Attualità

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico parla arabo in occasione del Ventennale

Ecco le novità della ventesima edizione

Comunicato Stampa

3 Ottobre 2017

Ecco le novità della ventesima edizione

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico in occasione del Ventennale è anche in lingua araba. È la campagna molto innovativa e senza esempi analoghi in Europa o nel mondo nell’ambito delle Fiere del Turismo, che con lo slogan “Con BMTA il turismo archeologico parla arabo” invita le persone di lingua araba interessate all’archeologia e al turismo culturale a connettersi con il sito www.bmta.it o a visitare Paestum, colonia della Magna Grecia che ha fatto tesoro della cultura greca e di quella romana, custodendo le vestigia di entrambe.

“Non è un progetto commerciale, ma culturale – come afferma il fondatore e direttore Ugo Picarelli – quella di una nuova forma di inclusione sociale, in nome della denominazione “Mediterranea” della Borsa (area geografica crocevia di civiltà) e del riconoscimento internazionale dell’evento da parte di Unwto e Unesco (le Nazioni Unite del Turismo e della Cultura) quale best practice di dialogo interculturale. Nel salernitano, come nel Sud Italia, vivono migliaia di cittadini arabi, moltissimi dei quali, probabilmente, del patrimonio culturale non sanno nulla, benché vivano in luoghi dove si afferma la loro storia e dove emerge a pieno una parte non certo secondaria della loro tradizione culturale. Scoprirla non è solo un’acquisizione di conoscenza, ma una opportunità di dialogo e confronto, consapevoli nella loro lingua che il patrimonio culturale, non solo quello dei siti Unesco, appartiene anche a loro”.

La Borsa con questa mission interpreta in pieno la “diplomazia culturale” che il Ministro Angelino Alfano persegue nel suo impegno di politica estera, ma anche l’impegno internazionale che l’Italia ha assunto con il Ministro Dario Franceschini nei confronti dell’Unesco e quindi del mondo intero di farsi partecipe della salvaguardia del patrimonio dell’umanità con i Caschi Blu coordinati dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale; non ultima l’attenzione che riserva il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca alla cooperazione culturale: il progetto ENI CBC “Mediterranean Sea Basin”, che succede al Programma “ENPI – CBC Bacino Mediterraneo 2007-2013”, è il nuovo Programma di cooperazione transfrontaliera multilaterale che vede la Campania in partenariato con i Paesi Mediterranei, al fine di creare opportunità economiche attraverso lo sviluppo locale delle destinazioni con siti Unesco e realizzare forme innovative di valorizzazione.

In arabo non sarà sviluppata solo la comunicazione web, ma anche l’attività di ufficio stampa e la promozione della Borsa con newsletter e una intensa attività attraverso i social network.

PERCHÉ LA BMTA DECIDE DI COMUNICARE ANCHE IN ARABO

Perché la BMTA è riconosciuta quale best practice per l’impegno a favore del dialogo interculturale, non solo attraverso la partecipazione nel Salone Espositivo di circa 25 Paesi Esteri e la presenza annuale di un Paese Ospite Ufficiale (negli anni Egitto, Marocco, Tunisia, Siria, Francia, Algeria, Grecia, Libia, Perù, Portogallo, Cambogia, Turchia, Armenia, Venezuela, Azerbaigian, India), ma anche per dedicare annualmente dal 2015 nell’ambito del programma tre significativi momenti a questo tema:

– l’incontro “#pernondimenticare il Museo del Bardo, 18 marzo 2015” con la partecipazione del Direttore Moncef Ben Moussa, a seguito dell’accadimento tanto funesto al Museo di Tunisi, per ricordare che il patrimonio culturale è uno strumento fondamentale per il dialogo fra le culture: ogni cittadino del mondo, al di là di appartenenze religiose o politiche, deve essere consapevole che il patrimonio culturale è un bene comune e rappresentazione di identità nazionale, per cui va difeso da tutti i Paesi che fanno della democrazia il loro baluardo;

– l’attenzione su Palmira con il lancio dell’hashtag “#unite4heritage for Palmyra” e una serie di incontri sulla distruzione del patrimonio culturale, sull’archeologia ferita e sulla disintegrazione delle identità.

Quest’anno saranno a Paestum i tre figli di Khaled Asaad:

Fayrouz Archeologa, Walid ultimo Direttore delle Antichità di Palmira, Omar Archeologo con Paolo Matthiae Archeologo e Direttore della Missione archeologica a Ebla in Siria della “Sapienza” Università di Roma e Mohamad Saleh Ultimo Direttore per il Turismo di Palmira. Palmira, “La Sposa del Deserto”, è la città dell’Antico Regno saccheggiata e distrutta dai terroristi dell’Isis, dove ha trovato morte, impiccato, l’eroico custode, l’ultimo testimone di quella commovente pagina di bellezza, restituita agli occhi del mondo per la prima volta nel 1929 da Henri Arnold Seyrig (archeologo francese, Directeur général des Antiquités de Syrie et du Liban a Beirut – Siria e Libano erano dal 1922 un mandato francese – è stato direttore dei Musei di Francia e dell’École du Louvre dal 1960 al 1962).

“Uniti per Palmira” significa impegno a tutela dell’identità culturale e spirituale di un unico mondo: quello dei tanti popoli del Mediterraneo che incontrano Roma e l’Ellade per vivificare il deserto. Dove la civiltà trova la sua sposa.

– l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, il Premio dedicato alla scoperta archeologica più significativa del 2016, nel nome del direttore dell’area archeologica e del museo di Palmira, dal 1963 al 2003, che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, alla presenza dei figli Fayrouz, Walid e Omar. Il Premio, promosso dalla Borsa e da Archeo e giunto alla terza edizione, verrà assegnato in collaborazione con le testate internazionali, tradizionali media partner della BMTA: Antike Welt (Germania), Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).

Le cinque scoperte dello scorso anno candidate alla vittoria sono:

– Egitto – L’edificio della barca di Sesostri III e i graffiti di 120 navi ad Abido

– Francia – La prima opera architettonica dei Neanderthal in una caverna di Bruniquel

– Iraq – La grande città dell’Età del Bronzo presso il piccolo villaggio curdo di Bassetki

– Pakistan – La città indo-greca di Bazira

– Regno Unito – Le 400 tavolette di epoca romana ritrovate nella City di Londra

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