strutturanti l’economia del luogo, non vengono né sfruttate, né valorizzate, e non sono opportunità né per le comunità residenti, né tantomeno per quelle “giovani”. Questi ultimi, non avendo grandi opportunità occupazionali, decidono di migrare ove, almeno potenzialmente, possono intravvedere un futuro e opportunità di sviluppo personale.
L’offerta formativa, peraltro, non corrisponde alla valorizzazione delle potenzialità dell’area: non sono presenti indirizzi formativi consoni alle vocazioni territoriali come l’agricoltura o il turismo (ad esempio non vi sono istituti agrari, e pochissimi sono gli alberghieri, mentre numerosi sono i licei che non forniscono opportunità immediate di occupazione, ed inoltre costringono comunque gli studenti ad allontanarsi dal proprio paese, aumentando così lo scollamento dalla propria identità territoriale).
Dal focus group sull’istruzione emerge che gli studenti delle scuole lamentano soprattutto la mancanza di una offerta formativa che sia interessante e soprattutto lamentano la mancanza totale di strutture aggregative che possano essere di attrattiva per loro e che non li costringa a recarsi altrove anche per la visione di un film. Il passaggio generazionale nei mestieri antichi, come in quello dell’agricoltura è reso complicato dalla burocrazia, dalla mancanza di agevolazioni (agevolazioni che potrebbero incentivare la realizzazione di nuove aziende produttive) e dalla mancanza totale di innovazione nelle aziende di famiglia che rendono poco attrattivo il mestiere di agricoltore.
Se interpretiamo i dati statistici a supporto notiamo (oltre alla perdita consistente di SAU) che l’età dei conduttori di terreni è altissima (supera i 65 anni di età) e che tra gli imprenditori agricoli, pochissimi hanno un titolo di studio e, tra coloro che lo possiedono, pochissimi hanno conseguito un diploma agrario. Ciò a conferma della situazione di stallo dell’economia, fondata sul solo sostentamento, e non sulla produttività delle aziende agricole presenti. Produttività ridotta, mancanza di innovazione e di ricambio generazionale, queste le criticità delle imprese agricole. A ciò si unisce la mancanza totale dello “sfruttamento” della enorme risorsa che è la foresta. Questo grandissimo polmone campano (se si consultano le tabelle allegate, si nota l’assenza totale di imprese produttive nelle aziende agricole a comparto delle legnose) non solo non fornisce alcun tipo di produttività aziendale, ma rischia oramai di diventare un problema ambientale di non poco conto, in quanto non curato, né regimentato.
Il comparto turistico è pressoché inesistente. I dati statistici confermano una concentrazione delle aziende ricettive e ristorative nell’area della vicina costiera cilentana, che, comunque, risente di una fortissima stagionalizzazione dell’offerta turistica e che, neanche nei mesi estivi di alta stagione, costituisce una economia sostenibile per lo stesso Cilento costiero. I collegamenti tra le cittadine di mare, i parchi naturali e le aree interne dell’alto Cilento sono molto problematici, e per questo, non il turismo costiero non ha ricadute economiche per i territori più interni.
I servizi territoriali di base, in conseguenza allo spopolamento dell’area sono rarefatti. Sono presenti due ospedali (Roccadaspide e Vallo della Lucania) ed i territori più periferici dell’area sono scoperti nelle emergenze. I dati statistici e il Focus group sulla sanità confermano la necessità di una copertura maggiore di servizi territoriali di cura.
Infatti i tassi di ospedalizzazione con codice giallo sono altissimi (il Tasso di ospedalizzazione della popolazione ultra 75enne è del 499.34 %, il Tasso di ospedalizzazione evitabile (composito) è del 997.55%) . Ciò a conferma della necessità di attivare servizi territoriali di cura soprattutto per le comunità anziane ed infantili. La mancanza di strutture territoriali di base e di emergenza, fa si che la popolazione, vada altrove anche per le cure minime. Infatti dovendosi spostare, chi ha necessità di cura, preferisce curasi altrove, ed evitare il sovraffollamento presente negli unici due presidi ospedalieri presenti.
L’assenza di servizi di cura territoriali è aggravata dal problema della mobilità nel Cilento interno che incide considerevolmente anche sugli altri servizi di cittadinanza, sanità e istruzione. In ogni focus group è emerso che il problema principale sta nella viabilità angusta e, a volte, impraticabile, e nell’assenza di servizi di TPL che garantiscano i trasporti all’interno delle piccole comunità.
La mobilità e la viabilità, all’interno del comparto sanitario, significano impossibilità di gestione delle emergenze. In questi paesi si può morire di infarto a causa della viabilità che costringe anche le ambulanze a percorsi impervi e lunghissimi, molte volte interrotti per frane o per altri tipi di dissesti idrogeologici (il tempo di percorrenza che intercorre tra l’inizio della chiamata telefonica alla centrale operativa e l’arrivo del primo soccorso sul posto è stimato in 16 minuti). La distanza media in minuti dei comuni “non polo” dal polo più vicino è di 55 Km; la distanza media in minuti dei comuni non polo dal polo più vicino ponderata per la popolazione è di 48 Km.
L’analisi dell’offerta di servizi del TPL su gomma di connessione al capoluogo regionale mostra una percentuale dello 0,09% (unità di misura corse medie giorno ogni 1000 abitanti) quale numero medio giornaliero di servizi su gomma ponderati per la popolazione residente nel comune, dai comuni dell’area di riferimento al capoluogo regionale.
L’offerta di servizi del TPL su gomma di connessione al polo locale presenta una percentuale 2,79% (unità di misura corse medie giorno ogni 1000 abitanti) quale numero medio giornaliero di servizi su gomma ponderati per la popolazione residente nel comune, dai comuni dell’area di riferimento al polo territoriale.
La percentuale di Accessibilità alla stazione ferroviaria più vicina (servizi regionali o nazionali) è del 48,26 % (% di popolazione residente entro un raggio di 15 minuti dalla stazione di riferimento).
Il problema della viabilità e della mobilità incide anche sul servizio scolastico e si aggiunge al più ampio problema del ridimensionamento dei presidi scolastici. La compressione delle nascite ha determinato in moltissimi paesi l’organizzazione delle pluriclassi (notiamo i risultati INVALSI: essi sono al di sotto della media campana). Queste ultime, oltre ad avere effetti negativi sull’apprendimento dei piccoli alunni, costringe questi ultimi e le famiglie a spostamenti quotidiani per raggiungere le scuole, materne o elementari. Ciò oltre a rappresentare un costo economico per le famiglie interessate, costituisce un altissimo costo sociale, che, a lungo andare, determina la scelta di emigrazione da parte delle famiglie, che preferiscono andare altrove piuttosto che sopportare lunghi spostamenti , ed in più, una scarsa offerta formativa.
Ai problemi enunciati si aggiungono quelli della connettività: solo il 31% della popolazione residente è raggiunta da banda larga. Il digital divide interessa nel totale il 53% della popolazione. L’impatto di questo grosso Gap è sia sull’effetto isolamento (che aumenta distanze, disinformazione, e scollamento), sia sulla competitività delle imprese, sul loro potenziale sviluppo, sia sulle numerose applicazioni che potrebbero essere utilizzate in campo sanitario (per esempio con la telemedicina).
2.2 Motivazione di scelte di condivisione di Funzioni e Servizi
La gestione associata è considerata sintomo dell’esistenza di quella maggiore capacità di progettazione e attuazione di un’azione collettiva di sviluppo locale, nel senso richiesto dalla strategia nazionale per le “aree interne”.
Pertanto lagestione in forma associata di funzioni (fondamentali) e di servizi è assunta dall’Accordo di programma quale requisito essenziale della strategia di sviluppo in quanto segnala l’esistenza di un assetto continuativo ed efficiente per l’erogazione di suddetti servizi (ambiti ottimali) nonché un livello più appropriato di esercizio delle funzioni fondamentali.
Con la volontà di pervenire ad un miglioramento dell’efficacia ed efficienza dei servizi erogati, i comuni dell’area progetto hanno individuato, in questa prima fase, nella Convenzione la forma più efficace per la gestione associata delle seguenti funzioni fondamentali:
La vastità del territorio dell’area pilota, la sua complessità orografica,che storicamente ha creato “enclavi”, e la numerosità dei comuni che ricadono nella perimetrazione, hanno suggerito di valorizzare le forme associate già esistenti ed operanti, 2 unioni di comuni (Alto Calore e Valle Alento) e 3 comunità montane (Alburni, Gelbison Cervati e Calore salernitano) e di rispondere al requisito associativo con la seguente soluzione:
Una volta perfezionato il conferimento delle funzioni da parte dei Comuni, le due Unioni di Comuni e le tre Comunità Montante presenti nell’Area stipuleranno tra di loro una convenzione di secondo livello, ai sensi dell’art. 32, 2 comma, del D.Lgs. n. 267/2000 e dell’art. 15 della Legge n. 241/90 e nel rispetto della Legge Regionale n. 12/2008 e dei rispettivi Statuti, ai fini dello svolgimento coordinato delle medesime funzioni conferite loro dai Comuni di appartenenza.
Il preliminare è il risultato di un percorso di ascolto e confronto al quale hanno partecipato attori istituzionali e soggetti privati.
I soggetti che hanno partecipato attivamente al processo di elaborazione della Strategia sono oltre al Comitato Nazionale per le Aree Interne e ai Ministeri competenti, la Regione Campania, la Provincia di Salerno – settore trasporti, l’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, i Comuni dell’Area pilota, le Istituzioni Scolastiche, l’ASL di Salerno e i Direttori Sanitari dei 2 distretti di riferimento, le imprese e le reti di imprese che operano nelle filiere (culturali, sociali, etc.) agroalimentari e nel turismo sostenibile, i cittadini, inclusi gli studenti che hanno partecipato ad un laboratorio di ascolto e progettazione) e le Associazioni attive sul territorio.
Particolarmente proficuo il confronto in tema di sviluppo locale con gli agricoltori cui è stato dedicato un focus specifico, per la rilevanza di questo settore economico nell’area pilota.
Le attività di confronto partenariale sono state realizzate attraverso incontri specifici con i Sindaci dell’Area Progetto e con forum aperti sui temi dello sviluppo locale, dell’istruzione, della salute e della mobilità.
Nella tabella sono riportati gli attori più rilevanti intervenuti nel processo, che hanno prestato il loro contributo al percorso di co-progettazione della Strategia.
Ente | Ruolo |
Regione Campania | Dirigenti e funzionari degli assessorati regionali |
Provincia di Salerno | Competenze su Trasporto pubblico Locale |
Istituti di Istruzione Primaria e Secondaria Superiore di Vallo della Lucania e di Roccadaspide | Dirigenti Istruzione primaria e secondaria superiore |
Studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Parmenide” (istituto tecnico e Liceo Scientifico) di Roccadaspide | Partecipanti al Laboratorio di ascolto e progettazione |
Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di diano e Alburni | Direttore e V/Presidente Gestione e promozione della risorsa parco |
ASL Salerno | Soggetto gestore dei presidi sanitari e dei Distretti sociosanitari dell’area. |
Distretti Sanitari n. 69 e 70 | Direttori sanitari |
Ambiti sociali di zona S07 e S08 | Responsabili dei servizi sociali |
Comunità Montane | Rappresentanti e tecnici Calore Salernitano, Gelbison, Alento |
UNCEM Campania | Presidenza Unione delle Comunità montane della Campania |
Associazione medici di medicina generale “Parmenide” | Soggetti erogatori di servizi sanitari |
Consorzio di bonifica Velia | Capofila rete di imprese FILIERA CILENTO |
Sistema Cilento spa | Agenzia di sviluppo locale eredità di un Patto territoriale |
Biodistretto Cilento | Associazione di imprese agricole biologiche, amministrazioni locali, operatori del turismo, commercio e artigianato, associazioni ambientaliste, culturali e sociali |
Gruppo d’Azione Locale CILENTO ReGeneratio | GAL promosso dal Piano di Sviluppo Rurale Regionale |
Gruppo di azione Locale Casacastra | GAL promosso dal Piano di Sviluppo Rurale Regionale |
Gruppo di azione locale I Sentieri del Buon Vivere s.c. a r.l. | GAL promosso dal Piano di Sviluppo Rurale Regionale |
Coldiretti Salerno | Presidenza e Direzione dell’associazione dei coltivatori diretti |
AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica | Rappresentanza dei produttori biologici |
CIA Salerno | Presidenza dell’Associazione professionale agricoltura |
Consorzio Vini Salerno | Presidente del Consorzio di produttori vitivinicoli |
Slow Food Condotta Cilento | Associazione non-profit che si pone l’obiettivo di promuovere nel mondo il cibo buono, pulito, giusto e sano. |
Azienda “Monacelli” | Produttori di olio con frantoio |
GSE gestore energie sostenibili | Azienda sulle energie rinnovabili ed efficientamento energetico |
Fondazione Ampio Raggio | Ecosistema di innovazione pmi |
Azienda “Tempa del Fico” | Azienda agricola e agrituristiche |
Cooperativa Sociale “Capovolti” | Cooperativa sociale che si occupa di agricoltura sociale |
Rehub Alburni | Associazione che valorizza antiche tecniche agricole con le nuove tecnologie |
Cooperativa LINK | Cooperativa sociale |
Cooperativa Namastè | Cooperativa sociale |
BCC Acquara | Istituto di credito |
L’obiettivo generale della Strategia è arrestare e invertire il processo di spopolamento della popolazione residente nei Centri e nei Borghi Interni dell’Area Progetto.
Per raggiungere tale obiettivo, i 29 Comuni dell’Area interna intendono valorizzare ciò che più li rappresenta e caratterizza: il paesaggio; rendendo una vera opportunità ciò che è stato vissuto per anni come un limite. L’idea guida della strategia parte dalla consapevolezza che oggi, per bloccare lo spopolamento e riabitare il Cilento interno, non è solo garantire i principali diritti di cittadinanza agli abitanti dei Centri e dei Borghi interni dell’Area Progetto ma creare le condizioni per la modernizzazione e lo sviluppo di attività economiche sostenibili, centrate prioritariamente sulle risorse del territorio a partire dai valori della dieta mediterranea e dalla green economy.
Questo comporta l’attuazione di interventi e di incentivi per riattivare l’economia locale mediante la modernizzazione e reinterpretazione di attività tradizionali con una particolare attenzione alla valorizzazione del Patrimonio materiale e immateriale UNESCO legato al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in cui ricade 80,6 % del territorio.
Per ogni ambito di intervento sono stati individuati obiettivi, risultati attesi, interventi con cui si intende raggiungerli e gli indicatori di riferimento con la direzione del cambiamento auspicato al 2020 e al 2023.
OBIETTIVO | Sviluppare in modo sostenibile la risorsa bosco e la filiera legno e, nel contempo, migliorare la qualità dei prodotti | |
RISULTATI ATTESI | Rilancio della filiera bosco Miglioramento della manutenzione del patrimonio forestale e del territorio | |
INDICATORI | • Tasso di utilizzazione delle risorse forestali; • Indice di specializzazione nelle filiere agricole, agroalimentari e forestali; • Percentuale di terreni forestali oggetto di contratti di gestione che contribuiscono al sequestro o alla conservazione del carbonio; | |
La superficie forestale costituisce il 52,9% del territorio del Cilento interno e rappresenta una grande opportunità in quanto una quantità consistente di ettari di bosco privato abbandonato ha un prezzo di mercato e una opportunità di utilizzo.
Occorre operare prioritariamente per una ricomposizione fondiaria, che permetta di valorizzare anche i piccoli appezzamenti di bosco attraverso una rete di imprese capace di connettere le parti più pregiate della filiera del legno. Le azioni da perseguire:
OBIETTIVO | Sviluppare e valorizzare le micro-economie locali basate sulle produzioni del “paniere mediterraneo” |
RISULTATI ATTESI | Salvaguardia delle produzioni tipiche, delle modalità di produzione sostenibili, dell’armatura sociale e del paesaggio agrario caratterizzante il territorio del Parco. Sviluppo di un protocollo di produzione condiviso per aumentare la sostenibilità del processo di produzione del “paniere mediterraneo”. |
INDICATORI | • Percentuale di aziende agricole che ricevono un sostegno per la partecipazione a regimi di qualità, mercati locali e filiere corte, nonché a gruppi/organizzazioni di produttori; • Incidenza dei giovani conduttori agricoli; • % di aziende agricole che ricevono un sostegno per la partecipazione a regimi di qualità, mercati locali e filiere corte, nonché a gruppi/ organizzazioni di produttori. |
Le aree a coltivazione promiscua dei “piccoli campi” rappresentano un paesaggio agrario caratterizzante il territorio del Parco. La sua genesi ci riporta alla struttura del nucleo familiare cilentano, dove la produzione agricola veniva per lo più finalizzata all’autoconsumo. I caratteri distintivi di tale paesaggio sono:
Il declino demografico sta minacciando non solo i volumi della produzione agricola di pregio legata alla Dieta mediterranea, spesso dotati di marchi di qualità che ne riconoscono e valorizzano la qualità, la tradizione del processo di produzione e la cultura, ma soprattutto i virtuosismi legati alle caratteristiche del paesaggio Cilentano sopra elencate. All’interno dell’area, infatti, oltre numerosi prodotti tipici vi sono filiere di qualità certificate quali:
Occorre agire per lanciare a livello diffuso, nelle sue reali dimensioni, l’importanza e la potenzialità delle produzioni locali, e per supportare la rete di piccole aziende, spesso a carattere individuale, prima che scompaiano nel momento in cui il titolare smetta di lavorare. Bisogna ripartire dal territorio, dimostrando i vantaggi della filiera corta, diffondendo e consolidando prima di tutto l’utilizzo e il consumo interno dei prodotti agroalimentari locali, in modo da rispondere in maniera adeguata alla domanda proveniente dal territorio cilentano, sia esterna (strutture ricettive e servizi di ristorazione privata) sia interna (ristorazione pubblica: scuole, istituti, ecc.).
Le azioni da perseguire, e che saranno meglio messe a fuoco nella fase A dell’attuazione della misura 16.7 del PSR, sono:
OBIETTIVO | Salvaguardare antichi mestieri valorizzandoli con l’arte e l’innovazione |
RISULTATI ATTESI | Nascita e Consolidamento di Micro Imprese nei settori dell’artigianato di qualità, della cultura e nel terziario innovativo |
INDICATORI | • Valore della produzione locale commercializzata per le filiere produttive; • Numero di imprese del terziario innovativo, culturali e dell’economia sociale attive sul totale delle imprese (%) |
La permanenza di mestieri tradizionali e lo sviluppo culturale ad essi legato è un fattore fondamentale di coesione in quanto, collegando i bisogni ai servizi, intreccia il tessuto produttivo con il tessuto sociale, attraverso una rete di aziende di piccolissima dimensione, distribuite in modo estremamente capillare su tutto il territorio cilentano.
Inoltre, l’artigianato agisce come ponte generazionale, altro fattore estremamente importante nelle aree interne, perché contribuisce a formare i giovani all’interno delle imprese, dando loro una prospettiva di inserimento all’interno della realtà produttiva e del mondo del lavoro, perpetuando determinati saperi e assicurando la conservazione di una comunità storico-culturale, anche perché, in molte imprese artigiane, esiste la capacità di innovare creativamente tradizioni artistiche.
Ma l’artigianato è estremamente importante anche ai fini della manutenzione del territorio e del paesaggio, sia esso urbano che naturale, basti pensare all’impatto dell’artigianato edile sulla struttura dei centri storici, o sulla conservazione e gestione dei beni ambientali con la manutenzione, ad esempio, della sentieristica.
Inoltre, strategia d’area vuole sfruttare il trend in atto che vede i prodotti di nicchia, fatti a mano e su misura, sempre più apprezzati e destinati a soddisfare le esigenze di un numero sempre maggiore di persone grazie alle possibilità di commercializzazione online che favoriscono la vendita dei manufatti artigianali e delle produzioni anche su piccola scala, aprendo agli artigiani nuovi sbocchi occupazionali e interessanti fonti di reddito. Le azioni previste sono:
OBIETTIVO | Attrarre nuovi abitanti |
RISULTATI ATTESI | Rivitalizzazione dei borghi cilentani, avamposti identitari dello stile di vita legato alla Dieta Mediterranea |
INDICATORI | • Accoglienza migranti offerta in strutture diffuse/ di non grande dimensione unitaria; • N. di immobili riutilizzati |
L’azione del Parco in questi anni ha contribuito, tra l’altro, a ristrutturare e qualificare molti beni culturali minori e piccoli centri e a realizzare piccole strutture di accoglienza e servizi, riqualificando il tessuto edilizio dei piccoli borghi dell’area pilota. Alcuni di questi (Stio e Gioi) sono entrati a far parte della rete CITTÀ SLOW , rete internazionale delle città del buon vivere, nata per allargare la filosofia di Slow Food alle comunità locali e al governo delle città, applicando i concetti dell’ecogastronomia alla pratica del vivere quotidiano, di cui la Dieta Mediterranea è espressione.
Sul territorio è presente e distribuito un consistente patrimonio immobiliare sottoutilizzato che occorre rendere “appetibile” e mettere a valore, attraendo “nuovi abitanti” per rinsaldare, o talvolta ricostruire, un’identità cittadina che i mutamenti demografici degli ultimi decenni hanno talvolta compromesso.
La strategia vuole attuare una politica di sostegno alle famiglie e ai giovani che vogliono tornare o restare, tenendo conto anche dei “nuovi arrivi” costituiti dai migranti, da vedere come una risorsa per questi territori così fragili.
Da studiare soluzioni adeguate e diversificate, sperimentando sia pratiche di inclusione ed accoglienza che forme di agevolazione come impegno prioritario e diffuso a favore dei residenti ma anche di abitanti temporanei, che si nutrono di tempo ritrovato e qualità della vita, utilizzando e armonizzando le grandi opportunità tecnologiche e culturali del nostro tempo con il patrimonio di cultura materiale della comunità locale. Le azioni possibili sono:
OBIETTIVO | Promuovere il turismo del benessere |
RISULTATI ATTESI | Incremento dei flussi turistici sia in termini di presenze sia in termini di durata dei soggiorni e integrazione del reddito degli abitanti con fondi complementari Valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche |
INDICATORI | Tasso di turisticità nei parchi nazionali e regionali; |
La varietà dei paesaggi e il loro livello di apprezzabile conservazione costituiscono un potenziale attrattivo difficilmente rinvenibile in altri contesti territoriali ma ciò nonostante non risulta travalicato il confine tra costa ed entroterra e la tipologia di turista che affolla la costa cilentana difficilmente è attratto dalle aree più interne… è necessario che questa terra riceva persone in grado di amarla e rispettarla nella sua natura più intima.
Manca un investimento sulla diffusione di un circuito turistico originale e specifico per il Cilento interno fondato sul concept tematico territoriale di benessere poggiato sull’idea di ambiente sano e Dieta Mediterranea, ovvero un circuito del benessere olistico fondato sul rapporto forte tra mente-corpo-ambiente sano-cibo sano. Le azioni proposte sono:
OBIETTIVO | Garantire il diritto alla salute ed all’integrazione sociale |
RISULTATI ATTESI | • maggiore umanizzazione dell’offerta assistenziale • Riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso e i ricoveri inappropriati |
INDICATORI | • Tasso di ospedalizzazione evitabile |
Nel Cilento Interno fondamentale è abbattere l’isolamento di anziani e malati e rispondere alle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione con una rete di assistenza integrata, che è diventata una parte centrale della riorganizzazione del servizio sanitario.
Le iniziative introdotte dal nuovo Patto della Salute (art.5) prevedono che le Regioni disciplinino principi e strumenti per l’integrazione dei servizi per le attività sanitarie e socio-sanitarie, in particolare per quella parte di popolazione non autosufficiente, e forniscano indicazioni alle ASL e gli altri enti del sistema sanitario regionale per l’erogazione congiunta degli interventi in grado di dimunuire il tasso di ospedalizzazione e migliorare efficacia della medicina territoriale.
Considerato il contesto (popolazione molto anziana e difficoltà negli spostamenti, data la peculiare configurazione oro-geografica e gli scarsi mezzi pubblici di trasporto) il piano di azione da promuovere deve avere la prioritaria finalità di avvicinare il più possibile la sanità alle fasce deboli della popolazione e ai cittadini, in modo da abbattere gli alti tassi di ospedalizzazione registrati nell’area e, indirettamente, contrastare una possibile causa dello spopolamento.
Le linee di azione individuate sono fondamentalmente 3:
Garantire una maggiore e continuativa presenza di assistenza sanitaria nel territorio
E’ possibile abbattere l’isolamento di anziani e malati attraverso diverse e sinergiche azioni:
Potenziare le cure domiciliari attraverso telemedicina/teleassistenza
L’azione precedentemente descritta di un servizio sanitario itinerante, beneficia dell’approccio innovativo offerto dalla telemedicina che combina le competenze e le attrezzature mediche con la tecnologia dell’informazione e della comunicazione, per consentire di effettuare esami, monitoraggi e terapie al domicilio del paziente.
Vista la forte criticità nell’emergenza-urgenza, per le condizioni territoriali già citate, oltre alle attrezzature cliniche già descritte, è indispensabile e prioritario prevedere anche dispositivi per il servizio di teleassistenza e telesoccorso tramite la gestione di allarmi, di attivazione dei servizi di emergenza, di chiamate di “supporto” da parte di un centro servizi. La teleassistenza ha un contenuto prevalentemente sociale, con confini sfumati verso quello sanitario, con il quale dovrebbe connettersi al fine di garantire la continuità assistenziale.
Inoltre, si potrebbero attivare sistemi e servizi di telesalute che collegano i pazienti dal proprio domicilio (in particolar modo i pazienti con cronicità) con il MMG o altri professionisti sanitari, al fine di assicurare il monitoraggio e la gestione della patologia, riducendo così i ricoveri ospedalieri, gli accessi in Pronto Soccorso e il ricorso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali.
Migliorare la qualità, l’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario attraverso la digitalizzazione dei processi e dati clinici
La proposta di AFT e della rete delle farmacie di servizio deve essere supportata da digitalizzazione dei processi clinico-sanitari in modo da rendere disponibile la storia clinica dei pazienti a tutti gli attori coinvolti, permettendo una migliore gestione dei dati clinici e della continuità delle cure. Si tratta di impiantare una Porta Unica di Accesso (PUA) virtuale attraverso un software capace di organizzare e facilitare l’accesso, l’uso e la condivisione delle informazioni cui possono accedere tutti gli attori dell’assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale onde gestire l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario, generati da eventi clinici riguardanti l’assistito, e tutte le informazioni e le richieste di servizi e i bisogni espressi dai cittadini.
Ulteriori azioni
Nel corso dell’attività di animazione territoriale svolta nell’ambito della SNAI sono emerse anche altre azioni non strettamente connesse all’assistenza sanitaria ma concernenti sia la promozione della salute che il supporto socio-sanitario:
L’area pilota ha intenzione, inoltre, di avviare un tavolo di discussione con il Ministero per abbassare la soglia dei pazienti procapite dei MMG da 1300 a 800, in virtù delle evidenti difficoltà ad operare e raggiungere l’attuale soglia nelle Aree Interne caratterizzate da un forte spopolamento.
OBIETTIVO | Migliorare la relazione tra istruzione, formazione e valori del territorio |
RISULTATI ATTESI | § Rinnovamento e incremento della qualità dei servizi scolastici dell’Area Pilota per maggiore rispondenza alle vocazioni territoriali, alle specializzazioni produttive (agroalimentare, cultura e turismo sostenibile) e allo sviluppo delle competenze trasversali (cultura d’impresa, ICT, conoscenza delle lingue). § Miglioramento delle competenze degli studenti dell’Area Progetto e dell’Area Strategica nelle aree disciplinari di base (lingua italiana, lingue straniere, matematica, scienze, nuove tecnologie e nuovi linguaggi) con particolare riferimento alla scuola primaria e alla scuola secondaria di 1° grado. |
INDICATORI | § Competenza degli allievi in italiano e matematica classe terza secondaria di 1 grado; § Partecipazione degli studenti ad attività di valorizzazione del territorio; § Quota di insegnanti che hanno partecipato a corsi di formazione e aggiornamento § N° di allievi in alternanza scuola-lavoro § N° di ore di apertura pomeridiana e serale per azioni di formazione e di inclusione sociale
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Anche nel Cilento interno si è assistito ad un gran ridimensionamento dei presidi scolastici con l’istituzione degli istituti omnicomprensivi e delle pluriclassi. Queste, pur rendendo più arduo il lavoro dei docentie pur influendo non sempre positivamente sull’apprendimento degli allievi, risolvano il problema delle famiglie di avere scuole vicine al domicilio.
Nella fase di ascolto è emersa, inoltre, una bassa interazione tra il sistema scuola e il territorio con un conseguente scollamento tra il sistema scolastico e le reali esigenze e potenzialità di sviluppo economico e sociale dell’area legate alle risorse endogene.
Per favorire la crescita economica e socio-culturale occorre prioritariamente fornire una risposta coerente ai fabbisogni formativi e professionali del territorio il cui scopo primario è l’inserimento efficace dei giovani nel mondo del lavoro e nel contesto sociale locale.
Inoltre, si avverte forte l’esigenza di costruire la consapevolezza del valore e il senso di appartenenza al territorio: ciò può essere realizzato da un lato potenziando i programmi scolastici con una maggiore attenzione alle vocazioni e al patrimonio di valori locali partendo sin dalla scuola primaria, dall’altro formando operatori dell’accoglienza e figure professionali in grado di mettere a valore il filone della Dieta Mediterranea che trova nel Cilento la sua terra di elezione.
In particolare, sottovalutata è la formazione legata ai temi dell’agricoltura e sviluppo rurale, componente prioritaria del territorio pertanto prioritaria è l’attivazione di un istituto tecnico agrario, istanza già avanzata dal comune di Vallo della Lucania alla Provincia di Salerno e non presa in considerazione.. La proposta è quella di curvare l’offerta formativa superiore attraverso la creazione di offerte formative alternative, specialistiche specializzanti, affinché essa incroci ed integri le potenzialità del territorio.
Il fabbisogno del territorio può essere in parte soddisfatto dalle seguenti azioni:
Da non trascurare, inoltre, resta il dato relativo ai risultati INVALSI delle scuole secondarie di secondo grado che risultano pari 53, 7 nei test di italiano rispetto d una media aree interne pari a 54,5 e 44 nei test di matematica rispetto ad una media aree interne pari a 49. Si rileva ,inoltre, una elevata presenza di studenti non italiani su cui l’area da tempo sta sperimentando dei percorsi innovativi legati ,soprattutto, ai progetti Sprar nei Comuni di Piaggine e Bellosguardo.
La qualità dell’insegnamento è, dunque, fondamentale e occorre prevedere una mirata formazione dei docenti unitamente alla creazione di condizioniche contrastino l’eccessiva mobilità dei docenti che tendono ad abbandonare le aree interne in favore delle città. Utili allo scopo accordi che garantiscano al personale condizioni di stabilità di sede e incentivi legati alla loro maggiore permanenza nelle scuole dell’area.
Azioni mirate sono:
OBIETTIVO | Migliorare l’accessibilità e la mobilità |
RISULTATI ATTESI | • Servizi territoriali più accessibili. • Incremento della mobilità nell’area attraverso di un servizio di mobilità sostenibile basato sulla cooperazione tra pubblico e privato |
INDICATORI | • % di residenti che si muovono per motivi personali, di lavoro o di studio che utilizzano TPL sul totale che usa mezzi di trasporto privati. • Numero di Utenti del Servizio di Taxi Sociale |
In quest’area il forte limite è la lontananza fisica delle aree più remote dai centri maggiori di riferimento, Roccadaspide e Vallo della Lucania e, per alcuni servizi essenziali, addirittura Eboli o Battipaglia. La porzione più interna dell’area pilota, ovvero la corona di comuni che si affacciano sul fondovalle del fiume Calore è, inoltre, particolarmente isolata, con un sistema di viabilità non certamente performante e un trasporto pubblico assolutamente inadeguato.
I collegamenti stradali più importanti dell’area sono:
L’accessibilità lungo tali arterie è spesso compromessa dalle condizioni precarie della viabilità stradale non efficiente, anche per numerosi fenomeni di dissesto. Si evidenzia come la regione si sia già adoperata con il completamento della Fondo Valle Calore – i cui lavori sono già iniziati e parzialmente anche già rifinanziati con il Patto per la Campania – e con il finanziamento con risorse FSC 2014/2020 di numerosi interventi di adeguamento e messa in sicurezza.
Inoltre, territorio presenta significativi problemi di mobilità, dovuti all’inadeguatezza del Trasporto Pubblico Locale, che non riesce ad assicurare la connessione tra tutti i comuni dell’area pilota e che non consente ai residenti un buon accesso alla rete di distribuzione dei servizi.
Le difficoltà di collegamento con le principali strutture scolastiche soprattutto nelle fasce pomeridiane (assenza di linee dirette, eccessivo numero di cambi, tempi di percorrenza lunghissimi) e la mancanza di collegamenti diretti alle strutture socio-sanitarie sono elementi invalidanti per le fasce degli studenti e degli over 65. Particolarmente difficile, inoltre, è l’accesso ai nuclei abitativi dei centri storici. La distanza media dei Comuni non polo dal Polo più vicino è pari a 55,3 km.
L’accessibilità ai luoghi è, dunque, il tema principale con cui l’area si misura da diversi anni, costituendo le reti e le infrastrutture una leva decisiva per agire sulla qualità della vita delle persone e sulle opportunità di sviluppo.
Elaborare una strategia per la mobilità e l’accessibilità, basata sull’integrazione tra reti locali e nazionali e fra le diverse modalità di trasporto, nell’ottica della intermodalità è indubbiamente un punto di partenza indispensabile.
La strategia da mettere in campo si articola nelle seguenti azioni:
Preliminarmente, vi è l’esigenza di razionalizzare le informazioni sulle tratte di percorrenza, sugli orari, sulle fermate non essendoci un quadro informativo unitario, accessibile e razionalizzato. Il quadro conoscitivo elaborato sotto forma di documento di pianificazione consentirà un inquadramento della mobilità dell’area. In questo senso, il lavoro proposto consisterà in : analisi dei flussi di traffico esistenti, con particolare riferimento alla mobilità interna all’area; verifica, in termini di origine e destinazione, dei principali elementi di flusso della domanda di mobilità, con particolare riferimento a quella scolastica; georeferenziazione, sul grafo del catasto stradale della Provincia, delle fermate esistenti con possibile verifica delle domanda, in termini di frequenza d’uso e di destinazione. Pertanto, in collaborazione con la Provincia di Salerno, si predisporrà un quadro informativo complessivo in modo da ridefinire programmi di esercizio delle aziende individuando i margini per una maggiore efficacia ed efficienza del servizio in base ai nuovi fabbisogni della popolazione. Importante sarebbe, as esempio, favorire il collegamento tra i due principali bacini territoriali che costituiscono l’area pilota, gravitanti su Roccadaspide e Vallo della Lucania, che attualmente sono scarsamente connessi.
L’area che risulta maggiormente penalizzata dall’attuale sistema di TPL è quella dei comuni che si affacciano sulla Valle del Calore, difficilmente raggiungibili anche per la tortuosità delle strade che rallentano la percorrenza di bus di grandi dimensioni. Tale disagio può essere superato con:
Di concerto con la Provincia occorre studiare come mettere in maggiore relazione il territorio la stazione di Vallo della Lucania e Capaccio istituendo e/o intensificando un servizio di trasporto su gomma con linee di autobus dai singoli Comuni verso tali principali “porte”. Sarebbe, inoltre, opportuno istituire un collegamento tra i due centri maggiori di Roccadaspide e Vallo della Lucania con l’AEROPORTO di Pontecagnano e il polo universitario di Fisciano.
OBIETTIVO | Incrementare la qualità e efficacia dei processi e dei servizi con l’ITC |
RISULTATI ATTESI | • Incremento della trasparenza e della qualità dei processi e dei servizi amministrativi delle Amministrazioni Comunali dell’Area Progetto. |
INDICATORI | • % Comuni con Servizi Digitali • % Territorio con Servizio Wi-Fi |
Puntare su innovazione tecnologica e cittadinanza è un fondamentale fattore competitivo per il territorio del Cilento interno grazie alla trasversalità delle azioni di innovazione su tutti gli ambiti individuati che possono essere supportati da soluzioni tecnologiche innovative che consentono di semplificare la cooperazione e la fruizione di dati creando valore aggiunto.
Per ridurre il digital divide si punta ad incrementare le dotazioni tecnologiche e di connettività della P.A. e a stimolare l’erogazione di servizi online da parte dei Comuni e la loro fruizione da parte di cittadini ed imprese. I principali interventi attengono:
Le azioni che si implementeranno sono relative al potenziamento e l’attivazione di nuovi servizi per migliorare l’inclusione digitale:
Tutte le azioni descritte precedentemente concorrono al raggiungimento degli obiettivi della Strategia di Area agendo direttamente sul pre-requisito relativo all’associazionismo ma anche sui tre servizi fondamentali, in particolare saranno attivate delle azioni preliminari a supporto dei settori di Istruzione e Sanità:
AREA TEMATICA | AZIONI | RISULTATO ATTESO | INDICATORI | ORIZZONTE TEMPORALE | |
Sviluppare e valorizzare le micro-economie locali basate sull’utilizzo sostenibile delle risorse naturali
| § Sviluppare in modo sostenibile la risorsa bosco e la filiera legno § Sviluppare e valorizzare le micro-economie locali basate sulle produzioni del “paniere mediterraneo” § Promuovere mercati locali per le produzioni agroalimentari (vendita diretta, mense scolastiche e ospedaliere, ecc.) § Favorire la creazione di centri servizi all’agroalimentare per la formazione, l’innovazione, l’assistenza tecnica e l’accesso al credito; § Salvaguardare antichi mestieri valorizzandoli con l’arte e l’innovazione
| § Rilancio della filiera bosco § Miglioramento della manutenzione del patrimonio forestale e del territorio § Nascita e Consolidamento di Micro Imprese nei settori dell’artigianato di qualità, della cultura e nel terziario innovativo | § Tasso di utilizzazione delle risorse forestali; § Indice di specializzazione nelle filiere agricole, agroalimentari e forestali; § Percentuale di terreni forestali oggetto di contratti di gestione che contribuiscono al sequestro o alla conservazione del carbonio; § Percentuale di aziende agricole che ricevono un sostegno per la partecipazione a regimi di qualità, mercati locali e filiere corte, nonché a gruppi/organizzazioni di produttori; § Incidenza dei giovani conduttori agricoli; § % di aziende agricole che ricevono un sostegno per la partecipazione a regimi di qualità, mercati locali e filiere corte, nonché a gruppi/ organizzazioni di produttori. § Valore della produzione locale commercializzata per le filiere produttive; § Incidenza delle imprese del terziario innovativo e dell’economia sociale attive sul totale delle imprese (%) | BREVE PERIODO | |
Attrarre nuovi abitanti e ospiti temporanei | § Attivare politica di sostegno alle famiglie e ai giovani che vogliono tornare o restare § Accogliere e integrare i migranti nella comunità § Promuovere il turismo del benessere | § Rivitalizzazione dei borghi cilentani, avamposti identitari dello stile di vita legato alla Dieta Mediterranea § Incremento dei flussi turistici sia in termini di presenze sia in termini di durata dei soggiorni e integrazione del reddito degli abitanti con fondi complementari § Valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche | § Accoglienza migranti offerta in strutture diffuse/ di non grande dimensione unitaria; § N. di immobili riutilizzati § Tasso di turisticità nei parchi nazionali e regionali.
| MEDIO PERIODO | |
Garantire il diritto alla salute ed all’integrazione sociale | § Garantire una maggiore e continuativa presenza di assistenza sanitaria nel territorio § Potenziare le cure domiciliari attraverso telemedicina e teleassistenza § Migliorare la qualità, l’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario attraverso la digitalizzazione dei processi e dati clinici | § maggiore umanizzazione dell’offerta assistenziale § Riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso e i ricoveri inappropriati | § Tasso di ospedalizzazione evitabile | BREVE PERIODO | |
Migliorare la relazione tra istruzione, e valori del territorio | § ….. § ….. § …. | § Rinnovamento e incremento della qualità dei servizi scolastici dell’Area Pilota per maggiore rispondenza alle vocazioni territoriali, alle specializzazioni produttive (agroalimentare, cultura e turismo sostenibile) § Miglioramento delle competenze degli studenti dell’Area Progetto e dell’Area Strategica nelle aree disciplinari di base con particolare riferimento alla scuola primaria e alla scuola secondaria di 1° grado. | § Competenza degli allievi in italiano e matematica classe terza secondaria di 1 grado; § Partecipazione degli studenti ad attività di valorizzazione del territorio; § Quota di insegnanti che hanno partecipato a corsi di formazione e aggiornamento § Partecipazione degli studenti ad attività di valorizzazione del territorio; § N° di allievi in alternanza scuola-lavoro § N° di ore di apertura pomeridiana e serale per azioni di formazione e di inclusione sociale | BREVE PERIODO | |
Migliorare l’accessibilità e la mobilità | § razionalizzare la rete del TPL da e verso i comuni polo di Roccadaspide e Vallo della Lucania § integrare il servizio di TPL esistente con il supporto di servizi integrativi nelle porzioni di territorio più isolate § rendere più frequenti i collegamenti con i poli ferroviari di Vallo della Lucania, Capaccio Scalo e il polo universitario di Fisciano. | § Servizi territoriali più accessibili. § Incremento della mobilità nell’area attraverso di un servizio di mobilità sostenibile basato sulla cooperazione tra pubblico e privato | § % di residenti che si muovono per motivi personali, di lavoro o di studio che utilizzano TPL sul totale che usa mezzi di trasporto privati. § Numero di Utenti del Servizio di Taxi Sociale | MEDIO PERIODO | |
Incrementare la qualità e efficacia dei processi e dei servizi con l’ITC | § installazione di apparati wi-fi per l’accesso ad internet nei luoghi pubblici e negli attrattori culturali e naturalistici § sviluppo di piattaforme collaborative per l’erogazione di servizi online e per la dematerializzazione dei documenti amministrativi | § Incremento della trasparenza e della qualità dei processi e dei servizi amministrativi delle Amministrazioni Comunali dell’Area Progetto. | § % Comuni con Servizi Digitali § % Territorio con Servizio Wi-Fi | MEDIO PERIODO | |
Per il nuovo ciclo di programmazione 2014/2020, la Regione Campania ha rafforzato il presidio degli strumenti finanziari a disposizione mediante l’istituzione degli uffici della Programmazione Unitaria che hanno il compito di assicurare il coordinamento delle diverse fonti finanziarie operando, attraverso la propria struttura organizzativa, una forte azione di indirizzo per valorizzare tutte le possibili aree di integrazione tra le azioni dei principali programmi e strumenti finanziari comunitari, nazionali e ordinari, al fine di:
Coerentemente con tale missione, sul territorio del Cilento Interno si è intervenuti con diverse fonti finanziare per rafforzare la politica della SNAI finanziando, in gran parte nella cornice programmatica del Patto per la Campania, importanti opere infrastrutturali che assolvono alle principali emergenze dell’area pilota.Accessibilità
Tra gli interventi infrastrutturali previsti, sono state inserite nel Patto per la Campania le seguenti opere strategiche per migliorare la mobilità funzionale allo sviluppo economico del Cilento:
Agli interventi previsti dal Patto per la Campania, si aggiungono un’altra serie di interventi sulla viabilità, finanziati in quota nazionale dei fondi FSC 2014/2020 tra cui il significativo Completamento della Fondo Valle calore per 15 milioni di euro.
Riqualificazione e salvaguardia dell’ambiente
Diverse le operazioni finanziate per la riqualificazione ambientale:
A tali risorse si aggiunge il GP progetto “Risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali della Provincia di Salerno” riprogrammato a maggio con la DGR n. 288 sul PO FESR 2014/2020 che interessa l’area cilentana per circa 45 milioni di euro.
Messa in sicurezza del territorio
Il Cilento è un territorio fragile che ha richiesto, la programmazione di numerosi interventi, tutti ora già cantierabili, per un totale di:
Accessibilità digitale
Tra gli altri requisiti irrinunciabili per l’efficacia della Strategia vi è indubbiamente l’ACCESSIBILITA’ DIGITALE. La Regione Campania sta lavorando con il Progetto Banda Ultra Larga (BUL) per fornire anche al territorio del Cilento interno un’infrastruttura digitale capillare e di qualità, capace di migliorare l’accessibilità ai servizi essenziali e di supportare le strategie di sviluppo territoriale.
Nel Piano triennale per l’informatica della PA sviluppato da AGID risulta obbligatorio lo sviluppo di azioni che prevedano l’adeguamento dei sistemi in essere con l’integrazione delle piattaforme abilitanti trasversali che rappresentano funzionalità fondamentali, trasversali e riusabili nei singoli progetti, uniformando le modalità di erogazione. Emerge, dunque, l’importanza e la trasversalità delle azioni di innovazione in ambito ICT non solo come supporto ai driver di sviluppo con nuove soluzioni tecnologiche, ma anche come requisito fondamentale per semplificare la cooperazione e la fruizione di dati in modalità innovative, in modo da creare valore aggiunto a partire da un enorme patrimonio da valorizzare in modo adeguato.
Sviluppo rurale
Nella strategia di sviluppo locale delineata dall’area pilota Cilento interno un ruolo prioritario lo rivestono le attività del settore primario. Pertanto, la strategia dialoga ed è complementare a quanto previsto dalla “Misura 19 – Sostegno allo sviluppo locale LEADER PSR 2014/2020” che ha selezionati ben 3 GAL ricadenti nell’area cilentana: GAL Casacastra Consorzio, GAL Sentieri del buon vivere scarl e GAL Cilento Regeneratio srl.
Da segnalare, inoltre, che nella recente attività legislativa della Regione Campania sono stati varati due disegni di legge regionali che creano condizioni di contesto favorevoli ad alcune scelte della strategia d’area:
Lo sviluppo della strategia si è costruito su uno schema finanziario plurifondo, in grado di far convergere sulle cose da fare le diverse fonti potenziali di finanziamento: – POR FESR 2014/2020 – POR FSE 2014/2020 – PSR FEASR 2014/2020 – Fondi ministeriali su politiche ordinarie.
Il quadro finanziario potrà essere definito in fase di definizione della strategia e nel rispetto delle procedure di selezione delle operazioni previste per i programmi regionali a valere sui fondi SIE 2014-2020.
[1] Sistemi Territoriali di Sviluppo ai sensi della L.R. 13/2008 – Piano Territoriale Regionale della Campania