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M5S, Cammarano: “Turismo, tra distretti e poli è caos turismo in Campania”

Interrogazione del consigliere regionale: “Interferenza tra soggetti regolati da più leggi”

A cura di Comunicato Stampa Pubblicato il 31 Ottobre 2018
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Michele Cammarano

“L’anarchia regna sovrana in una regione come la Campania, dove alla totale incapacità di programmazione nel settore del turismo si aggiunge il caos tra distretti e poli turistici, definiti senza alcun criterio se non quello della cura del propri orticelli. Da un lato abbiamo i distretti, introdotti con decreto legge del 2011 che dà la possibilità a imprese turistiche di aggregarsi e godere di agevolazioni fiscali. Dall’altro i poli, regolati da legge regionale del 2014 che istituisce forme associative di soggetti pubblici e privati che operano nel turismo all’interno di ambiti territoriali omogenei. Ad oggi non siamo in grado di sapere quali siano le attività svolte dai distretti provinciali, se vi siano interferenze con le attività dei poli turistici regionali e se e in che maniera viene garantito il coordinamento tra le due realtà associative, ai fini di una programmazione omogenea per il rilancio del turismo e il miglioramento dei servizi offerti”.

InfoCilento - Canale 79

Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano, in un’interrogazione alla giunta.

“Mentre sono in corso le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Salerno – sottolinea Cammarano – scopriamo un ulteriore elemento che infarcisce il caos della programmazione turistica regionale. Uno degli ultimi atti dell’ente provinciale è stato, infatti, quello di riconoscere, senza averne competenza, i distretti turistici locali, raggruppamenti di comuni, ovvero, con l’obiettivo di organizzare in modo coordinato l’offerta turistica sul territorio. Il tutto in barba alla legge regionale del 2014, che affida alla Regione lo stesso coordinamento con l’istituzione dei poli turistici locali, procedura che, a quanto pare, è ancora lontana dall’avviarsi. Nel frattempo, si continuano a misurare le performance turistiche sul mero conteggio delle presenze, senza alcun approfondimento sulla qualità dei visitatori, mentre le altre regioni ci sorpassano come valore aggiunto e come organizzazione dell’offerta. E non è un caso che la Campania sia l’unica regione italiana senza alcun piano turistico”.

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