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Dal 25 luglio attivi i nuovi Tutor: ecco come funzioneranno

Saranno in grado di rivelare anche le condizioni delle auto

A cura di Comunicato Stampa Pubblicato il 15 Luglio 2018
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Si avvicina l’esodo, torna il Tutor. In vista delle vacanze estive sulla rete autostradale italiana riprenderà progressivamente a funzionare una serie di postazioni fisse per il controllo della velocità media.

Una notizia importate per la sicurezza stradale. Il D-day è stato fissato per mercoledì 25 luglio quando entreranno in azione i nuovi dispositivi su 16 tratte per circa 500 chilometri. Per problemi di brevetti i Tutor erano stati sospesi su disposizione della Corte d’Appello di Roma alla fine dello scorso maggio e le forze dell’ordine in questo periodo hanno cercato di sopperire intensificando l’utilizzo degli autovelox.

I nuovi apparati sono identificati con una sigla (SICVe-PM), garantiscono performance superiori e non si basano sul riconoscimento della targa, ma su altri elementi di identificazione che consentono di aumentare il numero di veicoli monitorati. I controlli ripartiranno sulla A1, la A10, la A14 e la A16, nei tratti dove il tasso di mortalità era più elevato prima che entrassero in funzione i Tutor. Sono emersi alcuni dati allarmanti per la sicurezza stradale. Le sanzioni elevate dalla Polstrada sono fortemente aumentate per guida sotto l’effetto di alcol e di sostanze stupefacenti, rispettivamente del 13,9% e del 16,2%. Nella giornata di ieri sono stati divulgati anche i risultati dell’annuale indagine effettuata dalla Polizia Stradale in vista delle partenze estive per monitorare lo stato di “salute” degli pneumatici che equipaggiano le vetture in circolazione nella Penisola.

Un’iniziativa che si svolge ormai da 15 anni ed è organizzata da Assogomma e Federpneus. Anche in questo caso i dati sono tutt’altro che positivi e, soprattutto, in netto peggioramento rispetto al passato. Un’auto su quattro (il 24,72%) fra le quasi diecimila verificate dagli agenti aveva gomme non conformi, una percentuale in forte crescita rispetto a quella già preoccupante (17,93%) registrata nel 2017. Ciò è in parte dovuto all’invecchiamento del parco circolante che nell’ultimo periodo è passato dai 9 anni e 7 mesi del 2010 agli 11 anni e 7 mesi del 2017.

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