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L’imperatore bambino a San Mauro Cilento

La storia del piccolo Rogero

A cura di Redazione Infocilento Pubblicato il 29 Novembre 2016
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La storia del piccolo Rogero

“Basileus Basileon, Basileuon Basileuonton”: Re dei re, Regnanti fra i Regnanti, ai Paleologi, ultima dinastia dei principi di Bisanzio, qui nel Cilento toccò una sorte singolare dimenticata forse dai più ma degna dei libri di storia e di questo racconto. Figlio del despota Tommaso, costui fratello di Costantino XI, ultimo monarca di un Impero ormai in disfacimento, il piccolo Rogero, appena undicenne, il cui destino da imperatore non vide mai compimento, finì infatti a San Mauro Cilento come ostaggio del Re di Napoli Alfonso V a garanzia di un trattato che gli assegnava alcuni possedimenti. Carne viva ed innocente in cambio d’un pezzo di terra, vittima da sacrificare all’altare degli accordi, il suo lascito è tutto in un coro ligneo commissionato per la chiesa che parla il linguaggio antico delle genti che nel 1400 furono baluardo della Cristianità d’Oriente in Occidente. Numerose furono infatti le famiglie di nobili bizantini che raggiunsero Rogero a San Mauro alla caduta di Costantinopoli nel 1453, ne assicurarono la memoria e protessero la discendenza fino alla fine del XVI secolo, secoli dopo la sua scomparsa nel 1488. Il museo che testimonia queste presenze si chiama, non a caso, Eleousa termine greco che sta per Madre di Dio della Misericordia, ed ospita ad oggi vari reperti artistico-religiosi di matrice bizantina, tra cui l’icona della Theotokos Eleousa (la Madonna misericordiosa) che celebra la tenerezza e l’intimità affettuosa tra la madre ed il figlio cui la popolazione è devota. Francesco Schiavo Rappo

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